Capitolo 11

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Mi svegliai in una stanza, mi guardai attorno. Ma dove cazzo ero finita?! Incominciai ad agitarmi, ma non riuscivo a muovermi, scanzai le coperte e osservai la caviglia, era fasciata. Chi mi aveva curata? Mi sentivo molto meglio rispetto a ieri.
Qualcuno entrò nell'enorme stanza. Ma che ci faceva Tyler qui con me?! Probabilmente era tutto un sogno. Mi diedi un pizzicotto sperando che non fosse reale ma finii solo per farmi male.
«Buongiorno anche a te, tranquilla non stai sognando» mi fece Tyler con quel solito sorrisino stampato. Perché era sempre bello? Come faceva ad attrarmi con un solo sorriso? Come faceva a sapere che pensavo fosse un sogno? Avevo così tante domande da fargli.
«Mi puoi spiegare per favore che ci faccio io qui?» chiesi ancora agitata.
Sembrò pensarci un poco.
«Beh vedi...circa quattro ore fa mi stavo allenando correndo per il bosco e ti ho trovata appollaiata ad un tronco, ma tranquilla, ho chiamato tuo padre, ha detto che tra qualche ora ti veniva a pendere.» si girò dopo avermi detto l'accaduto. Perché non gli credevo? Non me la stava dicendo giusta e io lo sapevo, dovevo scoprire di cosa si tratta.
«Tieni, bevi» mi porse un bicchiere con dentro una tachipirina sciolta penso, la bevvi tutta, mi porse anche da mangiare e io accettai affamata. Durante tutto il tempo mi fissava di continuo e mi sentivo un po' imbarazzata.
«Perché mi fissi?» chiesi scocciata, nascondendo l'imbarazzo.
«Perché sei bellissima.» disse guardandomi negli occhi.
Persi un battito nel sentire le sue parole, rimasi imbambolata con la bocca leggermente socchiusa dallo stupore, e quasi non mi strozzi con il cibo.
«Come posso essere bella in questo stato?» chiesi sinceramente. Avevo tutti i capelli disordinati e una gamba rotta, come potevo essere bella in questo stato?
«Sai, me lo chiedo anche io come tu faccia ad essere sempre bella senza accorgertene» si sedette vicino a me.
Ok, ora ero imbarazzata. Girai la faccia per non incontrare il suo sguardo, mentre lui ancora mi guardava senza pudore.
«Ok bravo ci sei riuscito, mi hai messa in imbarazzo» cantilenai.
«Non era il mio scopo, ho detto solo quello che pensavo», perché si comportava così e poi con gli altri è come se non mi conoscesse? Mentre pensavo sentì un campanello suonare dal piano di sotto.
«Questo dovrebbe essere tuo padre, vado ad aprirgli» disse sorridendo.
Solo dopo alcuni secondi notai che c'erano i miei vestiti appoggiati sul bordo del letto. Aspetta.
Quindi vuol dire che lui mi ha spogliata? Oddio...

«Tesoro come stai, ti fa tanto male la caviglia?» disse mio padre baciandomi la fronte.
«No papà non ti preoccupare» gli sorrisi «vorrei solo andare a casa per lavarmi...» ammisi, mi sentivo sporca e una doccia mi avrebbe aiutata.
«Beh allora ti aspetto in macchina», uscì per accendere l'auto. Mi voltai verso il mio "salvatore". «Beh grazie per avermi portata a casa tua e per aver chiamato mio padre, come posso sdebitarmi?» chiesi scherzando.
«Non ti preoccupare, ci penso io» dichiarò con uno sghembo sorriso. Non feci caso alla sua ultima affermazione e mi diressi verso la porta. Gli lancia un ultimo sorriso e salì in macchina. Che strano ragazzo...

«Non ci posso credere! Veramente lui ti ha detto che sei bellissima e l'hai trattato così?!» era da più di dieci minuti che Tess mi sgridava per aver "trattato male" Tyler, ma in realtà non è affatto così. Ci trovavamo nella mensa della scuola.
«Chi ti ha detto che sei bellissima?» chiese Jake interrompendo la ramanzina di Tess.
«Nessuno...» mentii, sicuramente se glielo avessi detto mi avrebbe bombardata di domande. A Jake dissi solo che un ragazzo mi aveva trovata in mezzo al bosco e chiamò mio padre, fortunatamente non mi chiese il nome. So per certo che era geloso ma non lo voleva ammettere, anche se ancora non lo conoscevo perfettamente, ma sapevo che era geloso. Avevamo legato molti in questi mesi e ormai lo consideravo come un fratello, e suppongo anche lui.
«Come non lo sai? Alice non te l'ha detto?» si intromise Tess, le lanciai uno sguardo assassino.
«Dimmelo Alice, dimmi chi te l'ha detto.» forse si stava irritando leggermente.
«Sono affari miei, che c'è? Non posso ricevere complimenti da un ragazzo?» chiesi scocciata.
«No se non lo conosco, non ti avvicinare più a quel ragazzo sennò ti rinchiuso in camera fino a quando non sarai vecchia» disse distrattamente cominciando a mangiare mentre Tess e Jacob, che fino a quel momento era rimasto ad ascoltare, iniziarono a ridere. Li trucidati tutti e due con lo sguardo.
«Allora io posso chiederle di uscire visto che mi conosci no?» chiese Jacob.
«Tu stai zitto coglione, non la devi nemmeno toccare per quanto mi riguarda.»concuse continuando a mangiare. «Perché? Non la mangio mica...» continuò il suo amico guardandomi malizioso, mi misi ridere per la situazione. Jake gli diede una sberla dietro la testa e lui ridacchiò come se niente fosse. Continuammo il pranzo con io che mi lamentavo con Jake che mi impediva di parlare di quel ragazzo, Tess che se la prendeva con Jake e Jacob che se la rideva.
Passò così un altro giorno.
Fortunatamente non mi avevano assegnato molti compiti, per qui decisi di riposarmi. Mi sdraiai sul letto e pensavo. Per quanto cercassi di non pensarci i miei pensieri dicadevano sempre su quel lupo dal bellissimo manto nero e dai suoi occhi rossi così penetranti. Mi alzai di scatto, dovevo indagare.
Pensai che forse ero impazzita dal momento che ero già arrivata alla conclusione che fosse un licantropo. Insomma...erano solo figure leggendarie come potevano esistere davvero? Anche se l'ultimo professore che ho avuto di letteratura e filosofia mi disse che tutte le leggende possiedono un fondo di verità, forse mi stavo facendo troppi film mentali ma ero troppo curiosa. Dovevo scoprire di più.
Presi il computer e cercai su internet "Licantropi". Andai su un sito ma non forniva molte informazioni, ne cercai un altro: "Il Licantropo, detto anche "Uomo lupo", era una figura leggendaria mitologica, poi divenuta tipica della letteratura. La storia narra di vari tipi di licantropi, la più misteriosa narra di un lupo che è condannato, già alla nascita, di potersi trasformare in un lupo. Da come narra la leggenda, sono molto più grandi rispetto ad un normale lupo e hanno una gerarchia molto severa. L'alpha è il capo di tutta la comunità, esso, insieme alla sua Luna e ai suoi figli, viene rispettato e onorato. Poi ci sono i secondi al comando del capo, i beta che servono l'alpha e fanno parte del popolo. E infine ci sono gli omega e i delta che fanno parte dell'ultima classe. In base a queste classi il colore degli occhi del licantropo cambiano quando ci si trasforma. Gli alpha possiedono gli occhi rossi, i beta gli occhi azzurri e gli omega e delta hanno gli occhi che variano dal dorato al castano."
Wow...ero sbalordita. Come facevano a sapere tutte quelle cose? Forse potevo sembrare impazzita, anzi ne ero più che sicura, ma ero certa che quel lupo fosse un Licantropo. Mi ricordavo perfettamente della sua grandezza e maestosità e mi ricordo anche di quei stupendi occhi rossi, ma perché mi ha attaccata? Perché si avvicinava senza ringhiare o attaccarmi? Un lupo normale al posto suo mi avrebbe già uccisa. Stranamente i miei pensieri si collegarono a Tyler, infatti ora che ragionavo, io non sapevo niente di lui, non so perché ma sono sicura che non me la racconta giusta. Come poteva trovarsi per puro caso, quel giorno, proprio in quella stessa ora, lì mentre si allenava? Le persone normalmente non vanno a correre nel bosco. E poi non mi potrò mai scordare quando quel giorno, nello spogliatoio dei maschi, vidi i suoi occhi cambiare colore da un verde smeraldo ad un rosso acceso. Forse il colore degli occhi coincide anche con il cambio dell'umore. A volte quando lo guardavo avevo la strana sensazione che io sentivo quello che pansava e anche lui lo sentiva. Potevo capire i suoi stati d'umore. Ad esempio, quando era venuto a casa mia, sorrideva e sembrava felice, e io lo sentivo. E i suoi umori erano i miei, sentivo che era felice e lo ero anche io. Sentivo quando era incazzato, quando mi osservava anche se io non lo guardavo, è come se potessi leggergli nella mente senza farlo apposta. E sono sicura che lui sapesse fare la stessa cosa. Così io cercavo di ignorarlo e lui faceva lo stesso.

Non sapevo quello che mi stava accadendo, ma una cosa era sicura, quel lupo sapeva chi sono, mi conosceva. E sentivo che in qualche modo era collegato a Tyler.
Era deciso, non so come avrei fatto, ma io dovevo rincontrare quel lupo...

𝗟𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲 𝗮𝘀 𝗜 𝗵𝗮𝘁𝗲 𝘆𝗼𝘂. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora