Capitolo 2

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Ho passato il resto del weekend in camera, cercando di capirci qualcosa, ma ogni volta che ci penso sto ancora peggio. E non lo sopporto più.
Sono ancora arrabbiata con mio padre, e penso che lo sarò ancora per molto tempo.

Decido di prendere una boccata d'aria. Metto una tuta al volo e lego i capelli in una crocchia disordinata, prendo cellulare e airpods ed esco.

Mentre cammino penso a tutto. Tutto quello che è successo in questi ultimi tre giorni, penso alla sensazione che proverò nel lasciare mia madre e mia sorella da sole e Clara... Oh mio dio CLARA! Mi sono scordata di richiamarla!
Prendo di corsa il telefono e le chiedo di fare una passaggiata.
Non tarda molto ad arrivare un suo messaggio:
"vengo subito". Meno male che c'è. Lei c'è sempre stata, in ogni momento, quando un po' di anni fa stavo giù in continuazione, quando avevo smesso di mangiare e quando avevo scoperto di aver avuto un fratello, ma morto per colpa di un incidente.

Mi sono posta sempre delle domande:com'era mio fratello, come si chiamava, se fosse stato un buon figlio,un buon amico, una persona su cui contare, divertente anche folle, se io gli assomigliavo, se avevamo la stessa testardaggine e molte altre domande a cui non sono riuscita mai a trovarne una risposta.

Dopo un po' la vedo arrivare, bella come sempre con i suoi capelli neri lunghi ondulati, con due occhi verdi che solo guardandoli ti sembrava di stare in mezzo alla natura ed un fisico slanciato. Mi fa:
«Ehi come stai? Hai una faccia...» si vede così tanto che vorrei solo uccidermi? Probabilmente si...
«In realtà no, ti devo raccontare una cosa, ma promettimi di non piangere capito?»risposi.
«Certo.»
E le raccontai tutto, nei minimi particolari, e come avevo previsto incominciò a piangere come una fontana, me lo aspettavo, infatti dopo un po' mi aggiungo a lei, abbracciandola e in qualche modo confortandola, anche se quella che doveva essere confortata ero io.
Dopo una ventina di minuti in questa posizione decidemmo di fare due passi.
«Beh starai con me per tutta l'estate, quindi godiamocela e viviamone ogni attimo, perché probabilmente sarà l'ultimo!» e non lo nego, da una parte ha ragione.
Dopotutto ho un'estate da passare in sua compagnia, visto che partirò i primi di settembre,quindi avrei avuto ancora molto tempo da passare con lei.
«Certo, andremo tutti i giorni al mare o in piascina, andremo tutte le sere a ballare e ci divertiremo un sacco!» risposi felice.

Passai il resto del pomeriggio con lei, andammo un po' al parco a passeggiare, dimenticando che tra tre mesi non l'avrei vista più.
Avevo deciso di far pace con me stessa, e per riuscirci dovevo far pace con i miei genitori, ed accettare il trasferimento, quindi appena tornai a casa, avvertii i miei genitori di non esser più arrabbiata e di aver accettato il fatto di andare a vivere da un'altra parte, loro felici e più sereni mi ringraziarono.

Andai a dormire pensando a tutte le cose che avrei potuto fare quest'estate...

𝗟𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲 𝗮𝘀 𝗜 𝗵𝗮𝘁𝗲 𝘆𝗼𝘂. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora