Capitolo 9

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«E tu che cazzo ci fai qui?!»

Aspetta ma io la conosco questa voce. Mi rimetto subito gli occhiali trovando, come immaginavo, Occhi Verdi a guardarmi con attorno una quindicina di ragazzi che avevano gli occhi puntati sul mio seno.
«A-avevo letto spogliatoi e sono entrata, senza guardare b-bene...» dissi abbassando lo sguardo.
«E voi giratevi teste di cazzo!» disse ringhiando, rivolgendosi ai ragazzi intorno a lui che fino a poco tempo fa mi guardavano. Fecero come detto, ritornando a quello che stavano facendo prima.
Rialzai il capo, trovandomi lui, a un passo di distanza, fu un attimo, mi prese il braccio, trascinandomi fuori.
Per i corridoi incontrammo una ragazza, bionda e alta con un fisico slanciato.
«Selena, portala in infermeria e dagli dei vestiti puliti.» ordinò alla ragazza.
Se ne andò di corsa tutto infuriato. Io non ne capivo il motivo. Non lo conoscevo e non sapevo nemmeno il suo nome,come poteva trattarmi così?
La ragazza mi guardò sorridendo.
«Piacere Selena, non far caso a quel deficente di mio fratello, finge di essere sempre incazzato ma infondo è dolce...»
«molto infondo...» dopo aver fatto quell'affernazione mi coprì la bocca. Ero stata troppo maleducata, mi stavo per scusare quando la sentì ridere.
«mi piaci...» oh giusto, non mi conosceva.
«Alice!» affermai.
«mi piaci Alice.» concluse sorridendo. Ricambiati la stretta, dopodiché mi portò in infermeria dove inventai la scusa di essere inciampata per le scale. Andammo nell'armadietto di Selena e mi prestò un maglione pulito, dato che il freddicello di ottobre di faceva sentire anche a Beacon Hills.
Dopo quell'avvenimento le lezioni proseguirono tranquillamente. A mensa non toccai cibo, ero troppo distratta a pensare a Occhi Verdi per concentrarmi a mangiare.

Suonò anche la campanella che segnava l'ultima ora. Uscì di corsa fuori dall'enorme cancello, in cerca di Jake. Lo trovai appoggiato sulla sua macchina in procinto ad accendersi una sigaretta. Mi avvicinai a lui ma ad un tratto i miei occhi viaggiarono da tutt'altra parte osservando una scena disgustosa. La stessa ragazza che mi aveva spinto nelle macchinette, di cui il nome mi era ancora sconosciuto, stava quasi divorando la bocca di...oh,era Occhi Verdi. Ma non mi importava niente, nemmeno lo conoscevo.
Proseguì per la mia strada verso la macchina di Jake.
«Com'è andata la giornata?» mi chiese, salendo in macchina.
In quel momento ripensai a tutto, come dei piccoli flashback. La prima volta che ho visto Occhi Verdi, lui che mi ha detto quel "mia", la pallonata dritta in faccia nell'ora di pallavolo, gli occhi di sedici ragazzi puntati sulle mie tette, Occhi Verdi che divorava la tipa.
«Interessante...» risposi semplicemente. Non volevo di certo dirlo a Jake, si sarebbe incazzato da morire.
Arrivammo finalmente a casa. Ero affamata, a pranzo non avevo mangiato niente, quindi decisi di passare in cucina dove travai un piatto di torta al cioccolato. Beh, come potevo dire di no al cioccolato?
Ne mangiai giusto un pezzo e poi salii in camera, chiudendo la porta. Oggi dovevo studiare perché il giorno dopo ci sarebbe stata la verifica di storia. Odiavo la storia, in realtà la odio da quando ne ho memoria, tranne studiare i romani, quello l'ho sempre amato.
Prima di studiare decisi di chiamare Tess per dirle tutte le cose successe oggi. Presi il cellulare che avevo appoggiato sulla scrivania e la chiamai, dopo due squilli rispose.
Le raccontai tutti gli avvenimenti accaduti oggi, parlando le anche di Selena. Quella ragazza era davvero simpatica, avevo avuto modi di conoscerla mentre eravamo in infermeria.
«Ali, sinceramente sono senza parole! Ma veramente quello ti è venuto a dire che sei sua?»
«Si, te lo giuro! Poi me ne sono andata perché pensavo che mi stava solo prendendo in giro.»
«La sorella è simpatica?» chiese cambiando discorso.
«Si molto, a differenza del fratello.»
«Beh, il medico mi ha detto che devo restare a casa per altri due giorni, quindi penso che con quel tizio dovrai cavartela da sola...» disse sbuffando.
«Quel vecchio barbone sembra Hagrid di Harry Potter, secondo me mi mette qualcosa nella tachipirina per avvelenarmi...» continuo sbuffando di nuovo. Scoppiai in una sonora risata. Quando se ne usciva così mi faceva morire dalle risate.
Finimmo la chiamata dopo mezz'ora.
Uscì dalla camera per andare in bagno, ma la porta era chiusa, forse Jake si stava facendo una doccia...
Dopo dieci minuti lui uscì, con un solo asciugamano intorno alla vita, ancora tutto bagnato. Era proprio un bel ragazzo e se non fosse stato il mio fratellastro ci avrei fatto un pensierino...ma che stavo dicendo? Mi ripresi dai miei pensieri poco casti quando sentì Jake chiamarmi.
«Terra chiama Alice, ci sei? Ah aspetta, lo so. Eri troppo presa a guardarmi, ti sta uscendo la bava.» affermò ridendo.
Gli diedi una botta dietro la testa riprendendolo.
«Ma dai, seriamente penso che a me piaci?» risposi privocandolo.
«Penso che ti piaccio dal primo giorno che mi hai visto.» nella sua voce c'era un pizzico di simpatia, come se si stesse per mettere a ridere. Cosa che ho fatto io appena sentì quello che aveva detto. Non disse più niente e se ne andò dritto in camera sua ridendo.
Uscì dal bagno e andai in camera per studiare.

Erano passate tre ore e avevo questi finito di studiare tutto per la verifica ma mi stava scoppiando la testa. Anche da piccola ne soffrivo, spesso infatti mia madre mi portava all'ospedale più vicino a noi, e in qualche modo è stata la mia seconda casa. Lì conoscevo tutti i ragazzini della mia età e ci giocavo ogni volta che mia madre doveva parlare con il dottore.

Decisi di andare a mangiare qualcosa dato che la pancia incominciava a fare brutti scherzi, scesi le scali e andai in cucina. Avevo voglia di frutta quindi inizia a tagliuzzare delle fragole. Scese anche Jake che parlava con qualcuno, dopo qualche minuto riattaccò.
«Tra un po' verrà un ragazzo, ci deve consegnare dei documenti che servono alla compagnia dove lavora mia madre.» affermò sbuffando.
Io continua a tagliare le fragole per poi passare alle banane e le riposi in una ciotola. Dopo venti minuti qualcuno suonò il campanello. Non mi andava di alzarmi quindi chiamai Jake, ma a quanto pare era troppo impegnato a messaggiare con qualcuno, così di malavoglia mi alzai con la ciotolina della frutta in mano.
Aprì la porta e quasi non mi strozzai con un seme di fragola quando mi accorsi che davanti a me c'era Occhi Verdi e dalla sua faccia era anche lui sorpreso. Ma il suo sguardo cambiò da sorpreso a malizioso. Tossì leggermente.
«Se non entri ti sbatto la porta in faccia.» affermai infastidita.

𝗟𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲 𝗮𝘀 𝗜 𝗵𝗮𝘁𝗲 𝘆𝗼𝘂. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora