7. Ritorno a casa

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《Sei stanco?》mi chiede Hunter, dopo un po' che camminiamo per raggiungere la nostra città.
《Beh, dopo aver camminato non so per quanto, cercando di non farmi scoprire da nessuno per non essere torturato o altro, direi che sì, sono abbastanza stanco》ammetto, mentre evito di dirgli che sono stato avvelenato, piccolo particolare che farebbe arrabbiare Hunter e impedirebbe a me di incontrarla nuovamente.

《Comunque... ti sei dimenticato di raccontarmi una cosa》dico un po' insicuro, forse spaventato dal conoscere la causa della morte di mia madre.
Hunter riesce a cogliere subito il punto, dove io volessi andare a parare.
《Speravo non me lo chiedessi. Comunque, Ifrit. Mi dispiace》dice, girando di poco il viso per guardarmi.
Annuisco, chinando il capo e continuando a camminare.

Fuoco.
Disintegrata.
Diventata cenere.
Neanche il corpo sul quale poter piangere.

《Rahzar? Mi stai ascoltando?》chiede Hunter, facendomi risalire dai miei pensieri e porgendo la mia attenzione ad egli.
《Scusami, cosa stavi dicendo?》chiedo guardandolo dispiaciuto, affiancandomi.
《Hai avuto uno scontro con la Principessa?》riformula la domanda che, a quanto pare, mi aveva fatto mentre ero sovrappensiero.

Deglutisco per un momento, cercando di essere più sicuro possibile ed evitare complicazioni.
《No, abbiamo parlato un po' e mi ha rivelato che mio padre ha ucciso il suo》dico parte della verità, provando a non essere sospettoso agli occhi di Hunter.
《Evidentemente la Regina ha raccontato un'altra versione dei fatti, senza conoscere molto della battaglia》dice pensieroso, portando le mani dietro la schiena e guardando dinanzi a sé.
《Mi ha detto che suo padre era un bastardo, sai dirmi il perché? Oltre a quello che già mi hai raccontato》chiedo curioso, immaginando che sappia più di quanto io creda su ognuno di noi in questo mondo.

《Quello che sto per dirti non ti piacerà》mi avvisa, guardandomi per poi continuare.
《L'ha detto perché non è mai stata desiderata da suo padre, il quale non ha mai accettato che "per colpa sua" non abbia potuto avere un figlio maschio, ovvero un possibile Re che potesse avere la meglio su di te e diventare lui il futuro governatore di Mindwalls》rivela seccato, quasi schifato dal comportamento del precedente Re del Male nei confronti della sua stessa figlia.

Quindi, quando si è arrabbiata suppongo che sia stato perché avrebbe voluto essere lei ad ucciderlo.
E io l'avrei aiutata molto volentieri.

《Chi le ha riferito questo? Sua madre?》chiedo come se fosse ovvia la risposta, ma ancora una volta vengo sorpreso dal sorriso malizioso di Hunter.
《Io stesso. Sua madre è una donna avida e meschina, ha approfittato di tutto l'accaduto per poter governare la divisione del male, mentendo a sua figlia con parti teatrali in modo da farle credere quello che volesse lei, conoscendo la sua debolezza》risponde, infastidito da tali comportamenti e guardandomi come a volermi mettere in guardia.
《Lei non è come la madre, né come gli altri, Hunter》dico convinto, ricordando l'incontro con la Principessa.

《Fa sempre parte di loro, non dimenticarlo. Poteva cambiare quando era ancora in tempo, ma ha già fatto la sua scelta e devi fartene una ragione, lei è il male e tu sei il bene》dice fermo e alzando un po' il tono, senza darmi alcuna speranza di provare a portarla dalla nostra parte.
Lo guardo intensamente mentre mi rivolge sguardi attenti e di avvertimento, non volendone sapere nulla su questo argomento.

《Non cadere nella trappola di credere che qualcosa sia vero perché vuoi che lo sia》.

Dopo questa sua ultima frase cala il silenzio sulla nostra conversazione, proseguendo fino al nostro ritorno dagli altri.
Varcata l'entrata, coloro che sono presenti ad aspettarci corrono ad abbracciarmi come se fossi tornato vittorioso da una battaglia.
Non mi rendo conto che qualcuno mi stia parlando fin quando non sento urtarmi la spalla.

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