Capitolo 1

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-SOOLL SBRIGATI A SCENDERE CHE PERDI IL BUSS!
-Non rompere i coglioni mamma e poi smettila di usare quel diminutivo da bambina dell'asilo, lo odio! Non ho un nome per sport, chiamami M-A-R-Y-S-O-L GRAZIE.

Come ogni mattina mi alzai in ritardo con la voce di mia madre che strillava dalle scale, uscii da quel morbido paradiso che era il mio letto, mi infilai in bagno cercando di lavarmi la stanchezza di dosso.
Aprii quel buco nero del mio armadio e tirai fuori un corpetto nero e la gonna di pizzo, infilai stivali con il tacco per rimediare alla mia bassa statura e un giubbotto di pelle rigorosamente nero.
Mi guardai allo specchio, applicai un po' di rossetto color legno di rosa sulle labbra e un velo di mascara sulle mie lunghe ciglia; mi infilai una brioches in bocca per poi correre con lo zaino pieno di libri a casaccio verso la fermata del bus.

Arrivata a scuola salutai qualche amico e vidi Grace, anche detta coscienza vivente, corrermi in contro
- Heyyy Tigre
-Anche tu con quel soprannome del cazzo?
-Ma di che ti lamenti che ti sta a pennello con quel tuo caratterino da testa rossa!
Scossi la testa contrariata, non mi ricordo com'ero diventata amica di Grace, ricordo solamente che quella graziosa chioma bruna era spuntata da chissà dove e aveva iniziato a correggermi per qualsiasi cosa sconsiderata facessi o avessi intenzione di fare, era l'unica persona che poteva dire qualcosa in contrario a quello che dicevo o pensavo e l'unica che rispettassi nel profondo.

Entrammo in classe e la signorina Williams mi prese da parte per parlarmi
-Signorina Jackson penso che lei si renda conto della sua situazione scolastica nella mia materia, un altro voto negativo e sarò costretta a chiamare i suoi genitori
Incrociai le braccia seccata, non avevo voglia di sorbirmi un'altra ramanzina.
-Inoltre le comunico che a partire da questo pomeriggio dovrà partecipare alle lezioni supplementari per recuperare le sue carenze

La mia sopportazione era giunta al limite, odiavo queste cagate.
Strinsi i denti, sforzai un sorriso, mi alzai sulle punte dei piedi e feci una piroetta e uscii dalla classe.
Non avevo voglia di sentire altre cazzate simili.

Stavo camminando a grandi falcate nel corridoio provocando un frastuono tremendo con i tacchi in modo che le persone sapessero che la tigre era furiosa e non voleva essere disturbata.
In preda ai miei pensieri mi schiantai su qualcosa di duro che sembrava essere comparso dal nulla, mi sbilanciai causa i tacchi forse troppo alti e caddi a terra battendo il sedere.
Subito mi guardai attorno con sguardo minaccioso, fortunatamente nessuno aveva viso cadere la tigre per colpa delle sue stesse scarpe.

Alzai la testa e i miei occhi si incontrarono con quelli smerdo-azzurro di un gigante dai capelli castani e ricci che mi stava fissando con aria alquanto preoccupata e le guance leggermente arrossate.

Noa pov's
Avevo la testa fra le nuvole. La signorina Williams mi aveva appena obbligato ad offrirmi da tutor ogni mercoledì pomeriggio a partire da oggi.
Mi aveva raccomandato di essere paziente perché l'alunna che mi avrebbe affibbiato sarebbe stata decisamente testarda e sinceramente non sapevo che aspettarmi. Sapevo solo che quel imprevisto avrebbe rovinato il mio pomeriggio di studio e relax davanti ai videogiochi.

Immerso nei miei pensieri non mi accorsi nemmeno che uno scricciolo che mi si era schiantato a dosso finché confuso, non abbassai lo sguardo e vidi quella testa rossa avvolta da pizzi neri che si stava massaggiando il sedere mormorando imprecazioni.
Subito la mia faccia andò a fuoco, ringraziai la mia pelle olivastra che avrebbe mascherato quasi completamente il mio imbarazzo.
Lo scriciolo alzó la testa e subito i miei occhi si scontrarono con gli occhi della tigre.

Non erano occhi particolari, anzi erano dei comunissimi occhi castano scuro ma il modo in cui ti scrutavano sembrava quello di una tigre.
Ti osservavano come se fossi una preda che era appena caduta in trappola o come se stesse per saltarti a dosso e sbranarti senza pietà.
Non accadde nulla, la ragazza si alzó in piedi.
Spontaneamente mi chiesi come facesse a rimanere in equilibrio su quei specie di trampoli che la facevano sembrare più alta di almeno 10cm.

Quando si alzó non potei che far passare lo sguardo su quella figura così esile, sembrava una bambolina di porcellana.

-Mi scusi mister sono alto 2 metri e mezzo, dovrei passare..
Mi spostai immediatamente e mi distolsi da quello stato di trans in cui ero caduto alla vista di quell'angelo nero.
Mi passó di fianco e mi guardó e mi parló con tono minaccioso
-Racconta a qualcuno anche solo 1 parola di quello che è appena successo e giuro che ti trovo, ti strangolo, ti faccio a pezzi e ti do in pasto al mio pesce palla.

Ꮐꮮꮖ ꮻꮯꮯꮋꮖ ꭰꭼꮮꮮꭺ ꭲꮖꮐꭱꭼDove le storie prendono vita. Scoprilo ora