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Quella notte dormì male. Nella sua mente si agitavano pensieri frustranti che lo assillavano minando i suoi tentativi di sforzarsi a dormire.

Lenzuola di seta, rilassante luce soffusa e un afrodisiaco e calmante profumo di ylang ylang che gli ricordava Alessandro; tutto appariva distante, quasi inutile, nel ripristinare il suo sonno. Nulla riusciva a scacciare quel disagio che lo imprigionava.

Arrivò il mattino, con il sole insinuatosi dolcemente fra le tende. Yan sollevò gli occhi sulla sveglia; non erano nemmeno le sette, motivo per cui avrebbe avuto ancora un paio d'ore per riposare prima della scuola. Se solo fosse stato lunedì, si disse gettando di lato le coperte. Sospirò, rassegnato.

Scese in sala da pranzo fresco di doccia e con addosso un semplice maglione blu e pantaloni color cachi. Non aveva messo la cintura, né il suo rolex e aveva deciso di scoprire gli orecchini portando indietro I capelli con una punta di gel. Suo zio non l'avrebbe apprezzato ed era quello il suo intento.

Incrociò Arianna, ma non la degnò di un solo sguardo rifilandole un "ciao" a denti stretti. Dalla sala da pranzo si accedeva alla cucina, spaziosa ed elegante. Disposta su un'unica lunga parete, presentava i dominanti bianco, color legno e grigio pietra. Un tocco di nero nelle sedie della penisola e nei lampadari a discesa sul tavolo e una buona dose di acciaio negli elettrodomestici e in alcune rifiniture come le maniglie.

Ciò che Yan preferiva erano però quei pochi oggetti sparsi per la stanza senza un ordine apparente. Erano di sua zia e li trovava bellissimi; il cuore tortora in stile shabby appeso al frigorifero, una deliziosa fila di vasetti in vetro decorato di Murano posati su una mensolina, che forse potevano contenere delle spezie, il decoro in pietruzze blu balena al centro delle piastrelle color pietra e poi una delicata orchidea sopra la penisola e il dolce profumo della tisana al miele che sua zia si preparava ogni mattina.

Era bello notare ogni giorno quei piccoli dettagli, pensò versandosi un bicchiere d'acqua e limone da una bottiglia di bevanda già pronta. Sua zia forse non conosceva cosa fosse davvero lo stile, ma portava in seno quella delicatezza e quella disordinata armonia che solo un'artista poteva avere.

Altri due sorsi d'acqua e tornò in camera sua. Diede un'occhiata al cellulare; due chiamate perse. Cascini. "Cazzo." Richiamò subito, mentre usciva in terrazza a prendere un po' d'aria. Non era troppo freddo, ma un venticello non troppo delicato gli scompigliò I capelli.

«Yan? Finalmente!»

«Ho visto le chiamate. Dimmi.»

«Ho una brutta notizia, Yan.» La voce di Enrico Cascini era bassa, poco confortante. «Il set di questa settimana è annullato.» "Merda." Il cuore di Yan sobbalzò. «Che è successo?»

«Cesco si è beccato una brutta influenza. Senza uno alle luci non posso organizzare il set. Ho provato a chiamare un altro, ma nessuno è disponibile. E sai quel tipo, il biondo palestrato...»

«Leonardo.» Yan sentì un brivido gelido di rabbia percorrergli la schiena.

«Sì, Leonardo, lo stagista. Più sentito. E l'ho richiamato per tutto il sabato.»

«Ma c'è Doriana no?»

«Dori è la mia assistente, Yan, non posso permettermi che stia alle luci. Io voglio le cose fatte bene, altrimenti non si fanno. Dobbiamo rimandare.»

"Ma io ho bisogno del mio lavoro, cazzo." «Va bene, allora mi farai sapere per la prossima settimana?»

«Sì, sì, tieniti libero. Non ne trovo di belli quanto te.»

«Modestamente.»

«Comunque, avrei una proposta per te se può interessarti.» Cascini abbassò la voce riducendola quasi a un sussurro, come stesse per dire qualcosa che nessuno a parte loro due dovevano sentire, e nemmeno Yan se non avesse alzato il volume di chiamata.

«Sì,dimmi.»

«Un mio amico, si chiama Lorenzo Nobili, è un fotografo e pittore. Cerca modelli per un book di nudo. Potrei proporti...»

«Nudo?»

«O semi-nudo, comunque paga bene. Sarebbe entusiasta di un bel faccino come il tuo.»

Yan ci pensò, solo per un attimo, le parole "paga bene" stampate nella mente, ma scosse la testa fra sé: «Grazie della proposta, Enrico, ma io non poso nudo.»

«Mm,un gran peccato. Ti avrebbe preso sicuro.»

«Grazie ma no. Aspetterò i tuoi aggiornamenti riguardo il set.»

«Sì, ti farò sapere. Ciao Yan. E tieniti libero, mi raccomando. Anche se... pensaci a Nobili, è un bravo fotografo, ti aprirebbe molte...»

«Sì, sì» lo interruppe brusco. «Ci sentiamo. Ciao.» Riattaccò. "Porte. Sì, mi aprirebbe molte porte." Eppure aveva detto no a Cascini; si chiese se avesse sbagliato, ma davvero posare nudo non gli andava. Gli pareva di cadere in basso e non era disposto a farlo, nemmeno per i soldi. Li avrebbe trovati in un altro modo. "Leonardo."

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