Con il cucito non andava bene come con il disegno, si disse Yan mentre una vocina nella sua testa respingeva all'istante quel dato di fatto.
La stoffa non aderiva alle forbici, le forbici vi scivolavano come acqua fra le dita. Aveva sbagliato stoffa? O erano le forbici ad essere fatte male?
Sbirciò di lato i compagni e provò un fremito notando l'assenza così insolita di Alice al suo fianco. Non fosse stato tanto orgoglioso ne avrebbe sofferto. Adocchiò il tessuto rosso lucido che Francesco Lana, chiamato così perché vestiva sempre molto pesante, stava già trasformando in una blusa dalle ampie maniche a sbuffo. Avrebbe dovuto ornarsi anche di un discreto fiocco a giudicare dal disegno del modello poggiato sul suo tavolo. Che fosse bella o meno, non sembrava gli mancasse molto per terminarla.
Dall'altra parte Matteo Stivali, secondo cui sneakers, mocassini, stringate, ciabatte e sandali non esistevano, era impegnato nell'arduo compito di ritoccare il suo disegno, passando da un eccentrico bomber floreale super colorato a un cardigan chiuso a bottoni; o a cerniera, voleva metterci una cerniera?
Matteo si volse e svelto Yan distolse lo sguardo; era inutile, si disse, osservare il lavoro altrui quando nessuno avrebbe potuto eguagliare il suo una volta terminato. "Sempre se questa cazzo di forbice..."
Ci mise forza tentando di mantenere saldo il tessuto e spingendo le forbici su di esso e mantenendolo teso con l'altra mano. Un movimento goffo, un dito nel posto sbagliato, seta che si adagiava tra le sue gambe incrociate sotto al tavolo. "Cazzo."
Si portò il dito al volto e osservò per un attimo una gocciolina di sangue che faceva capolino tra la pelle candida. "Cazzo, cazzo, cazzo." Strinse il dito con l'altra mano, alzandosi al contempo e ignorando il professore accigliato. "Cazzo." Riuscì a notare una goccia di sangue farsi strada tra le sue mani e cadere sul suo disegno, dove capeggiava un'elegante soprabito nero, prima che cominciasse a girargli la testa.
"Cazzo. Stracazzo." Come stava immaginando e senza che potesse terminare di immaginarlo, le sue gambe si fecero molli come quella dannata seta.
Riaprì gli occhi su una confusione di volti che lo fissavano, tra le luci dell'aula che gli parevano accecanti. Un altro "cazzo" affiorò nella sua mente. Quante bestemmie e parolacce era in grado di pensare in una sola volta lui che per contro amava tanto buon gusto ed eleganza? pensò amareggiato.
«Martini, devo chiamare un'ambulanza? Mi sembra eccessivo per un taglietto a un dito...»
«No, professore, sto bene. È solo che odio il sangue.» Si alzò di scatto, sentendosi in imbarazzo e chiedendo di andare al bagno. Fuori dall'aula si guardò il dito, ancora sanguinante. Doveva essere svenuto giusto per qualche secondo.
Corse verso il bagno dove si lavò dal sangue e avvolse il dito nelle salviette per asciugarsi le mani. Il taglio non era esattamente un taglietto come lo aveva definito il professore, ma era invece bello profondo, constatò Yan schifato dal sangue che continuava a uscire.
"Gran bella mattina di merda." Scosse la testa, pensando al suo lavoro che sarebbe rimasto incompiuto. Alice avrebbe detto che era l'ennesimo test fallito e forse ne avrebbe riso; e odiava alla follia doverle dare ragione.
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Coesione
RomanceCos'è l'amore se non una Coesione tra due elementi? Yan e Xavier sono due ragazzi molto diversi con vite altrettanto diverse. Yan vive con i ricchi zii, lavora come fotomodello e sogna di diventare un famoso stilista; presto però scoprirà che non tu...