6.

320 48 5
                                    

Durante il turno di notte non sono più ritornata da Corey per non distrurbarlo con la sua ragazza.

Mi stavo facendo strane idee lo ammetto, mi piaceva, mi piaceva come mi stuzzicava sempre e con il sorriso e mi piaceva tutto di lui, ma non dovevo farmene, tra noi ci doveva essere un rapporto tra infermiera e paziente, nient'altro.

Dovevo dimenticarmelo, e poi lo conoscevo solo da 2 giorni.

La mattina ritornando a casa trovai una faccia conosciuta in una panchina sul lungomare.

Era George che non faceva altro che guardare il mare.

«che ci fai qui alle sette di mattina, non c'è nessuno»

«ci sei tu»

Arriossí sentendolo dire così.

«ti siedi qui con me?» mi domandò mettendo una mano sulla panchina per indicarmi il posto libero.

«va bene, ma per poco» sorrisi

Quel poco tempo che avevo previsto durò un'ora, parlammo del più e del meno, del lavoro, del passato.

Mi faceva bene staccare dal lavoro, non facevo altro che pensare al sorriso di Corey e al fatto che non potevo proprio innamorarmi di lui perché era fidanzato.

«mi ha fatto piacere stare a parlare qui con te» li dissi sorridendo

«anche a me» mi disse guardando il pavimento per poi guardarmi negli occhi.

Si avvicinò piano a me senza mai staccarmi gli occhi di dosso, io feci lo stesso, ma restando ferma.

Non sapevo che intenzioni avesse con me e nemmeno io sapevo che intenzioni avevo con lui.

Ero innamorata pazza di quel presuntuoso di Corey e non riuscivo a pensare ad altro.

Poi George mi baciò, ma non ricambiai il bacio.

Non sapevo che mi stesse succedendo, ma non l ho ricambiato.

«che cazzo stai facendo?»

Non faccia neanche in tempo a vedere chi fosse che una mano mi prese il polso, graffiandomi anche, e mi strattonò via, alzandomi di colpo.

La stessa voce colpí in faccia George con un solo pugno stendendolo.

Si girò verso di me e potei vedere chi era quel deficiente.

Era Mike, più incazzato che mai.

Molto probabilmente aveva visto la scena e si scatenò.

«che cazzo fai?» li urlai conto

«tu levati dal cazzo Emma che devo ancora finire» mi disse girandosi verso George

«TU NON FINISCI UN BEL NIENTE» gli urlai

Chiamai immediatamente l'ambulanza senza neanche pensare a che cosa gli avrei detto.

Dovevo tirare fuori la verità.

Mike sarebbe andato nelle rogne, ma ormai non me ne importava più nulla.

Era ora di finirla con sta storia.

Dopo 5 minuti dalla mia chiamata all'ospedale, in lontananza si sentì l'ambulanza allontanare.

Mike sentendola si allontanò come se nulla fosse, per scappare dai problemi.

Non lo calcolai più di tanto, sapevo dove farlo trovare.

«cos'è successo?» il paramedico scese dall'ambulanza.

«un ragazzo li ha tirato un pugno poi lui è svenuto»

«riesci a descrivere quel ragazzo?» mi chiese mentre metteva George svenuto nella barella

«si, è il mio ex ragazzo purtroppo»

«ah!» concluse il paramedico facendomi salire sull'ambulanza

«tu stai bene?»

«si ho solo qualche graffietto nel polso e poi mi verrà il livido»

Portarono George all'ospedale per fare dei controlli, io invece aspettavo nella saletta di attesa mentre davo informazioni sul mio ex all'infemiera.

«tutto apposto nulla di strano, solo gonfio nell'occhio, sarà da controlllare domani» mi disse l'infermiera uscendo dalla sala

«ok grazie, dov'è ora?» li domandai

«nella stanza 24, non ti dico dov'è, tanto lo sai, fai l'infermiera da noi, ti ho già vista in giro»

«ok grazie, allora ci vedremo» e mi allontani

Ora disperata, dovevano metterlo per forza nulla stessa stanza di Corey?

“perché tutte a me?” mi domandai tra me e me.

Andai verso la stanza 24, bussai e senza che nessuno mi rispondesse, aprí.

George si era ripreso, mi stava guardando del suo lettino e Corey fece lo stesso.

«come stai?» domandai a George preoccupata.

Corey intanto guardava la scena.

«bene, apparte un po' di dolori in faccia»

«lo conosci?» mi domandò Corey con la fronte leggermente aggrottata

«certo che lo conosco» li risposi girandomi verso di lui

«chi è?»

«cos'è tutta questa curiosità?»

«niente chiedevo»

«io sono George, piacere» disse George allungando la mano

«Corey» disse freddo, senza però allungare la mano

«state insieme?» domandò Corey

«non sono affari tuoi, e anche se fosse? Tu sei fidanzato»

«ma chi te l'ha detto?»

«nessuno, ma immagino. La ragazza che era qui l'altro giorno tutta preoccupata per te e con un carattere irritante e fastidioso, mi sembrava fosse la tua ragazza»

«ti sbagli, è la mia ex ragazza e siamo restiti amici»

«mi fa piacere» deglutii pensando alla conversazione che avevamo appena fatto

Sembrava geloso, perché li importava così tanto di me? Perché tutte quelle domande sul mio fidanzato inesistente?

«io devo andare» non sapevo che altro dire e stare lì ma George con Corey vicino mi faceva strano.

«domani mattina George ti dimetteranno, ma ci vedremo lo stesso in giro da qualche parte» lo salutai senza salutare Corey che a differenza di George lo guardai soltanto facendo un sorrisino.

«va bene» mi rispose, e poi me ne andai.

















I who think only of you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora