Non è possibile.
Non ci posso credere.
Pensavo che non l'avrei mai più rivisto.
E invece eccolo qui, davanti a me, mentre mi fissa con i suoi occhi di ghiaccio e un ghigno dipinto sul volto.Facciamo un passo indietro.
Torniamo al periodo delle superiori.Frequentavo l'unico liceo politecnico della mia città, dato che la maggior parte erano classici, scientifici e linguistici.
La materia che mi piaceva di più era informatica, infatti aspiravo a diventare un tecnico informatico, propio come mio padre.Oltretutto i miei compagni di classe erano per la maggior parte miei amici, quindi non fu tanto difficile ambientarsi, e i professori erano tutti molto gentili.
Tutti meno uno. Il professore di informatica.
Era un uomo sulla quarantina, capelli neri e occhi azzurri ghiaccio. Non rimanemmo per nulla sorpresi quando scoprimmo che era sposato. Immagino che nessuna donna si sarebbe lasciata scappare un partito del genere.Il suo bell'aspetto però nascondeva un carattere tutt'altro che gradevole.
Non solo ci sommergeva di compiti, ma ci faceva andare in aula computer solo una volta al mese. Insomma, tutta teoria e niente pratica.Dire che l'odiavo è un eufemismo.
Nemmeno l'ultimo anno cambiò atteggiamento nei nostri confronti.
Ma ormai ero stufo, era giunta l'ora di compiere la mia vendetta. Gli avrei rovinato la vita come lui aveva fatto con me.E l'opportunità, arrivò l'ultimo giorno di scuola.
Il professore era stato incaricato di creare una sorta di presentazione per salutare il nostro preside, che sarebbe andato in pensione.
Sarebbe stato un vero peccato se qualcuno l'avesse manomessa.Riuscì in qualche modo ad ottenere la chiavetta, e una volta in mio possesso cancellai il contenuto e lo sostituì con un virus che, oltre a prendere per i fondelli il preside, avrebbe mandato in tilt tutti i computer della scuola.
Il mio piano riuscì alla perfezione, e la colpa ricadde sul professore di informatica, che venne ovviamente licenziato. Il quale però venne a sapere che l'artefice di tale scherzo ero io. Ma non poteva farmi niente, dato che non aveva prove per incolparmi.
Dopo aver ricevuto il diploma andai in una scuola di specializzazione, per prendere una laurea e poter iniziare a lavorare.
Nella mia nuova classe c'era una ragazza che mi attirava particolarmente.
Gli occhi erano verde smeraldo e i capelli castani. Si chiamava Rebecca, e ogni volta che la vedevo il cuore mi batteva a mille.A quanto pare anche lei provava lo stesso interesse che io provavo per lei. Dato che una settimana dopo esserci conosciuti, accettò di uscire con me e, nemmeno un mese dopo, eravamo già fidanzati.
È passato un anno da quel giorno, e oggi incontrerò, per la prima volta, i suoi genitori. Spero di fare una buona impressione
Sono davanti alla porta di casa sua, sono vestito abbastanza elegante e le ho portato un mazzo di primule, il suo fiore preferito.
Busso alla porta.
Dopo un primo momento di attesa la porta si apre.
Mi aspettavo di trovarmi Rebecca e invece, davanti alla porta, c'è niente di meno che il mio ex professore di informatica. Anche lui sembra sorpreso quanto me.Da dietro di lui spunta la mia dolce Rebecca, che dopo avermi scorto mi saluta sorridendo.
Rebecca: <Amore, finalmente sei arrivato! Papà questo è il mio ragazzo, tesoro lui è mio padre.>
Spazio autrice
Buongiorno!
Piaciuta la storia?
Fatemi sapere, nei commenti, se vi siete mai ritrovati in una situazione del genere.
Detto questo.....
Alla prossima storia.
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Assassino con Delitto
MizahQuesto libro è una raccolta di brevi storie horror, ambientate ai giorni nostri. Leggere per saperne di più