5° Parte

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Il telefono della camera suona, è la sveglia che ha impostato mio padre per tutti, mi stiracchio e mi alzo. Mi faccio una doccia veloce e vado a chiamare i gemelli con i loro compagni di camera cioè Radja e Federico e Matteo che è in camera con Daniele e Stephan. Busso alla prima camera, <BUONGIORNO AZZÙ>, sento urlare Federico da dentro la camera, <vado dai tre non ci mettete tanto>, <SI TRANQUILLA MA PERCHÉ STO URLANDO?> si chiede Federico da solo, <perché sei scemo vai Azzù tranquilla>, rido e vado verso la camera degli altri. Busso più volte ma non risponde nessuno, <ao ma siete sordi...a Mattè sveglia... Ho capito vado io>, brontola Daniele da dentro la camera, la porta si apre, <finalmente una che ha le palle... Buongiorno Azzurra... Entra>, sorrido ed entro nella loro camera, <o mio dio che porcile... Wow>, <Azzù siamo tre... Puoi provare a svegliare il gemello io ci ho provato ma niente>, sorrido e mi avvicino al letto dove Matteo stava ancora dormendo, Stephan credo sia nell'altra stanza, <paci sono Azzurra... Svegliati è mattina devi farti una doccia e scendere a fare colazione insieme a noi.. Dai paci>, sento Daniele ridere, <aspetta il suo soprannome è paci non c'è la posso fare>, <dai con questo soprannome>, mugugna Matteo mentre si sveglia, <te lo porterai anche nello spoiatoio caro mio>, ride Daniele mentre si butta sul letto accanto, <È insopportabile questo soprannome solo perché ho sbagliato una parola Giovanni me lo ha dato>, ridiamo, mi volto verso la porta di fronte e vedo Stephan fermo lì a guardarci, <A Ste buongiorno hai sentito il soprannome di Matteo paci... L'ho detto che Giovanni è un genio cioè era Azzù scusa>, sorrido al mio amico, Giovanni aveva conosciuto sia Dani che i gemelli in un ristorante e sono subito diventati amici, <Dani tranquillo... Ci vediamo giù... Matteo non fare la lumaca come sempre e non fare arrabbiare Dani>, do un bacio a Matteo sulla guancia a Matteo, mi alzo dal letto e faccio lo stesso con Daniele, guardo Stephan e poi esco senza dire o fare nulla. Stamattina sono scesi tutti puntuali, saranno le 6 ore di fuso a farli essere così puntuali. Finita la colazione siamo saliti in pullman diretti al centro sportivo che ci avrebbe ospitato per questi pochi giorni a Boston. Inutile dire che il panorama che osservavo da dentro il pullman era stupendo, senza nulla togliere all'Italia e a Roma però. Scesa dal pullman mi guardo intorno, non so se è il sole a rendere ancora più bello quello che vedo o è realmente così, <porca puttana!>, sento alle mie spalle, mi volto e vedo Matteo che litiga da solo con il suo borsone, <paci che stai combinando...ma non vedi che non ci passi>, <Azzù mi sembrava di si...aiuto>, rido, <mollalo a terra e giralo scemo non ci vuole una laurea>, vedo Fede comparire per scendere, <o>, io e Fede scoppiamo a ridere. <Azzurra amore...hai lo spogliatoio per cambiarti è vicino a quello dei ragazzi>, <ok grazie papà>, sorrido a mio padre ed entro nello stanzino e mi cambio velocemente. Esco sapendo che i ragazzi ci metteranno una vita. <Amore mi aiuti a sistemare le cose che Damiano è al telefono>, <certo papà arrivo>, mollo la mia borraccia con il tè alla menta congelato sull'erba del campo e vado verso mio padre per aiutarlo, <amore posso chiederti una cosa?>, mi fermo e guardo mio padre, <si papà certo che mi puoi chiedere quello che vuoi... tutto bene?>, <si tranquilla...so che per te Giovanni è un discorso non facile ma è giusto sia così...ma tu è Stephan siete andati via per questo da casa? Tua madre non mi ha detto nulla>, sospiro, <ha sentito la mamma che mi diceva che avrei dovuto dirglielo quello che io e Giovanni eravamo e cosa sarebbe successo se lui non fosse morto... ha le sue ragioni per essere scappato così da casa nostra e per non parlarmi da settimane>, mio padre mi guarda, <perché sarebbe giusto amore...Giovanni e tu eravate fidanzati da quando eravate adolescenti eravate sempre insieme e progettavate di sposarvi e mettere su famiglia...non ci trovo il senso per scappare via>, in effetti mio padre non ha tutti i torti, <lo so papà ma Stephan si è fidato di me...poi può avere sia torto che ragione ma ti prego non dire e fare nulla come ho già detto ai gemelli e ad Alessandro...chiaro?>, mio padre sorride, <ok va bene>, <bene ora torno a lavorare i ragazzi stanno arrivando>, sorrido a mio padre e prima di andare mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia. È ora di pranzo, sto aiutando Stefano a sistemare le cose per il pranzo dei ragazzi, mio padre oggi ha deciso di fargli fare una doppia seduta, <o Azzù me lo presenti il novellino ha un tocco della palla fantastico per non parlare dei numeri che fa>, sorrido, <scusa sei lo stesso che mia ha detto che è meglio che lo conosca tardi se poi è una pippa>, <ma quanto sei spiritosa... sembri Alessandro e ti assicuro non è un complimento>, ridiamo entrambi e ci rimettiamo a finire il nostro lavoro. Faccio segno a mio padre per far smettere i ragazzi che era tutto pronto, <RAGAZZI STOP IL PRANZO>, appena mio padre finisce la frase tutti incominciano a correre verso me e Stefano, sorrido sembrano mio fratello Simone. Sento una mano appoggiarsi sul mio braccio, alzo lo sguardo e mi volto per vedere chi fosse, <Stephan va tutto bene?>, chiedo, sono fatta così lui sta sbagliando ma sono a sua disposizione, <possiamo parlare? Solo noi due>, allora ora perdo la brocca, come dice mia nonna, ha avuto settimane intere per parlarmi ora che sto mangiando gli deve venire la parola, sospiro, <certo...ragazzi non tanto casino e non mi toccate il cibo me ne accorgo... paci hai capito>, Matteo mi guarda e ride. Mi alzo e seguo Stephan, <dimmi>, Stephan mi guarda, ok forse il tono della mia frase è uscito diverso da come suonava nella mia testa, <vorrei che mi perdonassi... per come ti ho trattato quel giorno e per averti lasciato lì...ma quelle cose le penso ancora... tutti sanno chi è Giovanni e ne parlano io no sto li>, lo guardo, <ti prego di non tirarlo in questa discussione lui non centra nulla e non lo conoscevi come gli altri>, sento una lacrima bagnarmi il volto, <lascia stare Stephan torniamo a mangiare sono io a non volerti più parlare>, mi alzo dal gradino, mi asciugo le lacrime e torno dov'ero prima lasciando Stephan lì. Non ci posso credere si crede nella ragione, non ha perso la persona che amava davanti a i suoi occhi. Mi siedo sulla panchina vicino a Matteo, che mi guarda, <paci non ora continua a mangiare tranquillamente>, <ok vieni qua>, Matteo mi tira a lui, da quando Giovanni se né andato mi è stato sempre vicino più degli altri. Finito il pranzo mio padre richiama i ragazzi. Finalmente siamo tornati in hotel sono stanza, non vedo l'ora di cenare e andare in camera mia per studiare, mi aspetta un esame di tedesco, il giorno dopo che torniamo dalla turnèe. Finita la cena, ho dato a tutti la buona notte e sono salita in camera mia per studiare, letteratura, tradurre e imparare poesie o brani in tedesco. Menomale che il letto e quello matrimoniale, è ricoperti di libri, di quaderni e di fogli appallottolati, sento bussare alla porta della camera, mi alzo scalza come sempre anche se ho le ciabatte non le uso, apro la porta, <Daniè>, <Azzurra puoi venire da noi... non so che gli sia preso a Matteo...dal nulla lui e Stephan hanno incominciato a litigare poi Matteo ha incominciato ad ansimare ma molto forte>, cazzo l'asma di Matteo è da tanto che non succedeva, rientro subito, incomincio a cercare l'inalatore di Matteo, trovato, <ci sono andiamo...hai detto qualcosa a Fede o altri?>, chiedo sapendo quanto sia ansioso Federico per il suo gemello, <no mi sono ricordata quello che mi avevi chiesto quando ancora non lavoravi ancora per la Roma>, sospiro, <ok hai fatto bene>. Entro velocemente nella loro camera, Matteo è sul balcone insieme a Stephan e lo cerca di tranquillizzare, inutile direi perché è un attacco d'asma, <Paci... ei sono qui... fai respiri profondi>, mi abbasso ad essere alla sua stessa altezza, <Dani potete tornare dentro grazie>, <ok a Ste stai sordo...entra>, Daniele si altera, <Dani non aiuti Matteo così... nemmeno tu per questo>, Stephan mi guarda ed entra nella loro camera, <ok... ci sono io tranquillo tieni l'inalatore fai respiri profondi... è tutto apposto ci sono io>, Matteo prende l'inalatore e respira, l'asma lentamente rallenta per poi smettere, <apposto...Cristo che paura mi hai fatto prendere paci...dammi un abbraccio>, Matteo sorride e mi tira a lui, abbracciandomi forte, <andiamo nella mia stanza così mi spieghi di più cosa è successo e ti tengo sotto controllo>, <ok>. Ci alziamo e rientriamo nella camera, <Dani...Matteo starà con me così voi riposate e io lo tengo sotto controllo>, <ok...se serve qualcosa chiama o mandami un messaggio non ti fare problemi>, sorrido, <tranquillo...buona notte ci vediamo domani mattina>, sorrido ed esco dalla camera con il mio amico per poi rientrare nella mia camera, distante solo cinque porte. <Fatti spazio nel letto... sciacquo l'inalatore e torno da te>, <ok grazie>, sorrido al mio amico. Sono in bagno a sciacquare l'inalatore di Matteo, mi tornano in mente le serate che Matteo passava sveglio insieme a me dopo il funerale di Giovanni, ha rinunciato a giorni di allenamento e ad altro per stare al mio fianco. Ritorno nella camera da letto e trovo Matteo che dorme beatamente come un neonato, poso tutto facendo attenzione a non fare rumore per non svegliarlo e mi sdraio vicino a lui, sarà una lunga notte dove io non chiuderò occhio, ma per Matteo fare tutto.

Casa è dove ci sei tu (Stephan El Shaarawy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora