9° Parte

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Appena tornata nella mia camera, ho fatto una doccia veloce, per poi sistemare tutte le mie cose che avevo sparso per la camera, sono andata in soccorso di Matteo che non riusciva a trovare delle scarpe e come immaginavo le ho trovate sul balcone, ho aiutato Stephan nel finire la sua, non immaginavo che i maschi potessero essere fissati come noi femmine per la cura dei capelli o per lo meno non mi immaginavo che lui avesse così tanti prodotti per i capelli. Dopo aver preso ingiro Matteo per come si stava legando le scarpe, scendiamo a cenare. Finita la cena, siamo subito saliti nelle nostre camere, per prendere le nostre valigie per poi andare in aeroporto. Appena seduta sul mio posto, credevo che mi sarei rilassata per le 2 ore di volo, invece non succede quello che pensavo perché Alessio si siede vicino a me, <mi sbaglio o questo non è il tuo posto?>, chiedo sapendo già la risposta, Alessandro ride, <questo posto è libero conoscendo tuo padre...comunque che mi racconti di bello?>, mi chiede il mio amico facendo un sorriso malizioso, so dove vuole arrivare ma non glie la do vinta, <Alessà ti racconto le stesse cose che ti racconto da 3 anni>, lo guardo, Alessandro mi fissa, < come sei spiritosa...sai di che parlo>, <si lo so ti stavo solo prendendo in giro... non c'è niente da raccontarti>, <si come no e io sono una femmina>, rido, <l'ho sempre detto>, continuo a ridere, <dai perché non mi dici niente>, Alessandro si finge offeso, <nemmeno Penny fa così...non c'è nulla che io ti debba raccontare Alessà>, <ma se vi siete tenuti per mano tutto il tempo>, rido, <sei serio?>, chiedo <si>, < ma santo Alessandro... ha il colpo della strega>, <dai non mi prendere per il culo>, ma sta parlando seriamente, <Ale no ti sto prendendo per il culo... e da ieri notte che non dorme per il dolore brutto scemo lo hai visto anche a pranzo>, <o è vero...mi stavo facendo già i film mentali...uffa>, rido per la faccia che fa il mio amico. Restiamo a parlare per tutto il resto del volo, fino al momento dell'atterraggio, il momento che io odio più al mondo, me la faccio a dosso ogni volta, mi accovaccio sulle mie gambe, Alessandro se la ride, <Alessandro non è spiritoso mi sto cacando di sopra...me lo ricorderò appena mi chiederai qualcosa>, Alessandro non mi risponde e continua a ridere. Finalmente siamo atterrati, prendo la borsa del mio pc che è nello sportellino sopra e vado verso l'uscita, <AZZURRA>, sento urlare da lontano, mi volto e vedo Stephan ancora seduto nel suo posto, <Ste... Ma che fai ancora seduto? >, chiedo avvicinandomi a lui, <e che non mi avete sentito ho chiamato sia te che Ale ma stavate parlando e non mi avete sentito>, lo guardo e sorrido, <scusa Ste... Dai vieni dammi la mano>, <grazie>, Stephan sorride e mi stringe la mano per poi alzarsi. <Ao ma che fine avevate fatto?>, ci chiede Daniele appena ci vede tornare, <ha il colpo della strega piccoli geni>, scoppio a ridere per la faccia che fanno i miei amici, <non so se prenderlo come un complimento o sentirmi offeso?>, chiede ridendo Alessandro, appena finisce la frase tutti scoppiamo a ridere, <Azzú sei con le lacrime>, mi dice continuando a ridere Francesco, <Fra ma come faccio a non ridere alle cretinate di Ale>, Matteo mi guarda e lo stesso fa Alessandro. Ora che ci penso era dalla morte di Giovanni che non ridevo con le lacrime, sarà un caso o la stanchezza, non ci do tanto peso. Dopo aver preso i nostri bagagli raggiungiamo mio padre che ci aspettava tutti fuori, pronti saliamo in pullman che ci porterà in hotel dove riposeremo fino al pomeriggio di ormai questo giorno. Dopo una mezz'ora arriviamo nel hotel che è ancora più bello di quello che ci ospitava prima, quest'anno la Roma non ha pagato a spese, penso aiuto Stefano a tirare fuori tutte le valige dei ragazzi. Entriamo in hotel diretti da mio padre e Damiano, loro due si conoscono da anni e non l'ho mai chiamato Damiano ma solo zio come faccio anche con Alba sua moglie, <RAGAZZI È TARDI LE CAMERE RIMANGONO LE STESSE DI PRIMA ORA IO E IL MISTE VI DIAMO LE CHIAVI... POI FILATE A DORMIRE LA SVEGLIA È GIÀ MESSA... MA COMUNQUE CI VEDIAMO ALLE 3 PER PRANZARE>, urla zio, facendo saltare tutti, ricevendo un ok in coro. <Azzurra gioia te li affido>, sorrido prendendo le chiavi sia della mia camera che quelle dei miei amici, <ok zio però no gioia è inquietante>, rido guardandolo. Faccio segno ai miei amici di salire con me e nel frattempo gli do le chiavi, <Azzú... ma Bertolini urla sempre così?>, mi chiede Stephan arrivando piano piano con l'aiuto di Radja, <zio si è trattenuto te lo assicuro... Federico ne sa qualcosa>, Stephan guarda Federico, noi altri scemi come ci chiama Federico ogni volta che gli ricordiamo il salto mortale con atterraggio dentro la pozzanghera del suo telefono, <altri scemi che non siete alto ridete ancora per le disgrazie altrui maledette merde che non siete altro... E te non mi guadare così>, Stephan scoppia a ridere insieme a noi che non ci eravamo mai fermati. <Siamo arrivati basta che svegliamo le altre persone... Ognuno nelle proprie stanze e non mi riempite di messaggi... Radja>, i miei amici stanno per ridere ma li fulmino,  <mi sa che ha ragione Azzú andiamo a dormire sono davvero distrutto... Agrappate a me Stephanino piccolino de nonna Erminia>, <Dani stai facendo fischiare le orecchie a mia nonna quando la sento gli dico che è colpa tua...A Ste ci penso io>, i miei amici che prima erano girati di spalle si voltano all'improvviso verso di me che stringevo Stephan, <te lo lascio con tutto il cuore... E non ti azzardare a dire niente a nonna Erminia che ancora porto i segni dell'ultima volta>, Stephan non capendo mi guarda, sorrido, <Ste si vede che non conosci ancora mia nonna... Eravamo a casa fuori in giardino in piscina a festeggiare il compleanno dei gemelli... Mia nonna che stravede per loro si è fatta un 3 alla guida da Empoli fino a Roma...quel cretino di Daniele l'ha persa in giro per 2 ore forse all'ultimo mia nonna si è vendicata>, Stephan ridendo guarda Daniele che era davanti a noi, <non è spiritoso a Stephan non ha 87 anni gli avranno sbagliato la carta di identità ha fatto uno scatto che nemmeno tu quando non sei combinato alla pensione fai te lo dico lei è il mito supremo>, <basta parlare di nonna Erminia sennò le mando un messaggio Whatsapp... Filate a dormire>, guardo i miei amici che vanno verso le loro camere. Finalmente entro nella mia camera, <ora mi devi spiegare tua nonna ha 87  anni e ha Whatsapp?? La voglio conoscere>, Stephan ride, <si 88 settimana prossima si ha Whatsapp e ti assicuro scrive anche abbreviato... Te la farò conoscere prometto>, sorriso a Stephan che ricambia il sorriso, <ok aspetto con ansia quel giorno>, rido, <alza la maglia che ti metto la cintura>,Stephan ridendo fa quello che gli ho appena chiesto, <smettila di ridere scemo che salta tutto e non capisco se la stringo troppo o no>, tento inutilmente a fermare Stephan che continua a ridere, <non lo faccio per dispetto ma hai la ruga sulla fronte la stessa di quando siamo a casa e sei concentrata>, mi blocco e alzo lo sguardo verso di lui, l'unico a notarlo era Giovanni almeno lui me lo diceva, <ho appena detto una cazzata e ho rovinato ancora tutto>, sorrido, <smettila non hai rovinato nulla... Giovanni era l'unico che mi diceva della ruga>, Stephan sorride e non dice nulla. Dopo aver messo la cintura Stephan mi guarda, <che c'è?>, chiedo, <mi dispiace per prima...non sapevo che Giovanni era l'unico a notare la ruga che ti esce quando sei concentrata su una cosa>, sorrido, <tranquillo nessuno ci aveva mai fatto più caso dalla morte di Giovanni>, Stephan senza dire nulla mi tira a lui e mi abbraccia forse, sento il suo respiro sul mio collo e non è un normale abbraccio, Stephan si sposta e mi guarda, non riesco a togliere il mio sguardo dal suo è come una calamita, intanto nella mia camera è calato un silenzio indescrivibile, Stephan continua a guardarmi negli occhi però non è più immobile davanti a me ma si sta avvicinando piano piano, siamo troppo vicini sento delle strane emozioni, sento bussare alla porta, chi sia lo farò santo, <chi è?>, chiedo staccandomi subito da Stephan, <papà Azzurra chi vuoi che sia a quest'ora>, ritiro non merita di essere fatto santo, darà di matto quando vedrà Stephan, sospiro e vado ad aprire la porta. Appena apro la porta mio padre nota Stephan, <e tu che ci fai qua? Sai che dovresti essere nella tua camera a riposare soprattutto con il mal di schiena>, ed ecco che Stephan viene ucciso, <papà ci abito insieme quindi>, Stephan prende la sua maglietta che si era tolto prima, la indossa e si avvicina verso la porta dove ci trovavamo io e mio padre, <nulla mister mi ha solo aiutato ad indossare la cintura e ora vado nella mia stanza... ci vediamo domani a pranzo>, Stephan esce dalla mia camera senza dire altro, sposto il mio sguardo dalla figura di Stephan che ormai era entrato nella sua camera, alla figura di mio padre, <Azzurra sono pur sempre tuo padre e dopo sono il suo allenatore soprattutto se lo vedo nella tua stanza senza maglia>, continuo a guardare mio padre senza dire nulla, <Azzurra smettila di guardarmi così ho capito ho sbagliato domani gli chiederò scusa a Stephan...però smettila di guardarmi cosi>, mi fingo ancora per qualche secondo seria poi scoppio a ridere, < funziona sempre aveva ragione la mamma... che ci fai qua non sei stanco?>, mio padre ride, <non sono stanco sono distrutto sono venuto a portarti la borsa dei libri che avevi lasciato sotto dopo che hai parlato con zio>, mi giro a guardare nella direzione delle valige che erano ancora sul pavimento, <minchia non me ne ero accorata santo zio Damiano>, <Azzurra non dire parolacce te l'ho già detto e poi io te l'ho portata la borsa no zio>, <hai detto di non dirle quando Samu è a casa o con me ora non c'è e le dico>, mio padre ride insieme a me, <vado nella mia camera se hai bisogno di qualcosa chiama ma no per il tedesco>,sorrido abbraccio mio padre e lo vedo entrare nell'ascensore, chiudo la porta e vado alla ricerca del mio telefono ho bisogno di parlare con Alice. Trovo il telefono guardo l'orario sul display qui sono le 2 e 20 del mattino quindi in Italia saranno le 8 e 20 del mattino e Alice sarà a fare colazione. Cerco il suo nome nella rubrica, e dopo averlo trovato la chiamo, <la mia migliore amica che mi telefona che onore sei andata a culo con il fuso o ti sei messa a calcolare l'ora di differenza?>, da questo capisco che Alice è più che sveglia, <ho calcolato la differenza dell'ora ho bisogno del tuo aiuto a capire una cosa>, <sai che non sono brava con le lingue a malapena capisco l'italiano>, <non è per lo studio scema>, Alice ride dall'altra parte del telefono, <a ok allora spara dì tutto alla tua amica>, sospiro, <Stephan ha notato la ruga che mi esce quando sono concentrata... e dopo che gli ho messo la cintura mi continuava a guardare perché gli ho detto che solo Giovanni la notava la ruga e piano piano si avvicinava a me e io ero come imbambolata non so che dirti>, <vi siete baciati dimmi di si ti prego>, <Alice ma che sei fuori...è un giocatore di mio padre e poi ci abito insieme>, <Azzurra tu sei fuori che mi dici le cose a metà... perché hai bisogno del mio aiuto?>, mi chiede, <non mi sono spostata ma ci ha interrotti mio padre e quando gli ha chiesto cosa faceva nella mia camera Stephan si è rimesso la maglietta ha ripreso la sua valigia e se n'è andato nella sua camera dicendo solo ci vediamo domani a pranzo e basta>, cala un silenzio dall'altra parte del telefono, <cicci ci sei?>, chiedo, <si ci sono amica mia stavo cercando di capire la sua reazione di immaginarlo senza maglia perché deve essere tanta roba>, <ma quanto sei scema>, ridiamo entrambe, <domani parlaci ma non con gli altri perché se lo sa Alessandro gli mena>, <mi sa che hai ragione tu faccio come dici tu ci parlo>, <ok fammi sapere come va a finire ora ti lascio sono arrivata in università>, <ok grazie Ali ti voglio bene>, <anch'io te ne voglio tanto un bacio>. Chiudo la chiamata lancio il telefono sul letto apro la mia valigia e prendo la prima maglietta che era sopra e vado in bagno per cambiarmi per poi ricominciare a studiare. 

Casa è dove ci sei tu (Stephan El Shaarawy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora