20° Parte

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Posteggio di fronte casa dei miei e scendiamo, <Azzurra ma una macchina normale tu mai vero?>, mi chiede la pianta velenosa, sto per rispondere ma Stephan mi da una gomitata, sbuffo e suono il citofono, mia madre come il solito apre il portone senza chiedere chi fosse. Entriamo in casa, Samu corre verso di noi, <campione ma dove corri?>, chiede Stephan sorridendo prima di prenderlo in braccio, <da voi... Taz gli hai dato botte?>, mi chiede mio fratello, sto per rispondere ma mio padre mi anticipa, <non gli ha dato botte tua sorelle stupido Stephan si è fatto male>, Samuele scende dalle braccia di Stephan e corre in giardino, cerchiamo tutti di fermarlo ma non lo fa, <vado io scusate>, Stephan sospira per poi uscire in giardino da mio fratello, <ma che è preso a Samuele?>, chiede mia zia, <non lo so è strano da un paio di giorni>, sospiro e tutti mi guardano, <ok so che ha Samu ma se glielo dite si offenderà con me perché mi ha detto di non dirvi nulla>, mio padre mi fulmina con lo sguardo, <ok...la notte che ha voluto dormire da noi si è alzato dopo che ha fatto un brutto sogno e mi ha detto che nel brutto Stephan se ne andava via come ha fatto Giovanni>, sbuffo, mi affaccio alla finestra che da sul giardino, e vedo Stephan, accovacciato di fonte Samu gli sta dicendo qualcosa, <è sveglio per avere 6 anni...Azzurra ma si ricorda quel giorno?>, mi chiede mio zio, <tutto nel dettaglio zio>, sospiro, nella stanza cala un silenzio, fino a quando la pianta velenosa non sprigiona il suo veleno, <guarda il lato positivo cuginetta te lo puoi portare all'università per finire>, la guardo, <io vado fuori che è meglio ma molto meglio>, mio padre trattiene una risata, ma non è normale la pianta velenosa di testa. Esco in giardino e mi avvicino a loro, <maschietti posso sentire cosa vi dite perché dentro picchio Edera se la sto a sentire ancora>, Stephan guada Samu, che dopo qualche secondo mi fa segno di sedermi vicino a lui, Stephan mi guada e guarda di nuovo Samu, <campione di alla tua sorellona cosa mi hai detto>, Samuele mi guarda e si avvicina a me, <ho detto a Stephan che sei una bugiarda perché mi hai mentito>, guado Stephan, <perché ti avrei mentito?>, chiedo guardando Samu, <Stefano si è fatto male come Giovanni>, sospiro, Stephan mi stringe la mano, <Samu...Ste è sbadato lo hai visto l'altro pomeriggio per quanto non ha sbattuto la testa se Matti non chiudeva lo sportello della cucina>, Samu ci guarda, e dopo poco scoppia a ridere, Stephan sorride e mi guada, <ma che ridi?>, chiede Stephan fingendosi offeso, <perché mi ricordo le parolacce che ha detto zio Daniele>, Stephan mi guarda e scoppia a ridere, <ma Samu come hai fatto a capire che lo zio Dani ha detto le parolacce erano in romano... non le ripetere sennò papà uccide sia me che zio Daniele>, ridiamo tutti e tre, <VOI TRE VENITE A MANGIARE>, urla mia madre per chiamarci, <SI MAMMA ARRIVIAMO>, urlo, ci alziamo e raggiungiamo gli altri al tavolo, <mamma ma Fede dov'è andato sapeva che arrivavano gli zii oggi>, mia madre sorride, <sorellina ti manco per caso>, e questo quando è arrivato a casa, <e dove minchia eri?>, chiedo, <Azzurra Samuele>, mi fulmina mio padre, <ne so di... >, Stephan blocca in tempo Samu, e gli sorride, <io ho capito che vuole dire la peste e Stephan grazie>, Fede riede e si siede al suo posto. A cena finita io, Stephan e gli zii torniamo a casa, domani pomeriggio io, mio padre e Stephan partiremo per Cagliari.  La sveglia del mio telefono suona, saranno le 6, stamattina ho messo la sveglia presto, per studiare, mi alzo dal letto, cercando di fare il meno rumore possibile, perché nella stanza accanto ci sono i miei zii. Prendo i vestiti dalla cabina armadio e vado in bagno. Appena finisco di cambiarmi, torno nella mia camera la sistemo, prendo i libri e facendo sempre il meno rumore possibile scendo in cucina per prepararmi la colazione e studiare fino a quando qualcuno non si svegli. Accendo la macchinetta del caffè e nel frattempo mi preparo delle fette biscottate con la marmellata, il mio tazzone di caffè si sta piano piano riempendo, porto i libri, il mio pc e le fette biscottate sul tavolo che c'è in veranda, torno dentro e aspetto che il mio tazzone di caffè si riempa. Sono concentrata a guardare la tazza che si riempiva, che non mi accorgo che qualcuno si stava avvicinando, me ne accorgo solo quando mi sento abbracciare da dietro e vedo la mano destra fasciata, Stephan, <buongiorno non dirmi che ti ho svegliato?>, chiedo, <buongiorno tranquilla ero già sveglio stavo vedendo una serie...ma tu che ci fai sveglia sono le 6 non devi andare oggi in università>, sorrido, <studio... Che vedevi?>, chiedo girandomi tra le sue braccia, Stephan sorride e mi stringe a lui, <i jefferson mi piacciono troppo>, Stephan ride e io lo segno, in effetti non ha tutti i torti, piacciono anche a me molto, <ti vuoi unire a me a fare colazione in veranda?>, chiedo, <si arrivo subito prendo il mio pc e scendo>, Stephan sorride e sale velocemente al piano di sopra nella sua stanza. Prendo uno yogurt dal frigo, un tazzone, i cereali e il succo e li porto in veranda sul tavolo. <eccomi CI SONO>, urla le ultime parole, lo guardo, <che ti urli Ste alle 6 e 30 del mattino ci sono gli altri>, <minchia è vero>, Stephan scoppia a ridere e io lo seguo. Colazione finita Stephan si è offerto di lavare le cose, anche se oggi toccava a me. Sono ormai 3 ore che io e Stephan siamo svegli, sentiamo un rumore e ci giriamo entrambi verso la porta a finestre, <ragazzi buongiorno che fate fuori>, zia si è appena svegliata, <buongiorno zia io studio e lui mi fa compagnia... Zio si è svegliato?>, chiedo, <si è in bagno... Avete già fatto colazione? La preparo? >, chiede la zia, <no Lorenza tranquilla l'abbiamo già fatta>, zia sorride e rientra dinuovo in casa. Recupero tutte le cose che erano sparse sul tavolo e rientriamo dentro, <piccola Taz Stephan già svegli? >, ci chiede lo zio vedendoci entrare in casa, <veramente siamo svegli da 3 ore>, Stephan sorride, <Azzurra ma ti stacchi mai dai libri... Non è che devi stare sempre attaccata a quei così per una stupida promessa che hai fatto a Giovanni sai lui non ti ha sentito>, ed ecco il buongiorno della pianta velenosa, mai che si strozza con la fetta di torta che sta mangiando, <veramente... con tutto il rispetto che ho non conoscendoti... Qui di stupido ci sei tu che dici questo... Buongiorno Edera comunque>, mi anticipa e mi lascia senza parole, Stephan lo guardo, <Edera o chiedi subito scusa a tua cugina per quello che hai detto o ti puoi scordare le vacanze con le tue amiche>, la fulmina mio zio, <mamma mia una battuta era... Si si scusa>, <si una battuta del cazzo comunque>, risponde Stephan, dio è un mito questo ragazzo. Stiamo andando verso  Trigoria, Alessandro è passato a prenderci così che i zii per ogni problema o altro hanno la mia macchina, ci aspetta un lungo viaggio verso Cagliari.

Casa è dove ci sei tu (Stephan El Shaarawy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora