1. Giugi

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5 Giugno 1998

Oggi mia mamma mi ha obbligato ad andare con lei al parco, io odio andare al parco: è brutto e pieno di persone... io mi agito quando vedo gli altri bambini.
La mamma mi lascia al parco mentre va a prendere il caffè con le sue amiche: si fida di me, dice che sono più responsabile degli altri bambini ed è vero, non mi interessa molto urlare come un matto o correre senza un senso. Mi piace pensare e leggere: ho 4 anni ma so già leggere abbastanza bene, so anche scrivere il mio nome: Giulio Elia Sabatello.
"Ahhaha, sei grasso"
Dice una bambina passandomi a fianco, lei è così carina: ha i capelli biondi lunghi e lisci, gli occhi marroni e fa l'asilo con me, si chiama Allison e a me sta antipatica, molto antipatica.
Mi giro e mi siedo su una panchina, cerco di trattenere le lacrime ma due riescono comunque a scendere.
"Vuoi un fazzoletto?"
Chiede un bimbo con i capelli corvini e gli occhi neri, non capisco se mi stia prendendo in giro quindi faccio di no con la testa e lui sale sulla panchina e si siede accanto a me. Ora mi ricordo di quel bambino: lui viene spesso al parco ma è molto scontroso con gli altri e una volta ha picchiato un ragazzo che aveva due anni più di lui! Io non riuscirei a picchiarne neanche uno più piccolo, non sono molto bravo con i pugni e in qualsiasi cosa che comporti il movimento fisico.
Mi guarda insistentemente.
"Sono Giorgio"
Dice sorridendo.
"Io Giulio"

*Nei dialoghi Giorgio sarà G e Giulio E, che sta per Elia*

G "Pelchè piangi?"
E "Perché- dico marcando la r- sono triste"
G "E perché sei triste?"
E "E a te cosa importa? "
G "Non lo so"
Mi stringo la mano sinistra con la destra e dico d'un fiato:
E "Perché mi prendono in giro"
Lui si fa cupo.
G "E perché?"
Deglutisco.
E "Perché sono grasso"
G "Non sei grasso..."
E "Sì invece"
G "E allora?"
E "Non lo so"
G "Giochi con me?"
E "A cosa?"
G "Un, due, tre stella?"
E "Va bene!"
Giochiamo tutto il giorno e andiamo molto d'accordo.
"Giulio! Oh...chi è il tuo amichetto?"
E "Ciao mamma! Lui è Giorgio"
G "Lei è la mia mamma!"
Dice indicando la signora di fianco a mia mamma.
"Giulio hai pianto?"
"Giorgio?! Cosa gli hai fatto?"
E "No, niente...sono solo caduto"
G "Possiamo giocare ancora un po'? Per piacereeeee"
E "Sì dai mamy"
"Va bene, Sara venite a casa mia a mangiare?"
Chiede la mamma di Giorgio.
"Certo Giovanna, Giulio vieni a casa di Giorgio entro le 19, chiaro?"
E  "Va bene!"
Dico guardando il mio orologio di topolino.
G "Giugi giochiamo a pallone?"
E "Va bene!!!"
Alle 18 e 30 in punto sono distrutto e chiedo a Giorgio di portarmi a casa sua.
G "Vieni di qua!"
Dice correndo ancora pieno di energia, ma che gli fanno da bere al posto dell'acqua? Caffè? Alcol? Io cammino lentamente verso di lui che svolta un angolo e non vedo se va a destra o sinistra... è troppo veloce... non lo vedo né a destra né a sinistra e mi fermo a riprendere fiato.
E "Giorgio!"
Chiamo a voce alta senza ottenere nessuna risposta.
Mi siedo con la schiena contro un muretto senza sapere bene cosa fare, vedo passare una bimba molto carina: ha i capelli neri e gli occhi verdi, quando mi passa vicina ridacchia e va avanti.
Cos'ho di sbagliato? Dove sbaglio? Perché non piaccio a nessuno? È normale farsi tutte queste domande? Calcio un sassolino con le mie scarpette nere e guardo l'orologio: le 18 e 48.
E  "Giorgio!"
G "Giulio!!!"
Vedo Giorgio corrermi incontro e sorrido.
G "Ho usato la supervelocità!!!"
Dice tutto euforico.
E "Ho notato"
G "Dai andiamo a casa"
Mi prende per mano e mi trascina dietro di sé, io sono rimasto allibito solo dal fatto che lui mi abbia preso la mano...è un gesto dolce, che fanno solo gli amici credo...non ho mai avuto un amico prima. Io e lui siamo davvero amici?
G  "Ecco Giugi! Questa è casa mia"
Giugi mi piace se lo dice lui, suona dolce e...mi piace e basta.

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