15. Lowlow

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Giorgio

In due giorni io e Andrea siamo diventati amici. Non mi dispiace questo ragazzino. Ci siamo raccontati praticamente tutta la nostra vita in due giorni, si gli ho detto anche di Giulio. Insomma dovevo. Lui mi ha raccontato che la notte in cui l'ho trovato aveva rotto con il suo ragazzo, avevano una relazione a distanza e non ha funzionato. Cioè il tipo l'ha mollato o qualcosa del genere.
Questa sera Andrea deve aiutare sua madre in casa, quindi andrò in un locale a cazzo a ubriacarmi a merda.

Sono in questo locale che mi ha consigliato un tipo per strada, è pieno di zoccole magari me ne faccio una.
C'è uno stupido presentatore che continua a parlare di sto cantante che dovrebbe cantare, non ha ancora capito che non gliene frega nulla a nessuno.

"Ed ecco Lowlow"

Che nome del cazzo.
La sua voce riempie la stanza. È...no. Non può essere. Ho paura di girarmi per vedere.

"La gente questo vuole, la gente paga per vedere la gente che soffre..."

Merda. Mi giro e lo vedo. Vedo Giulio, su quel palchetto a cantare con tutta la voce che ha in gola.
Io ho scritto qualche freestyle, qualche pezzo ma così per provare. Io e il mio amico Matteo ci divertiamo cosi: lui fa le basi io ci canticchio sopra.
Devo parlare  con Giulio. Io...ho bisogno di lui e neanche la mia stupida cotta per Andrea potrà fermarmi. Si ok forse ho una cotta per Andrea ma è appunto una cotta. Ho bisogno di Giulio, ho bisogno che lui mi dica anche solo quanto sono stato un cretino, che mi tiri uno schiaffo, che mi insulti. Tutto. Mi va bene tutto purché non resti fermo a guardarmi con quegli occhi color nocciola.
Ascolto incantato ogni canzone, dalla prima all'ultima cercando di memorizzarle, di ricordarmi per sempre il tono della sua voce anche se leggermente storpiato da un microfono.
Quando finisce provo ad andare nel backstage ma ci sono delle tipe urlanti che vogliono il suo autografo.
"Mi spiace ma non fa autografi stasera"
Dice un signore all'entrata.
E "Oh dai, va be-"
In quel momento i nostri sguardi si incontrano e l'universo pare fermarsi: nei suoi occhi leggo una specie di tristezza misto rammarico ma soprattutto felicità, nonostante cerchi di nasconderla.
E "Sì...ehm dai facciamo sti autografi"
Aspetto che finisca e poi mi fa segno di seguirlo. Entriamo in questa stanzetta tipo camerino senza dire una parola.
Ci guardiamo per un po', è diventato più alto...si insomma è sempre basso ma più alto, ha i capelli più lunghi ma sempre ricci e il suo viso è più da adulto diciamo.
C'è una certa tensione e non so come fare per rompere il ghiaccio, finché non noto un livido sulla sua spalla.
Prendo un bel respiro, non devo essere troppo impulsivo.
G "Giulio...io...senti mi spiace. Mi spiace per tutto. Sono stato un coglione, ho fatto tantissime cose brutte ma ho bisogno che tu mi dica qualcosa...ti prego Giulio mi sei...mi sei mancato tantissimo cazzo!"
Dico con voce rotta, non posso piangere. Mi rifiuto.
E" Anche tu Gio...anche a me...si insomma mi spiace, sono stato stupido anche io ma mi sei mancato"
Non resisto più, lo abbraccio e finalmente sento riempirsi il vuoto dentro di me, sento il suo respiro, il suo profumo, la sua testa sul mio petto. Giulio è qui con me, finché sarà così andrà tutto bene.
G "Quanto ti fermi?"
E "Un paio di giorni credo"
G "Ah beh, intanto complimenti!"
Sorride imbarazzato e si guarda intorno.
E "Beh, grazie...te? Come va?"
Uno schifo. Una merda. Ma con te va tutto bene, sempre.
G "Diciamo che va, Giu...andiamo al parco?"
Sorride, avverte un tizio e usciamo dal retro, avviandoci verso il parchetto.
G "A Milano le cose come vanno?"
Cerco di sembrare rilassato ma quel livido non mi rassicura per niente.
Il suo respiro si fa più affannoso e capisco che sta per avere un attacco di panico, cazzo. Lo faccio sedere su una panchina e lo aiuto a calmarsi.
G "Giugi va tutto bene..."
Dopo un po' il suo respiro torna regolare e lui pare stare meglio.
E "Scusa..."
Dice prendendosi la testa fra le mani.
E "Ho rovinato tutto...come sempre..."
G "Giu ma che dici? Stai tranquillo... cos'è successo?"
Arriviamo al parchetto e ci sediamo sotto l'albero con le nostre iniziali che avevo inciso anni fa.
E "Nulla...sto bene, davvero"
Appoggia la testa sulla mia spalla e quel semplice gesto mi manda in tilt. Non capisco più nulla, per così poco, sono davvero un caso perso.
Riesco solo a mettergli un braccio intorno alle spalle facendolo sussultare...
G "Ti...ti ho fatto male?"
E "No...cioe si, ma avevo un...una botta, nulla di che"
G "Giulio sei sicuro che vada tutto bene?"
E "Giorgio..."
Dice con voce flebile
E "Va tutto uno schifo..."
Dice prima di iniziare a singhiozzare, gli asciugo le lacrime con i pollici e lo abbraccio.
G "Te lo prometto, questa volta davvero, che ti starò sempre accanto"
Annuisce flebilmente e piano piano si calma.
E "Non avrei mai dovuto lasciarti qui, così, senza dire nulla ma...ero troppo geloso di Allison e ti odiavo per quello che avevi fatto...io non posso stare senza di te...scusami"
Si sta scusando. Per i miei errori si sta prendendo lui la colpa, non posso lasciarglielo fare.
G "Giulio ti ho costretto io a fare così, scusami tu...davvero. Ero un ragazzino stupido. Veramente un cretino. Io non voglio vivere senza di te"
Giulio mi stringe la mano e rimaniamo così un po'.
G "Dai vieni a dormire da me?"
Annuisce e andiamo verso casa mia.






Pensate che si sia risolto tutto? Ehehe aspettate 😌🖤

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