Sentimenti

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Da quel giorno, Joker smise di mangiare e cominciò a pensare ad un modo per uscire di lì, stava impazzendo o forse stava iniziando a capire che sotto sotto aveva anche lui dei sentimenti ormai repressi dopo tanto tempo.
Verso circa le 4 del pomeriggio, entrò nella sua cella una donna con un fisico da modella, indossava dei buffi occhiali e portava i capelli legati; aveva degli atteggiamenti graziati mentre si siedeva di fronte a lui. Si distanziavano solo da un tavolo, il Joker avrebbe potuto soffocarla quando voleva ma non lo fece, era troppo curioso.
-Salve, piacere di conoscerla, io sono la sua psichiatra  e la aiuterò a risolvere i suoi problemi!-Disse con estrema gentilezza.
-Nessuno può risolvere i miei problemi-.
-Almeno mi faccia provare, sono qui per questo e mi piacerebbe conoscere la sua mente così interessante e originale più delle altre-.
Egli ormai stufo accettò: -D'accordo, inizi pure con le domande-
P:-Come è stata la sua vita prima di diventare lui, Il Joker?-
J:-Basta una brutta giornata per cambiare qualcuno, ricordare fa male, ma sa qual è la parte divertente? Modificare ogni volta il mio passato a mio piacere.-
P:-Perché fa questo? Vuole evitare il suo vero passato per non starci male! Allora ce li ha dei sentimenti-
J:-Potrò anche averceli ma sono infondo e nessuno mi capirà mai come fa...- Esso si fermò, si alzò dalla sedia e si girò di spalle verso il muro.
P:-Chi è questa persona?-
J:-Ho capito solo ora che il destino esiste, ho capito che basta anche solo la persona giusta a piombarti nella vita per capire quanto si è uguali e diversi allo stesso tempo-
P:-Vedo che è speciale per lei questa persona-
J:-Lo è molto, ma sa qual è la cosa più divertente? Non mi è dato sapere il nome di codesta-
P:-Harleen
J:-Cosa?
P:- Il mio nome è Harleen Frances Quinzel
Joker sogghignò per la situazione e concluse con: -Bene d'ora  in poi ti chiamerai Harley,hai trovato un nuovo amico.-
Detto ciò la psicologa uscì dalla cella e appena chiuse la porta, il clown scoppiò in una risata così forte che gli fecero male le tonsille; pensò di avercela in pugno senza averlo fatto apposta, da qui cominciò a progettare ad un piano per fuggire.

Odiare a volte significa amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora