11. Fallo smettere

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Pov Jugo

Guardo la ragazza difronte a me con le lacrime agli occhi e di conseguenza anche i miei occhi si riempono delle stesse lacrime.

In questo momento mi sento come paralizzato.

Non riesco a muovere nemmeno un muscolo del mio corpo. Mi sento impotente.

Dopotutto è pur sempre Asuna. La ragazza a cui ho donato il cuore da piccolo.

La ragazza a cui ho donato il mio primo bacio.

Ci siamo voluti tanto bene, e ci siamo anche fatti tanto male.

Mi ha fatto male. Tanto male, questo è innegabile.

Due come noi in fondo non potevano stare insieme. Senza Sata io e lei non eravamo nulla. Era Sata a tenere la nostra relazione in piedi.

Dopo quel giorno l'ho aspettata tutte le notti. Aspettavo un suo messaggio, una sua chiamata.

Lei non sa quante volte ho provato a dimenticarla.

Come quel giorno in cui sono uscito con quella ragazza che nemmeno mi piaceva, quando l'ho invitata al concerto al quale volevo andare con lei.

Le sue mani mi davano fastidio, il suo profumi mi dava la nausea e quando provava ad abbracciarmi scappavo come se stessi per essere rinchiuso in una gabbia troppo stretta per me.

Io e Asuna ci siamo sempre voluti bene, ma a modo nostro.
Quando eravamo insieme, solo noi, il mio viso non smetteva di sorridere e lo stesso faceva il suo.

Parlavamo di Sata dalla mattina alla sera commentando ogni sua azione azzardata, ogni sua scelta contorta.

Parlavamo di lei e nel contempo il nostro legame cresceva sempre di più.

Io che pensavo di non riuscirei mai e poi mai a dichiararmi difronte a quella ragazza così timida che non smetteva di farmi battere il cuore, ho preso coraggio e l'ho fatto. Avevo gli occhi chiusi e credevo che mi avrebbe rifiutato.

Pensavo che non avrebbe mai permesso ad un un'essere insignificante come me di diventare il suo ragazzo. Ma lei a soli tredici anni ha saputo custodire il mio cuore con cura.

L'ha protetto da tutto e tutti.

Mi ero promesso che un giorno le avrei chiesto di diventare mia moglie e il giorno dopo ci saremmo sposati e avremmo fatto un lungo viaggio lontano da tutti quanti.

Mi ero promesso di non lasciarla mai andare via, di proteggerla ad ogni costo anche se avessi dovuto rimetterci la mia vita.

Mi ero promesso di starle accanto e di farla ridere per tutta la vita.

Ma non ho mantenuto nessuna di queste promesse.

Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa. Eppure io ne ho fatte così tante, che quasi me ne vergogno.

Ora, qui, difronte alla tomba della piccola Sata. Gli occhi di Asuna brillano più del solito. Un arancione cristallino.

Non ho mai visto occhi più belli di quelli.

Accanto a lei c'è un ragazzo.

È alto, ha i capelli neri e le tiene la mano.

Gelosia?

È questa la sensazione che mi opprime?

Distolgo lo sguardo da Asuna solo per poter notare ancora qualche dettaglio del ragazzo.

Perchè le tiene la mano?

Quanto vorrei rompergli quella mano soltanto per poterla stringere io.

I suoi occhi anche sono in lacrime. Mi guarda come se mi conoscesse.

Ed il dolore non smette di opprimermi. Forse non è solo la gelosia.

Ma anche i miei occhi chiari iniziano a lacrimare senza un motivo ben preciso.

Ecco un'altra promessa che ho infranto.

Mi ero promesso di non mostrarmi mai debole agli occhi di Asuna, così da non farla più preoccupare per me.

Invece non ci sono riuscito.

La faccia del ragazzo divenne sempre più familiare nella mia mente.

È come se in questo momento la mia testa mi stesse imponendo di ricordarmi il suo viso, o semplicemente la sua voce.

Mi urla <<Lo conosci!>> <<L'hai già incontrato>>

Se solo riuscissi a ricordare!

Delle immagini iniziano ad apparirmi nella mente. Immagini scollegate fra loro.

Immagini di quando io e Sata eravamo piccoli.

Ma Sata non è la stessa di sempre.

Ha i capelli biondi e i suoi occhi sono azzurri. Anch'essi sono unici.

Continuo a vedere la stessa Sata che conosco. Mia sorella totalmente diversa.

Io non ho mai vissuto questo.

E infine lo vedo.

Un bambino rannicchiato vicino ad un albero. Con i capelli neri e il viso arrotondato.

Chiudo gli occhi toccandomi la testa che non smette di pulsare.

<<Fallo smettere>> urlo a squarciagola.

Mia madre e Reven mi guardano preoccupate, e lo stesso fa il ragazzo di cui non ricordo nulla.

In mio soccorso arriva Asuna che lascia la mano del moro per venire ad aiutarmi.

La sua mano sfiora la mia e mi basta quel tocco per fermare il pulsamento di testa.

<<Ciao Jugo>>











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