PROLOGO

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Il grande giorno era arrivato. Dopo mesi di preparazione, duri allenamenti e partite difficili, la finale era arrivata. Fra poco più di due ore la squadra di calcio della Kirkwood sarebbe scesa in campo per disputare la partita più importante del campionato. La sfida contro la temuta Royal Academy, squadra vincitrice delle edizioni precedenti del Football Frontier e da tutti considerata imbattibile. Ma i giocatori della Kirkwood erano più pronti che mai, la vittoria era davvero alla loro portata, soprattutto grazie al giocatore rivelazione del campionato: Axel Blaze.

Era arrivato solo da un anno, eppure fin da subito si era distinto in campo come uno dei giocatori migliori di tutto il torneo. Il suo tiro speciale, il Tornado di Fuoco, era di sicuro il più potente fra tutte le tecniche usate al momento. Axel Blaze era l'asso che ogni squadra di calcio desiderava. Aveva ottenuto moltissime richieste da tutto il Giappone, persino dalla Royal, ma lui aveva scelto di restare alla Kirkwood. Era quella la sua squadra.

Axel aveva già indossato la divisa, si era allacciato le scarpe e stava per andare a scaldarsi. Al collo portava la catenina che la sua sorellina gli aveva donato prima che lui partisse con i suoi compagni. Quella bambina era la sua fan numero uno e sarebbe stato felice di cercarla sugli spalti, più tardi, per salutarla. Strinse forte la catenina e tornò a concentrarsi sul momento. Axel amava l'attesa che precede il fischio d'inizio. L'adrenalina si poteva respirare nell'aria. C'era una forma di sacralità nei momenti che precedono l'inizio della partita. E in questi momenti, odiava essere disturbato.


Correva per i corridoi dello stadio. Doveva trovarlo al più presto. Svoltò velocemente in un corridoio e andò a sbattere contro un ragazzo con i capelli sparati e due segni che gli attraversavano verticalmente il viso dagli occhi alla mandibola. Si trattava di un giocatore della Royal, lo sapeva perché non lo aveva mai visto fra i compagni di squadra di suo fratello. Il ragazzo la guardò con supponenza, ma lei non aveva tempo per questo. - Scusami - cominciò:- Sai dove posso trovare lo spogliatoio della Kirkwood? -. Lui ridacchiò:- Perché ti interessa? -. La ragazza stava per ribattere, ma una voce la interruppe:- Joe, sbrigati! -. - Eccomi, capitano - rispose il ragazzo di rimando, ma prima di andare continuò:- Gli spogliatoi sono esattamente dall'altra parte. Devi andare dritto di qua fino alla scalinata che porta al campo, a quel punto gira a sinistra e poi di nuovo a sinistra al primo corridoio che incroci -. La ragazza borbottò un ringraziamento e corse nella direzione indicatale.

Dopo qualche minuto cominciò a sentire delle voci. Si rese conto che si stava avvicinando agli spogliatoi della Kirkwood. Cominciò a sbirciare dentro tutte le stanze per trovare quella giusta. Quando riconobbe i membri dello staff tecnico della squadra spalancò la porta ed entrò.

Tutti i presenti si voltarono verso di lei, sorpresi. - Axel - chiamò. Il ragazzo le si avvicinò piuttosto scocciato: - Che cosa ci fai qui, Zayra? Sai che odio essere disturbato prima di una partita -. Lei gli fece cenno di seguirlo fuori dagli spogliatoi. Il ragazzo, anche se infastidito, accettò. - C'è stato un incidente. Devi venire subito con me - sussurrò la ragazza appena furono soli. Axel era sbiancato, la fissava cercando di metabolizzare quelle parole. - Dov'è Julia? - domandò, ma non era certo di voler sapere la risposta. Gli occhi di Zayra si riempirono di lacrime ma lei le trattenne. Solo la voce tradiva la sua paura:- È stata trasportata d'urgenza in ospedale. Non so altro, ma papà vuole che andiamo subito da lei-.

Nel corridoio era sceso il gelo. Axel non voleva andarsene, per lui era come tradire la fiducia dei suoi compagni. Ma allo stesso tempo sapeva che sua sorella Julia aveva bisogno di lui. Che la sua famiglia aveva bisogno di lui. Per di più, come poteva giocare sapendo che sua sorella era in pericolo?

Si voltò e rientrò nello spogliatoio. Senza dire nulla raccolse le sue cose e ignorando i compagni uscì dalla stanza. - Andiamo - disse a Zayra e cominciò a correre.

She was the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora