LA OCCULT

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Al suono della campanella Zayra raccolse le sue cose e uscì dall'aula. Suo fratello se ne era andato subito senza aspettarla, quindi decise di prendersela con calma. Qualche compagno la salutò con un cenno del capo. In mezzo al chiassoso corridoio si sentì un sola. Non erano ancora riuscita a farsi degli amici, alcune volte si sentiva quasi a disagio quando cercava di intavolare delle conversazioni con i suoi compagni. Nonostante tutto, continuava a ripetersi che l'anno era appena cominciato e che aveva tutto il tempo per conoscere nuove persone.

- Zayra, aspetta! -. Sorpresa si voltò alla ricerca della voce. Poco lontano da lei, Mark Evans le correva incontro. - Ciao! - le disse sorridendo. - Ciao - rispose Zayra, anche se poco convinta. - Volevo parlare con te e un attimo dopo eri già scomparsa - ridacchiò il ragazzo. - Sì, scusa - mormorò Zayra:- Diciamo che non aspettavo nessuno -.

Camminarono per qualche minuto in silenzio. Non stavano andando da nessuna parte in particolare. Zayra si sentiva a suo agio in quella situazione. - Parlami un po' di te - le disse Mark:- Anche a te piace il calcio?-. La domanda le parve strana, ma non se ne preoccupò più del dovuto. - Diciamo che il calcio non è esattamente il mio sport - confessò:- Però lo seguo fin da quando sono piccola perché Axel ha sempre giocato. Ed è sempre stato molto bravo -. - Axel ha la stoffa per diventare un grande campione e si vede da come si muove in campo che ama il calcio con tutto se stesso - commentò Mark con trasporto. Poi studiò un attimo Zayra e proseguì:- Perché ha smesso di giocare? -. Zayra sospirò:- Mi dispiace, ma non posso dirti nulla. Questa questione riguarda mio fratello e lui solo deve decidere se e quando parlarne -. Mark annuì:- Gli vuoi molto bene, vero?-. Zayra si soffermò a guardare Mark. Le sembrava un ragazzo piuttosto infantile, eppure era molto più attento di quanto non lasciasse a intendere. - È vero - sussurrò. Senza accorgersene uscirono nel cortile della scuola. - Perché non provi a convincerlo? - domandò il portiere, ma lei scosse la testa:- Ci ho già provato... ma ormai ha smesso di ascoltarmi -. Si stava faticosamente arrendendo all'idea che forse aveva perso suo fratello per sempre.

Anche questa volta Mark parve accorgersi che qualcosa non andava. - Adesso basta parlare di Axel - propose:- Tu che cosa fai? -. Zayra fu lusingata dalla domanda:- Io studio recitazione, danza e canto... vorrei diventare una performer, magari nel teatro musicale -. - Sembra davvero bello! - commentò Mark con interesse:- Mi piacerebbe molto assistere a qualche spettacolo... Sei nel club di teatro della scuola? -. - Stavo pensando di iscrivermi, uno di questi giorni penso che andrò a vedere come lavorano per farmi un'idea. Dal momento che frequento già un'accademia fuori dalla scuola non vorrei sovraccaricarmi, ecco -.

Continuarono a parlare mentre raggiungevano il campo di calcio. Tutta la squadra era già sul posto per l'allenamento. Uno dei giocatori corse verso di loro:- Capitano, noi siamo pronti! -. - Ottimo, Steve, allora bando alle distrazioni! - sentenziò Mark, poi guardò Zayra:- Adesso devo andare... è stato un vero piacere chiacchierare con te! Se ti va puoi fermarti a guardare -. Zayra annuì e Mark corse subito verso la porta, pronto per cominciare a lavorare. Steve temporeggiò qualche istante:- Beh... ciao, Zayra-. Poi raggiunse i compagni.

La ragazza rimase a osservare l'allenamento per un po'. La gioia che aleggiava in campo le ricordava i momenti trascorsi a bordo campo con Julia mentre tifavano per Axel. Per la prima volta i ricordi non la ferirono più del dovuto. Per la prima volta si sentiva un po' meno sola.


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Quel giorno la lezione di danza era durata più del solito, per questo era in ritardo. Axel le aveva scritto dicendole che sarebbe andato da Julia e di raggiungerlo lì. Nell'ultimo periodo suo fratello aveva smesso di aspettarla per fare qualsiasi cosa; al mattino usciva da solo, nonostante frequentassero anche la stessa classe lui non le rivolgeva mai la parola. Per certi versi sembravano davvero due sconosciuti.

Entrata in ospedale salutò un paio di colleghi di suo padre e si diresse subito verso la stanza dove era ricoverata sua sorella. Era arrivata a metà del corridoio quando vide Mark Evans uscire dalla porta. Si fermò a guardarlo, confusa. - Zayra! - la salutò subito lui. Fra tutti i posti possibili in cui la ragazza si aspettava di incontrare Mark quello era sicuramente l'ultimo. - Ma... che cosa ci fai qui? - domandò. Era uscito dalla stanza di Julia, quindi doveva per forza aver parlato con Axel. - Beh, ho visto tuo fratello in giro e l'ho seguito, così eccomi qui -. - E sei ancora vivo? - rispose Zayra, sinceramente sorpresa. - Certo! Anzi, ho saputo di Julia -. Zayra trattenne il fiato. - Mi dispiace molto per quel che state passando in questo momento - le disse Mark:- E mi dispiace anche di aver insistito tanto con Axel perché entrasse nella squadra, se avessi saputo non sarei stato così indiscreto -. Zayra sorrise:- Tranquillo, Mark. Giocare con voi gli ha solo fatto bene. Vorrei solo che la smettesse di fare il duro e che si unisse alla Raimon... Da quando ha smesso di giocare non è più lo stesso, sono molto preoccupata per lui... e vorrei riavere il mio fratellone -. Mark annuì:- Sono sicuro che tutto si aggiusterà -.

Poco dopo il portiere se ne andò. Zayra entrò nella stanza e trovò Axel seduto sulla solita sedia vicino a Julia. Quella scena le fece tenerezza. - Sei in ritardo - le disse lui seccamente. Il senso di pace che aveva provato appena arrivata venne spazzato via. Prese una sedia e si mise dall'altro lato del letto. Il silenzio calò tra i fratelli Blaze, un silenzio carico di cose non dette.


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Zayra era in ritardo e la partita stava cominciando. Non poteva assolutamente perdersi il ritorno in campo di suo fratello. Aveva quasi perso le speranze, poi Mark Evans era piombato nella loro vita e aveva stravolto tutto quanto. La gioia che aveva provato quando qualche sera prima Axel, tornato a casa, le aveva annunciato che aveva accettato di giocare nella Raimon era stata immensa. Subito aveva pensato di aver sentito male, ma poi quando lo aveva visto allenarsi con gli altri si era resa conto che era tutto reale. E aveva tutta l'intenzione di godersi lo spettacolo.

Stava per varcare il cancello d'ingresso della scuola quando scorse due figure che le erano abbastanza note. Jude Sharp e un suo compagno della Royal Academy erano lì, in disparte. Avrebbe tanto voluto evitarli, ma era praticamente impossibile visto che si trovavano esattamente davanti a lei. I due ragazzi la videro prima che lei potesse decidere di fare il giro ed entrare dal cancello secondario. - Zayra Blaze - disse Jude Sharp con tono indecifrabile. Lei cercò di gestire la situazione al meglio possibile. - Come sai il mio nome? -. I due si esibirono nella loro solita risatina di scherno, facendola innervosire. - Io so un sacco di cose... È fondamentale conoscere i propri avversari -. - Vi serve qualcosa? - domandò Zayra, cambiando discorso, poi provò a sfidarli:- Oppure state spiando la Raimon perché la grande Royal Academy è spaventata? -. Jude non rispose e Zayra considerò la cosa come una vittoria, anche se sapeva perfettamente che non aveva abboccato. Il suo compagno, invece, non fu altrettanto sveglio:- Jude, l'hai sentita? La squadretta della Raimon potrebbe benissimo perdere oggi e non arrivare nemmeno al Football Frontier -. Zayra si era già voltata per andarsene quando quel ragazzo parlò ancora:- Dimmi, come sta la tua sorellina? -.

La ragazza restò impietrita. Non solo sapevano anche di Julia, ma soprattutto osavano parlare di lei in tono derisorio. Si girò a guardarli. Avrebbe voluto urlare contro di loro che non dovevano permettersi di nominarla, che se non fosse capitato l'incidente Axel avrebbe giocato quella finale e con il Tornado di Fuoco avrebbe distrutto la loro porta. Adesso aveva la consapevolezza che i giocatori delle Royal Academy non avevano un cuore. Alla fine scelse di ignorare la domanda; non doveva cadere nel loro tranello. - Se non vi dispiace - rispose con un falso sorriso volutamente non celato:- La partita di mio fratello Axel sta cominciando e io non ho intenzione di perderla per restare qui a parlare con voi due. Buona visione -. Si allontanò.

I due ragazzi della Royal restarono a guardarla andarsene. - Sicuramente una ragazza molto interessante - commentò Jude. - Dovremmo tenerla d'occhio - disse David Samford:- Chissà che non ci possa tornare utile per qualche piano del nostro Comandante -. Jude annuì, ma in cuor suo sapeva che lei non sarebbe stata facile da sfruttare per i loro scopi. Era la prima persona che incontrava che li aveva affrontati e poteva raccontare in giro di esserne uscita bene.

She was the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora