LA BRAINWASHING

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Eccoli lì, i tredici giocatori della Raimon Junior High, sdraiati per terra appena fuori dalla Inabikari Special, esausti dopo la sessione di allenamento intensiva. Le manager della squadra erano subito intervenute per soccorrere i ragazzi e curare le loro ferite. Perfino Nelly Raimon stava aiutando, sotto gli occhi vigili di Celia. Zayra stava mettendo il ghiaccio sul ginocchio di Steve, che aveva un vistoso livido violaceo. Il ragazzo cercava in tutti i modi di nascondere il dolore per darsi un tono, ma stava fallendo miseramente. Poco distanti, Tod Ironside, Sam Kincaid e Tim Saunders stavano ridacchiando. Zayra li ignorò. - Per i lividi questa pomata è portentosa. Mettila, ti farà stare meglio in due minuti - disse a Steve. 

Il ragazzo annuì. Avrebbe voluto dire qualcosa di più, ma non sapeva cosa. A volte pensava che forse chiederle direttamente di uscire con lui sarebbe stato più facile, ma aveva il terrore di rendersi ridicolo. Inoltre, non sapeva come Axel avrebbe reagito se avesse scoperto che era interessato a sua sorella.

- Tu cosa ne pensi Steve? -. Il ragazzo cadde dalle nuvole appena sentì Jack pronunciare il suo nome. Cercò di mantenere un contegno:- Scusate, di cosa stavamo parlando? - Sam, Tim e Tod ridacchiarono di nuovo fra loro. - Pensavamo di andare a cena da Seymour il cuoco, ti pare una buona idea? - rispose Max. Steve annuì:- Ma certo! Ho proprio fame -. Poi gli venne un'idea:- Zayra... perché non vieni anche tu a mangiare con noi? -. Zayra sorrise:- Mi piacerebbe molto -.

Si voltò verso il fratello:- Axel! Andiamo a cena fuori? -. Steve non era molto contento di sapere che anche lui avrebbe partecipato alla serata, ma era già entusiasta di poter passare un po' di tempo con Zayra. Inaspettatamente Axel scosse la testa:- Questa sera non posso proprio, ho dei compiti arretrati da finire... ma se tu sei tranquilla puoi andare anche senza di me -. Zayra si allontanò da Steve per abbracciare il fratello:- Grazie, fratellone! -. - E di cosa? - rispose lui, stringendola forte. - L'unica cosa che ti chiedo di non tornare a casa da sola - la ammonì, poi si rivolse a Mark:- Capitano, posso affidarti mia sorella? -. Mark scattò in piedi:- Tranquillo Axel, mi prenderò cura di lei -. Zayra sorrise a entrambi, poi si voltò vero Steve:- Bene! Allora è deciso! -. 

Steve le sorrise a sua volta. Era estremamente soddisfatto della piega che avevano preso gli eventi.


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Axel si svegliò di soprassalto sentendo delle urla. Riconobbe subito la voce della sorella, che dormiva nella stanza accanto alla sua. Si alzò e corse da lei.

Spalancò la porta e la trovò rannicchiata in un angolo della stanza che piangeva. Quella vista gli spezzò il cuore. Si avvicinò a lei e l'abbracciò forte. - Zayra, va tutto bene - le sussurrava di tanto in tanto:- Sono qui, vicino a te -. Lentamente i singhiozzi della ragazza si affievolirono fino a spegnersi. 

Quegli incubi si manifestavano spesso. Nei mesi precedente, le urla della sorella lo avevano destato molte volte. Axel non sapeva che cosa esattamente lei sognasse, ma era certo che tutto fosse cominciato dopo l'incidente di Julia. Nonostante la loro frequenza, però, quella era la prima volta che lui andava ad aiutarla. Prima si era limitato a chiudere gli occhi e a rigirarsi nel letto, sperando di riaddormentarsi il prima possibile. Zayra non ne parlava, lui non faceva domande. Axel fingeva che fosse giusto così, ma sapeva di essere sempre stato in torto.

Il ragazzo la prese in braccio e la rimise sotto le coperte senza aggiungere altro. Zayra apprezzò la sua discrezione. Lui si fermò un secondo a guardare la sorella e poi si infilò sotto le coperte con lei. - Axel... domani hai la partita, devi essere riposato... non restare qui -. Ma il fratello le fece segno di tacere. - Non preoccuparti per me. Tu pensa a dormire - . Zayra voleva controbattere, ma era troppo esausta. Si rannicchiò vicino al fratello. - Come quando eravamo piccolo - mormorò. - Come quando eravamo piccoli - confermò Axel.

Lentamente, cullata dal respiro calmo del fratello e dalle carezze che lui le faceva periodicamente sul capo, Zayra si riaddormentò. Axel crollò poco dopo.


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Aveva deciso di assistere alla partita da lontano, in modo da non essere visto. Non sapeva esattamente perché, ma ormai ci aveva preso gusto a guardare la Raimon giocare. Voleva che perdessero, invece alla fine riuscivano sempre a uscirne vincitori. Per quanto si sforzasse, non capiva come questo fosse possibile. Aveva osservato quella squadra molto attentamente; aveva del potenziale, certamente, ma non era assolutamente al livello delle altre partecipanti al torneo regionale, per non parlare di quello nazionale. Eppure riuscivano a vincere e ad andare avanti. Quelli della Brainwashing, con i loro calcoli matematici estremamente precisi, non avevano capito nulla di loro. Non erano stati in grado di capire quel Mark Evans. Il più sciocco di tutti.

Ci fu un boato sugli spalti. Gli spettatori si erano alzati in piedi. Axel Blaze era a terra dolorante in seguito allo scontro aereo con Neil Turner. A bordo campo, una ragazzina era scattata in piedi e stava guardando con apprensione verso il ragazzo disteso in campo. Era Zayra Blaze. Di fronte a quella scena, Jude Sharp della Royal Academy avvertì una stretta al petto. Lui aveva perso quell'amore tanto tempo prima.

Vide Axel farle un cenno per calmarla, ma lei non si mosse. Jude continuò a osservarla. Quella ragazza attirava la sua attenzione. Durante l'intera partita, per quanto lui cercasse di concentrarsi sul gioco, alla fine i suoi occhi tornavano sempre in quel punto. Tutto ciò gli dava molto fastidio. Lui era Jude Sharp, non aveva tempo da perdere in sciocchezze. Non aveva tempo per pensare al passato e a quello che aveva perduto. Quello che invece Zayra e Axel avevano.

Intanto la partita era terminata. La Raimon aveva vinto di nuovo. I giocatori stavano festeggiando, Zayra era corsa da Axel e Mark stava saltellando per il campo. - Uno sciocco - sibilò Jude:- Sei solo uno sciocco, Mark Evans -. Ma lo era davvero?

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