IL COMPLOTTO

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Proprio adesso che andava tutto bene ecco le disgrazie calare sulla Raimon. Prima Wintersea, poi Bobby. Due spie della Royal. Che, per Zayra, era un sinonimo di spie di Jude Sharp. Non poteva credere che quel ragazzo sarebbe stato disposto a sabotare un pullman pur di vincere una stupida partita. Aveva già capito che fosse senza cuore, ma per lui sembravano non esserci limiti. Mark era stato molto buono a perdonare Bobby, ma lei aveva troppi dubbi. Per questo aveva deciso di andare alla Royal Academy.

Scese dal taxi proprio davanti alla scuola. L'imponente edificio le metteva molta ansia. Stava per entrare quando notò alcuni giocatori uscire dal portone principale. Jude Sharp però non era fra quelli. Loro non fecero caso a lei. Appena se ne furono andati, entrò.

Si perse per i corridoi. Ogni volta che si avventurava da sola in qualche missione finiva sempre per perdersi. - Le serve qualcosa, signorina? -. Si voltò di scatto. Un uomo alto, vestito di nero e dall'aria piuttosto sinistra stava alle sue spalle. - Io... - Zayra lottò contro la forte soggezione che provava in quel momento:- Cercavo Jude Sharp... Sa dove posso trovarlo?-. L'uomo ghignò in modo inquietante:- Perché mai Zayra Blaze della Raimon Junior High dovrebbe voler vedere Jude Sharp? -.

Zayra si sentì mancare; lui la conosceva. Cercò di mostrarsi decisa:- Già, dimenticavo che qui alla Royal Academy sapete sempre tutto sui vostri avversari -. Il ghigno dell'uomo si fece più largo e più maligno:- Come dico sempre ai miei giocatori, per essere sicuri di vincere bisogna assicurarsi la vittoria ancora prima di giocare -. - Spiando slealmente gli avversari, immagino - attaccò ancora Zayra, mentre la sua voce tradiva il panico che quell'uomo le trasmetteva:- O sabotando i freni del pullman -.

L'uomo scoppiò in una risata glaciale:- Che idea geniale... quel Wintersea non era poi così male -. Zayra indietreggiò:- Lei è pazzo -. Si voltò e corse via. Voleva uscire di lì.

In qualche modo riuscì a trovare la strada e tornò all'ingresso. Si precipitò fuori. Aveva cominciato a piovere e lei non aveva nulla per coprirsi, ma non le importava. Stava per fermarsi per riprendere fiato e per calmarsi, ma si accorse che il ragazzo davanti a lei era proprio Jude Sharp. - Zayra? - disse lui, confuso. Per qualche motivo, sentì che l'astio e l'arroganza sempre presenti nella voce del capitano della Royal erano spariti. Ma Zayra non si fidò. Non poteva. Corse via sotto la pioggia, senza degnarlo di uno sguardo.


Quando entrò a casa, bagnata come un pulcino, trovò Axel ad aspettarla. - Zayra! - le disse:- Dove sei stata? Come mai sei ridotta così? -. Zayra si tolse le scarpe e si lasciò avvolgere in un asciugamano da suo fratello. - Ti aspettavamo agli allenamenti dopo le tue lezioni di recitazione ma non sei arrivata... eravamo preoccupati. Mark è rimasto qui fino a dieci minuti fa perché voleva accertarsi che stessi bene -. - Sono stata alla Royal Academy - confessò Zayra.

Axel sgranò gli occhi:- Che cosa hai detto? -. - Volevo affrontare Jude Sharp - continuò lei:- Volevo dirgli di lasciare in pace la squadra, che era un codardo e un delinquente... ma non l'ho trovato -. Axel aspettò che continuasse. - Ho incontrato un uomo spaventoso. Non so chi fosse, ma era terribile. Sono scappata -.

Axel sospirò:- Zayra... hai visto che persone sono quelle, come si comportano. Potrebbero essere pericolose. Promettimi che non farai mai più una cosa del genere, soprattutto senza dirmi nulla. Promettimelo -. Abbracciò sua sorella, che tremava infreddolita. - Te lo prometto, Axel -.


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Jude guardava l'allenamento della Raimon dal ponte. Era andato lì per scusarsi per quello che era successo, eppure non riusciva a trovare il coraggio di avvicinarsi. Aveva inviato da loro una talpa, aveva rubato i loro dati e li aveva forniti alla Brainwashing, aveva spiato ogni più piccolo progresso fatto da ogni singolo membro della squadra, indirettamente era anche responsabile del sabotaggio del loro pullman. Non sapeva nemmeno da dove cominciare per scusarsi. Non sapeva nemmeno come si facesse.

Dopo aver osservato quella squadra e in particolare Mark Evans per settimane aveva finalmente capito perché gli dessero così tanto fastidio. Loro erano puri, nelle intenzioni, nel loro modo di giocare. La Royal Academy era marcia fino al midollo. Tutte le sue vittorie erano truccate. Era profondamente infastidito perché era invidioso. Lui non avrebbe mai potuto provare nessuna di quelle sensazioni di cui alla Raimon sembravano tutti colmi.

Guardò i giocatori avversari correre per il campo, erano concentrati ma allo stesso tempo trovavano dei momenti per divertirsi. Alla Royal non capitava quasi mai. Spostò lo sguardo a bordo campo e notò Celia e Zayra. Celia, la sorellina che aveva perduto e che stava cercando in tutti i modi di riportare al suo fianco. Zayra, la strana ragazza che qualche giorno prima era spuntata davanti a lui appena fuori da scuola, lo sguardo sconvolto, e che dopo averlo visto era scappata, incurante della pioggia. Chissà cosa ci faceva lì.

Proprio in quel momento Bobby alzò lo sguardo verso di lui e così fecero Axel e gli altri membri della squadra. Lo avevano visto. Jude si decise ad avvicinarsi.


- Chissà che cosa si staranno dicendo - si chiese Steve ad alta voce. Erano tutti radunati a bordo campo, mentre Jude parlava con Mark. Il capitano della Royal sembrava stranamente teso, come se ci fosse qualcosa che lo preoccupava. Dopo qualche minuto, il capitano tornò da loro.

La squadra accerchiò Mark chiedendo spiegazioni. - È venuto qui per scusarsi - annunciò lui:- Evidentemente ha capito di aver esagerato -. - Non è solo colpa sua - intervenne Bobby:- Alla Royal Academy c'è un uomo che tiene le fila di tutto, il suo nome è Ray Dark. Si tratta dell'allenatore della squadra ed è anche il vicepresidente della federazione calcistica. Lui controlla tutti i giocatori, molti di noi sono sotto la sua influenza... Jude Sharp è sicuramente il suo pupillo-. Una strana atmosfera di tristezza calò sulla Raimon. - Non deve essere facile giocare nella Royal - commenta Nathan. 

Zayra si avvicinò al fratello:- Deve essere lui l'uomo che ho incontrato l'altro giorno mentre cercavo Jude -. Axel si voltò accigliato:- Hai sentito cosa ha detto Bobby? A maggior ragione, ti prego di non metterti nei pasticci con i giocatori della Royal -. Zayra era assolutamente d'accordo con suo fratello, ma disse:- Prima devo fare una cosa -. 

Si avviò nella direzione da cui poco prima era scomparso Jude. Forse quel ragazzo non era poi così senza cuore come lo aveva immaginato.


Jude Sharp camminava lentamente verso la macchina che lo aspettava per riportarlo a casa. Alla fine scusarsi non era stato poi così difficile. Ad ogni modo, il confronto avuto con Mark lo aveva lasciato molto confuso. Nonostante tutto quello che lui aveva fatto alla sua squadra, il portiere si era comunque posto in modo amichevole nei suoi confronti. Lo aveva invitato a giocare con loro. Tutta quella situazione gli sembrava assurda.

Era risalito in macchina e aveva percorso un solo isolato quando il suo autista inchiodò di colpo. Jude sobbalzò sul sedile posteriore. - Che cosa succede?! - domandò infastidito. - Chiedo scusa, signorino Sharp - mormorò l'autista:- Ma questa ragazzina si è messa davanti alla macchina se sembra non volersi spostare -. Jude guardò fuori e vide Zayra Blaze ferma in mezzo alla strada. Subito scese dall'auto. - Che cosa stai facendo? - le domandò, sentendosi subito sollevato quando lei raggiunse il marciapiede. - Volevo parlare con te - rispose la ragazza con uno strano bagliore negli occhi.

Jude le si avvicinò, in attesa. A quel punto Zayra si rese conto che non sapeva che cosa dirgli. Dopotutto, si era scusato con la squadra. Non poteva certo fargli una scenata. Sarebbe stato stupido.

- Cosa ci facevi alla Royal l'altra sera? -. Zayra fu sorpresa dalla domanda. - Io... volevo dirti di lasciare in pace la squadra - confessò:- Ero preoccupata visto tutto quello che stava succedendo, ho agito d'impulso e sono venuta a cercarti -. Jude la guardava con aria sempre più stranita. - Quindi siamo a posto, immagino - disse lui. Zayra annuì. Si sentiva una completa idiota a stare lì di fronte a lui senza avere nulla di davvero importante da dirgli. - Bene - continuò il ragazzo:- Io, allora, me ne andrei -. 

Aveva già aperto la portiera della macchina, quando Zayra, passando alle sue spalle per tornare al campetto, mormorò:- Penso che tu sia un grande capitano -. Jude si voltò a guardarla, ma lei si era già allontanata senza guardarlo. 

Si sedette, la testa piena di pensieri. Adesso la sua confusione era totale.


She was the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora