L'ANSIA

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Zayra aveva appena vissuto la giornata più bella della sua vita. Aveva terminato le riprese dello spettacolo e adesso poteva finalmente dedicarsi solo alla squadra. Era molto soddisfatta, anche perché a breve Grease sarebbe andato in onda e poco dopo sarebbe uscito il Violinista. Poi c'era l'esibizione della finale. Le cose non potevano andare meglio per lei.

Axel le aveva scritto di trovarsi al locale del signor Hillman, dove lui si era recato con Mark, Jude, Silvia e Nelly dopo uno degli allenamenti folli del capitano. Saltellando per strada, Zayra non vedeva l'ora di raccontare ai suoi amici le ultime novità. Arrivata davanti al ristorante, aprì la porta ed entrò. Non sapeva esattamente di cosa parlassero, ma sentì il signor Smith, il detective che li aveva aiutati più volte, dire, rivolto ad Axel:- C'è la possibilità che Ray Dark sia coinvolto nell'incidente di tua sorella -.

Zayra rimase pietrificata davanti alla porta. Solo dopo un po' Axel la notò. - Zayra -. Tutti si voltarono verso di lei. Axel si alzò e fece per andare verso di lei, ma la ragazza mormorò un veloce "Scusate" e se ne andò.

"C'è la possibilità che Ray Dark sia coinvolto nell'incidente di tua sorella". Le parole di Smith continuavano a ronzarle nella testa. Era colpa di quell'uomo, allora. Era tutta colpa sua.


Quando lasciarono il ristorante di Hillman, Axel era pronto a organizzare una squadra per andare a cercare la sorella, ma Jude gli disse di tornare a casa e che ci avrebbe pensato lui. Axel non era convinto ma non avendo alternative migliori e vedendo la convinzione dell'amico accettò. Così Jude adesso vagava per la città, passando in rassegna tutti i posti in cui pensava di trovarla: la scuola, il campetto, il teatro, l'ospedale. Quando capì dove si era cacciata, si sorprese di non averci pensato prima. Si affrettò verso il luogo dell'incidente.

La trovò rannicchiata su una panchina a pochi metri da dove tutto era successo. Si sedette accanto a lei, che lo ignorò. Rimasero così per un tempo indefinito, anche se stranamente il silenzio era carico di tensione. Jude non riusciva a spiegarsi il motivo.

- Tu lo sapevi? - sbottò lei a un certo punto. Jude cadde dalle nuvole:- Di che cosa... -. Zayra scattò in piedi e si mise davanti a lui, gli occhi carichi di odio:- Tu lo sapevi, vero? Che stupida che sono stata a fidarmi di te -. Jude era sempre più confuso:- Zayra spiegati, non capisco di che cosa parli -. La ragazza scoppiò in una risata priva di gioia:- Avrei dovuto capirlo subito... quel pomeriggio, quando il tuo compagno di squadra mi ha chiesto come stesse mia sorella... Che stupida... -. Jude ripercorse velocemente i loro incontri nella sua memoria e si ricordò del battibecco prima dell'amichevole contro la Occult. A quel punto capì.

Il ragazzo si alzò:- Zayra, per favore ascoltami... -. - No - urlò lei:- Tu sapevi tutto e non hai parlato! E io per un anno ho sofferto, ho quasi perso mio fratello... io.. Io ero presente -. Le parole le uscirono fuori come un uragano:- Io ero con lei quando è stata investita, proprio qui, in questo punto. L'ho visto con i miei occhi e lo rivedo ogni notte nei miei incubi. Ogni giorno vivo con quelle immagini terribili nella mia mente e tutte le mattine mi sveglio chiedendomi perché non hanno investito me al posto di Julia! -. - Se avessero investito te non me lo sarei mai perdonato - si lasciò sfuggire Jude. Questa frase sorprese Zayra, che si immobilizzò di colpo. Jude si avvicinò e le prese la mano. Lei non ebbe reazioni particolari, quindi lui le disse:- Vieni, camminiamo -.

Passeggiarono per un po' senza dirsi nulla. Piano piano, Zayra aveva cominciato a stringere la mano del ragazzo. Non sapeva perché lo stesse facendo, ma quel contatto la faceva sentire meglio. Guardò Jude per un momento. Non aveva mai fatto caso più di tanto a quanto fosse bello. Aveva un viso serio ma anche molto dolce, sorrideva poco ma aveva uno dei sorrisi più belli che lei avesse mai visto. Pensare a lui in quel modo le provocò una strana ma piacevole sensazione di calore alla bocca dello stomaco. Fino a qualche mese prima lo aveva considerato come un nemico. E adesso invece era lì, mano nella mano con lui. E si sentiva bene.

She was the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora