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La dea si voltò un ultima volta nel letto. Ormai non ce la faceva più a stare distesa a guardare il soffitto. Fece scivolare le esili gambe fuori dal lenzuolo e poggiò i piedi a terra. Ade era ancora sul balcone,una piccola pozza d'acqua si stava formando ai suoi piedi. Delle grosse gocce continuavano a rifornirla prima che si asciugasse. Aspetta un attimo,pensò Persefone,negli Inferi non piove. Che Ade stesse piangendo? Quello stesso
dio spregevole che l'aveva rapita,adesso stava piangendo? La dea sapeva che prima o poi sarebbe esploso,ma non immaginava in quel modo. Pensava di più a uno sfogo di rabbia o a qualche bestemmia contro Zeus, ma così? Non un singhiozzo,non un rumore che tradisse lo stato d'animo di Ade. Ma Persefone era praticamente sicura stesse piangendo. Perché? Per quale motivo? Non riusciva a spiegarselo. Il dio degli Inferi,che piangeva? Se l'avesse raccontato non le avrebbe creduto nessuno. La dea si alzò,provando a fare meno rumore possibile,ma,sfortunatamente,Ade aveva un udito finissimo. Il dio si volse di scatto verso di lei. Persefone incrociò i suoi occhi chiari, lucidi per il pianto. Le guancie liscie rigate di lacrime che scendevano ancora copiose fino al mento squadrato,per poi cadere a terra. Ade la guardò mortificato:"I-io... scusa Persefone,n-non volevo svegliarti"mormorò asciugandosi velocemente gli occhi. La dea fece una smorfia infastidita sentendo quel nome che aveva acquisito dopo il matrimonio:"Cora" lo corresse. Il dio deglutì,a disagio per essere stato beccato a sfogarsi in quel modo così poco virile:"S-Sì, scusa...I-io devo andare...."fece andando a recuperare un paio di pantaloni.:"Dove? A rapire qualche altra dea?"chiese Persefone sprezzante. Ade fece finta di non sentirla,ma gli scappò un singhiozzo. Quella domanda lo aveva colpito dritto al cuore,facendogli venire voglia di piangere di nuovo:"N-No...certo che no....."si tirò su i pantaloni della tuta che aveva preso e fece per uscire. Esitò un momento sulla soglia:"B-Buonanotte Persefone...". :"CORA!"ruggì Persefone. Il dio abbassò lo sguardo:"S-Scusami ancora...."abbassò la maniglia e uscì. La dea si risedette sul materasso,a metà tra il furioso e l'intenerito,anche se non riusciva ancora a capire come quel dio che odiava tanto fosse riuscito a farle tenerezza. Forse perché in quel momento l'aveva visto per quel che era veramente,poco più di un cucciolo abbandonato dalla sua famiglia,maltrattato e sottovalutato....Aspetta,stava davvero pensando quelle cose di Ade? Lo stesso uomo che l'aveva rapita e costretta a sposarlo? No,no.Era impossibile. Assolutamente impossibile. Decise che fosse la stanchezza a farla parlare così,dopotutto quella notte non aveva chiuso occhio. Una vocina nella sua testa provò a opporsi,dicendole di ascoltare quel che il suo cuore le diceva di Ade,ma lei la zittì con un MUCI!! più che convincente. Da quel momento la vocina non si fece più sentire per un bel pezzo. La dea si ridistese e si coprì col lenzuolo leggero Non credevo che l'avrei mai visto piangere...Per puro caso,le cadde lo sguardo sul comodino di Ade. La sua fede nuziale era lì. Di solito non se ne separava mai. Magari l'aveva dimenticata,ma qualcosa diceva a Persefone il contrario. Si guardò la mano sinistra. Lei,invece non la metteva mai. Nascosta in una scatola dietro un mattone spostato,ecco dov'era. Quasi si sentì in colpa a trattare male il dio,che era sempre stato gentile con lei. Quasi.
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Ade uscì dalla stanza e corse via. Perché aveva pianto? Stupido,stupido,stupido. E Persefone l'aveva visto. Stupido,stupido,stupido. Avrebbe dovuto trattenersi. Adesso cosa avrebbe pensato sua moglie di lui? Stupido,stupido,stupido!:"AH,BASTA!"ringhiò fermandosi di botto. Era arrivato all'ala est del suo immenso castello. Si guardò intorno. Aveva bisogno di un posto in cui rifugiarsi per il resto della notte,come minimo. In quell'ala c'era la biblioteca. Perfetto! Si avvicinò lentamente fino al grande portone di ebano,qualche corridoio più in la,e lo spinse  piano,provando a non farlo cigolare. Qualcosa gli passò tra le gambe e saltò su un divano,fiocamente illuminato da una candela mezza spenta. Il dio sussultò,prima di accorgersi che era solo il suo cane a tre teste,Cerbero. Era sotto la forma di un grosso dobermann e guardava il padrone con tutti e sei gli occhi. Ade richiuse il portone e si distese a pancia in su sul divanetto,di fianco al cane:"E così, sparisci per tutta la notte e ti fai rivedere quando ormai ho fatto un figura di schifo con Persefone? Grazie,amico,grazie davvero". Cerbero si distese sul dio,dandogli una leccatina. Ade affondò la mano nel corto e morbido pelo del cane,accarezzandogli lentamente la schiena:"Sai,a volte mi chiedo se stia facendo la scelta giusta...non so se sia stata una grande idea rapirla...però io la amo....sono a pezzi, Cerbero....e sto impazzendo...so che in teoria lo sono già perché confido i miei segreti a un cane,ma tu non dirai niente a nessuno,vero?"chiese prendendo uno dei musi del cane tra le mani. Cerbero gli diede un'altra leccata in sostegno:"Si,non dirai nulla"confermò Ade.
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(Hello raga,fatemi sapere se avete bisogno di una descrizione fisica di Ade e Persefone,sono stata molto vaga sull'argomento.
PS:Ade è molto diverso da come ci si possa aspettare,molto,molto diverso)

Those blue ice eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora