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La dea sbadigliò e aprì gli occhi. Si ritrovò davanti un paio di pettorali dannatamente belli. Il problema è che sapeva esattamente di chi erano quei pettorali. Emise un grido e spinse coi piedi sulla pancia del dio,allontando lui,ma allo stesso tempo allontanandosi lei stessa. Ade si svegliò di soprassalto:"Ma che diamine-". Non fece in tempo a finire la frase che la dea gli aveva lanciato in faccia un cuscino:"Stupido idiota,come hai osato avvicinarti così tanto a me?!"ringhiò furibonda. In realtà sapeva che avrebbe potuto spostarsi in qualsiasi momento,ma decise di dare tutta la colpa al dio,dato che aveva preso lui l'iniziativa di abbracciarla. Ade sembrava confuso,dato che doveva ancora svegliarsi del tutto:"C-Cosa?". Persefone lo guardò,chiedendosi se non fosse scemo:"Perché eri così vicino a me?! COME HAI OSATO!?".:"I-io...avresti potuto dirmelo di non farlo-". :"Adesso non darmi la colpa!"lo interruppe lei. :"Non ti sto dando la colpa....solo,se non volevi che ti abbracciassi,potevi dirmelo,avrei lasciato perdere"replicò il dio,con fare così apatico che sembrava che non ci fosse con la mente. Certo che ce ne mette a svegliarsi pensò Persefone:"Non ho parole! Ho messo bene in chiaro che non volevo avere alcun contatto fisico con te,in particolare se sei mezzo nudo! Osa farlo un'altra volta,e io mi inventerò un modo per farti soffrire nel peggiore dei modi"ruggì provando a mostrarsi minacciosa. Detto questo,si chiuse in bagno.
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La dea si chiuse la porta del bagno alle spalle. Accidenti,perché gli ho urlato dietro in quel modo? Lui non ha fatto niente di male....
Ti devo ricordare chi tu ha rapita? chiese un altra vocina nella sua testa.
Ma mi ha solo abbracciata...
Sai che non l'ha fatto per amore.
Si invece!
No.
Basta così! si disse infine la dea.
Si stava facendo problemi,quando di problemi non ce n'erano. Doveva solo far finta che non fosse mai successo e tutto sarebbe tornato alla normalità. Lei avrebbe ricominciato a odiare Ade e lui avrebbe continuato a soffrire. La dea si guardò nello specchio. Faceva brutto dirlo,o pensarlo,ma era sempre stato così e lei non se n'era mai curata. Perché doveva cominciare adesso? Non le importavano i sentimenti di Ade. Non le importava di lui. Non mi importa. È solo stato un equivoco quello di stamattina. Non mi importa di cosa prova nei miei confronti. E non mi importa di come si sentirà. Non-mi-importa-di-Ade provò ad autoconvincersi. Ma qualcosa in fondo alla sua anima dubitava di ciò che aveva pensato. Forse aggiunse infine.
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Ade si rigirò la sua fede d'argento tra le mani. E se avessi davvero sbagliato a sposarla? E se avessi davvero sbagliato a rapirla,piuttosto. Lui la amava più di qualunque altra cosa al mondo,ma lei sembrava non accorgersene. O,semplicemente,lo ignorava di proposito. L'aveva lasciata a se stessa,sperando che,passata la rabbia, si rendesse conto che lui non era così male. Ma la rabbia non le era passata. E forse non le sarebbe passata mai. È il momento di agire. Magari riesco a preparare qualcosa per sta sera...... tanto non ho niente da perdere,a parte la mia dignità. Ma quella l'ho già persa quando l'ho conosciuta,quindi sono a posto. Persefone uscì dal bagno lavata e vestita,e,senza degnarlo di uno sguardo,se ne andò. Okay,questo è il mio momento,l'importante è che non mi scopra.
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La dea uscì dalla camera da letto e cominciò a vagare per i corridoi. Quasi quasi sarebbe uscita per andare nel giardino che aveva fatto Ade per lei. Non ci andava quasi mai,le ricordava troppo casa sua,e poi,la maggior parte dei frutti erano finti. Gemme preziose a forma di frutto che fungevano pure da lanterne perché brillavano. Facevano un bell'effetto,sì,ma non sarebbero mai state alla pari dei succosi melograni del mondo di sopra. O delle mele. Accidenti,adesso le era pure venuta fame di nuovo. Qualcuno le sfrecciò accanto,facendole svolazzare i lunghi capelli biondi. Cercò di vedere chi fosse e riuscì a scorgere un solo frammento della persona prima che sparisse dietro un angolo. Scosse la testa,incredula. Quello che aveva visto era Ade per caso? E perché era così di fretta? E stava andando nella sua stessa direzione,l'unica che portava al giardino. Bè, se lui andava al giardino,lei di sicuro non sarebbe andata dove andava lui. Non dopo quello che era successo quella mattina,poi. Girò sui tacchi e cambiò direzione,allontanandosi il più possibile dal dio degli Inferi.
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(Ok,questo capitolo fa schifo,non lo leggerebbero nemmeno i titani nel Tartaro,ma vi giuro che il prossimo sarà molto meglio,in particolare perché succederanno cose belle....😎😎😎😎
In ogni caso,lasciatemi una stellina e un commentino per motivarmi ad andare avanti,pls.
                         -Hellborn  saluta)

Those blue ice eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora