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Ade tornò negli Inferi. Era contento,sì,ma qualcosa lo stava facendo riflettere. Persefone l'aveva baciato ma dopo non era sembrata felice,anzi spaventata. Si ritirò in camera sua insieme a Cerbero (che solitamente dormiva con lui quando non c'era Persefone),si cambiò e si infilò a letto,pensieroso. Accarezzando piano una delle teste di Cerbero pensò ancora se fosse stata una scelta giusta sposare così la dea. No,affatto. Si era fatto influenzare da Zeus e gli aveva dato retta,sposando una povera ragazza contro la sua volontà. Era stato brutale e crudele e il solo ricordo di quell'orrendo momento in cui la afferava per trascinarla nel suo regno lo faceva rabbrividire. Persefone non era felice. Questa era la cosa più importante per Ade. Vederla felice. Ed era stato proprio lui a toglirgliele la felicità. Ma non poteva lasciarla andare,si sentiva troppo solo. Quello era anche un altro dei motivi per cui aveva adottato un cane. Aveva sperato di sentirsi un po meno solo con un animale da compagnia. Ma presto aveva capito che non era tanto soddisfacente,in particolare se il cane era tre volte più intelligente del normale e te la faceva sul tappeto per dispetto. E poi si era  innamorato. Si era sentito completo e....okay,è imbarazzante,caldo e coccoloso. E la sensazione gli era piaciuta. E molto. La verità era che la sua vita non era migliorata da quando aveva sposato Persefone. Lei lo odiava e questo lo rendeva triste e di cattivo umore. Anche se poco meno di un'ora prima l'aveva baciato e il suo cuore aveva ricominciato a battere,non voleva dire che lo amava sul serio. Magari era una cosa passeggera e presto sarebbe finita. Doveva fare qualcosa. Assolutamente. Non poteva semplicemente lasciare le cose così come stavano. Non avrebbe sopportato di vederla per un altro anno infelice e arrabbiata,per colpa sua,poi! Il dio si sentiva molto in colpa per questo. Pensò e ripensò a cosa poteva fare. Scartò decine di idee,perdendo il sonno e la ragione, ma niente. Passarono le ore,senza che Ade riuscisse a concludere nulla. Ma come faccio a non avere una cacchio di idea per fare una buona azione?! Significa che sono buono solo a fare del male?

Si rispose una fredda voce nella sua testa.

Zitto tu

Sei buono solo a rovinare tutto ciò che tocchi,che sia un oggetto o una person-

Zitto. Smettila Crono.

Mi hai riconosciuto alla fine

Non era così difficile e adesso sparisci.

Ai suoi ordini disse ironicamente la voce per poi non farsi più sentire.
Crono gli era venuto a dare fastidio un'altra volta... aah, di stava distraendo. Doveva trovare una-
Ce l'aveva! Gli era venuta un'idea!
Come aveva fatto a non pensarci prima?! Non era un'idea che lo avrebbe fatto stare bene moralmente,ma avrebbe fatto stare meglio la dea. Sperava. Era abbastanza sicuro che ne sarebbe stata felicissima, dato che Ade le avrebbe dato,forse,la cosa che più voleva al mondo. Non ne veniva niente in tasca a lui,forse
sarebbe stato di nuovo solo e depresso, ma nient'altro. Adesso doveva solo aspettare la mattina e mandare un messaggio a Persefone.
Chiuse gli occhi. Era già triste ma non poteva essere altro. Avrebbe compiuto un azione che si era ripromesso di non fare mai,ma l'avrebbe fatta. A fatica riuscì ad addormentarsi,cadendo in un sonno leggero e agitato.
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La dea aprì gli occhi sul divano di Ermes,sbadigliando. Aveva dormito in una posizione scomoda, accavallata tra i due dei,ma aveva riposato per bene,stavolta. A tal proposito,c'era solo Thanatos che faceva zapping,del messaggero non c'era traccia. Il dio non la guardò nemmeno:"Buongiorno. Ermes mi ha chiesto di dirti che è dovuto andare al lavoro e che c'è della pizza in frigo,se hai fame. Oh,e che mi dovrai sopportare per tutto il giorno,dato che oggi sono in ferie". Persefone si ributtò sul cuscino e si strofinò gli occhi:"Non credo che sarà un problema così grande,dato che sono io l'intrusa in casa tua...."
:"Non che mi dispiaccia avere la compagnia di qualcuno che non sia un ragazzino con le ali sulle scarpe, ieri ho avuto una reazione un po' esagerata"disse Thanatos col suo fare apatico e distaccato.
:"Non importa..." rispose la dea.
:"mh...mi puoi spiegare una cosa?" domandò il dio stiracchiandosi.
:"Si"
:"Perché ti senti così in colpa per aver baciato Ade?"
La dea non rispose subito. Sentiva gli occhi bianchi contornati di nero di Thanatos addosso e non riusciva  a rispondergli. Perché?Non lo so nemmeno io....
Il dio voltò lo sguardo da un'altra parte:"Voglio dire,non è mica un crimine,se lo ami non è così male-"
:"Io non lo amo"
:"Principessa,si vede lontano un miglio che lo ami. E si sente. Se la tua aura avesse un colore sarebbe blu elettrico,che chissà per quale motivo è il colore dei capelli di un certo dio che ti ha sposata"
:"Ripeto,non lo amo. Lo saprò io,o no?"
:"Se vuoi rinnegarlo, rinnegalo ma sappi che è più che evidente".
Il telefono vibrò nella tasca di Persefone e lei si tirò a sedere, accendendo il cellulare. Era Ade.
"Possiamo parlare?" chiedeva il messaggio. La morte di sporse per vedere:"Credo che qualcuno abbia preso una decisione importante stanotte..."
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Persefone si trovava in un parco, seduta su una panchina,dove il dio degli Inferi le aveva chiesto di incontrarsi. Pensò che fosse piuttosto strano,dato che Ade non usciva mai nel mondo mortale in primavera e in estate. In più,era tesissima,non sapeva come relazionarsi col dio dopo averlo baciato. Si rigirò la fede tra le mani, nervosa. Era costretta a portarla quando non era negli Inferi,ma, stranamente,non le dispiaceva così tanto. Le ricordava Ade. Non sapeva se fosse una cosa bella o meno,ma era così. Il dio apparve dall'ombra del sentiero con gli occhiali da sole sul naso e si sedette anccanto a lei:"Ciao"disse solo.
:"Ciao"rispose a dea:"Perché volevi parlarmi?"
Il dio deglutì e si alzò gli occhiali,spostandoli tra i capelli:"I-io...".
Era evidentemente nervoso:"Credo di aver preso una decisione...."
:"Riguardo a cosa?"
:"Io e te"
Persefone rimase sbigottita. Cosa intendeva Ade con "ho preso una decisione su io e te"? La sua situazione di certo non poteva peggiorare più di così...giusto? Questa cosa la metteva molta ansia,ma di sicuro niente rispetto a ciò che provava Ade. Sembrava sudare freddo e le iridi chiare erano quasi bianche per lo stress. Non era messo affatto bene:"Credo...aaah, santo cielo,è così difficile...."disse quasi tra se e se:"Credo che tu non sia felice. È più che evidente che mi odi,anche se il mio cuore ha ripreso a battere quando mi hai baciato non significa nient-"
:"In che senso il tuo cuore ha ripreso a battere?"
:"Era...era fermo...non pulsava... ma al momento non è rilevante...stavo- stavo dicendo che non significa niente. Ti ho sposata contro la tua volontà e non è giusto. So che sei arrabbiata con me,voglio dire,ti ho rapita...chi amerebbe mai un dio crudele come me? Non posso fare molto per farmi perdonare,a parte chiederti scusa,ma ieri mi è venuta un'idea per sdebitarmi...". Il dio le tese una mano,ma lei fu riluttante a porgerle la sua. Ade la guardò supplichevole:"Non ti faccio niente...puoi darmi la tua mano sinistra,per favore?"chiese piano.
Persefone posò la mano sinistra sul suo palmo,diffidente. Il dio fece un respiro profondo. I suoi occhi si fecero improvvisamente lucidi. Ade alzò l'altra mano e,lentamente, le sfilò la fede. La dea rimase di sasso. Il dio si tolse la sua, mostrandole entrambi nella mano.
Chiuse il pugno,stringendolo con forza. Ade riaprì le dita. Quel che rimaneva delle fedi cadde a terra, niente più di un mucchietto di polvere argentata. Il dio sorrise debolmente:"Ecco,adesso sei libera. Non siamo più ufficialmente sposati. Era è d'accordo e anche Zeus,quindi puoi andare. Uscirò dalla tua vita e non sentirai più parlare di me...addio Cora". Ade sparì tristemente in una fiammata blu. La dea si rese conto solo in quel momento di cosa era successo. Non era più sposata col dio. Era appena stata liberata dallo stesso uomo che l'aveva rapita e non sapeva cosa pensare. Aveva fantasticato per mesi sul momento in cui sarebbe stata libera e adesso che era arrivato,non si sentiva felice. Ma nemmeno triste. Solo, svuotata. Sorpresa. Era una strana sensazione. Persefone si alzò e sparì anche lei in un turbine di fiori. Tornò da Ermes,sprofondando nel divano. Thanatos si appoggiò sullo schienale alle sue spalle:"Allora? Com'è andata?"
La dea alzò tremante la mano sinistra. Il dio trattenne il fiato:"Quindi alla fine l'ha fatto... come-come ti senti?"
:"Io...non lo so...credevo di sprizzare felicità da tutti i pori e invece...invece non so nemmeno come sentirmi..."
Thanatos diede un piccolo colpo con le ali e atterrò sui cuscini:"È difficile capirlo,lo so. Ade non ha mai voluto renderti infelice...ha fatto questo per te perché sa che starai meglio così...in ogni caso,se non ti va bene puoi sempre parlargli-"
:"No. Non mi sento in vena di parlargli dopo oggi....devo pensarci, non so cosa fare..."
:"Ehi,è normale essere un po' indecisi,quel che è successo è importante...rimarrà nella storia degli Olimpi quanto il matrimonio di Zeus e Era,anche se solo pochi dei ne saranno a conoscenza...senti,io non sono bravo in queste cose,ma se hai bisogno di sfogarti ti ascolterò,basta che non ti vengano gli sbalzi d'umore se no giuro che impazzisco"
Alla dea scappò una mezza risata:" Ci proverò...."
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Those blue ice eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora