CAPITOLO 1: AMICI VECCHI E NUOVI

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Il taxi correva veloce.
Vivien guardava fuori dal finestrino senza osservare veramente il paesaggio.
Mark Lenders.
Quel nome le rimbombava in testa come un gong. Sentiva ancora addosso il suo odore e il tocco quasi violento delle sue mani. Il sapore delle labbra di lui le inebriava i ricordi. Sembrava impossibile che poco meno di mezzora fa la stesse stringendo tra le braccia...
Il taxi si fermò: era arrivata.
Scese e pagò salutando distrattamente il tassista.
Sentì che l'auto si allontanava e si guardò intorno.
Il campo sportivo era esattamente come se lo ricordava: in due anni non era cambiato nulla.
Dall'interno provenivano le urla maschili dei giocatori che si stavano allenando.
Varcò il cancello e il sole l'abbagliò.
Un ragazzo con la testa rasata e con maglietta e calzoncini bianchi bordati di rosso si immobilizzò in mezzo al campo a guardarla. Appena in tempo per beccarsi una poderosa pallonata in faccia e riversarsi sul campo da calcio semi-incosciente.
-Bruce! Ma che cazz....!- urlò uno dei compagni accorrendo in soccorso del malcapitato. Poi anche il secondo ragazzo si immobilizzò a fissarla:- Oh mio Dio! Non ci credo!-
- A cosa non credi Paul? - chiese un terzo arrivando a sua volta in soccorso del primo ancora riverso a terra. Poi si voltò nella direzione in cui guardava l'amico immobilizzato ed esclamò: - Porca miseria! Ma chi sarebbe quella sventola?-
Nell'udire quelle parole l'intera squadra si immobilizzò e si mise a fissare Vivien che era ancora ferma a bordo campo con un' espressione palesemente divertita sul bel viso.
- Ovunque arrivi crei scompiglio, vero cuginetta?- esclamò una voce allegra. E dal gruppo avanzò un ragazzo moro, non molto alto ma robusto, con un espressione franca e sincera dipinta sul viso.
Il volto di Vivien si illuminò e correndogli incontro gridò: - Hoooollyy!!- e gli saltò letteralmente al collo.
- Ma che succede?- disse una voce femminile visibilmente scocciata da dietro il gruppo. Fra le facce attonite dei calciatori sbucò una ragazza bruna e minuta, con i capelli tagliati con un caschetto ordinato lungo fino alle spalle e una tuta da ginnastica addosso. Come vide la scena dei due che si abbracciavano si immobilizzò. Chi era quella smorfiosa avvinghiata a Holly? Come osava abbracciare così il suo ragazzo. Poi, dopo un secondo la sconosciuta mollò la presa e lei capì: - Vivien!- esclamò stupitissima- sei davvero tu? - e anche lei le corse intorno.
Vivien si staccò da Holly e rivolse l'attenzione alla nuova venuta:- ciao Patty! Come stai? Ti trovo in form...- non finì la frase che l'altra la stava già abbracciando.
- Ehi, mi stritoli! O ti stai vendicando perché ho abbracciato Holly?- chiese Vivien scherzosamente
- Ma quanto sei scema? Pensi che avrei permesso a una ragazza bella come te di avvicinarsi a meno di cento metri da lui e sopravvivere se tu non fossi stata la sua adorata cugina?- rispose Patty ridendo
-Cugina?- si levò unanime un coro di voci maschili alle loro spalle.
Holly si voltò verso i compagni di squadra: - Ah, sì, scusate ragazzi. Per chi non la conoscesse già, questa è la mia cuginetta Vivien, appena tornata da due anni di studio in Europa!-
Un brusio di voci curiose si levò e fra tutte un lamento: - Ehi, va bene che si è rifatta viva la ragazza più bella del mondo, almeno secondo me, ma qualcuno viene a darmi una mano?-
- Oh Bruce...- disse Vivien correndo verso il ragazzo ancora a terra- ...Sei sempre il solito deficiente! Ma come hai fatto a prenderti quel pallone dritto in faccia? Su dammi la mano...- e aiutò il ragazzo ad alzarsi.
- Ahi che botta!- disse Bruce sfregandosi la mascella dolorante: - Come ho fatto? E che ne so? Come sei entrata da quel cancello il mio cervello ha smesso di funzionare. Mamma mia, sei sempre più bella!-
-Grazie!- rispose Vivien rifilandogli un bacio leggero sulla guancia che lo fece avvampare e poi si voltò verso il secondo ragazzo che le stava sorridendo ancora in piedi accanto a Bruce: - ciao anche a te Paul. Piacere di rivederti.-
- Il piacere è tutto mio Vivien.-
-E a noi non saluti?- dissero un quarto ed un quinto.
- Johnny Mason e Ted Carter! Ciao! Ci siete proprio tutti!- disse lei.
- E aspetta di vedere la faccia di Benji quando ti vedrà! - precisò Paul.
Vivien si immobilizzò e lo fissò attonita : - B-benji è qui?- balbettò - credevo fosse ancora in Germania.-
- E' tornato settimana scorsa. Quest'anno il campionato lo giocherà con noi- le rispose Holly proseguendo- ed era ora, dopo due anni di assenza-
- E dove è adesso?- chiese lei senza alzare lo sguardo da terra.
- Negli spogliatoi... Arriverà a momenti- le rispose il cugino.
- Perché non vi allenate? Cosa fate tutti impalati in mezzo al campo?- chiese una profonda voce fin troppo familiare.
Ed ecco farsi largo tra il gruppo un ragazzo alto, con i capelli corti scuri e un berretto calzato in testa.
Vivien alzò lo sguardo e lo fissò.
Lui si fermò. La tensione era palpabile.
" È sempre un gran bel ragazzo" pensò lei " è più alto e le sue spalle sono più larghe... Anche se non larghe come quelle di Mark..."
Mark?!?
Come poteva pensare a Mark in quel momento?
Era lì faccia a faccia con il suo ex... O per lo meno quello che in teoria era il suo ex. In pratica non si erano mai lasciati esplicitamente. Non si sentivano da un anno abbondante, questo è vero. Ma non si erano mai detti addio in modo ufficiale.
Lui era stato il suo primo amore, la sua prima volta....
Le mani di Mark...
" Cosa c'entrano le mani di Mark adesso? Vivien, piantala e saluta Benji".
Benji da canto suo sembrava in paradiso. Come vide la ragazza ebbe un momento di smarrimento. Non se l'aspettava, certo. Ma che bello era rivederla? E quanto era splendida? Più di quanto ricordasse... E lui di lei ricordava TANTO.
Come mai si erano allontanati? Non se ne ricordava. Ma di una cosa era certo: non l'aveva mai dimenticata.
Vivien cercò di sfoderare il suo miglior sorriso, prima di dire:- Ciao SGGK!-
-Ciao Splendore!- disse lui e l'abbracciò sollevandola da terra come fosse un fuscello
" Cavolo. È molto più forte di quanto ricordassi" pensò lei " anche se non forte quanto Mark..."
Mark! Ancora lui! Ma non poteva levarselo dalla testa almeno mentre stava tra le braccia di Benji?
- Lasciami Benjamin Price! Immediatamente- disse lei ridendo.
- Scusa.- rispose lui imbarazzato: - Mi sono fatto trasportare. Ma non mi dai neanche un bacino dopo tutto questo tempo?-
- Certo!- rispose lei assestandogli un sonoro bacio sulla guancia:- Contento?-
- Mmmmmh- rispose lui sfregandosi lo zigomo: - Non proprio ma per ora, davanti a tutti va bene così!-
Vivien li guardò maliziosa: -...E da quando ti fai problemi del fatto di essere 'davanti a tutti'-
Vivien gli era vicina, pericolosamente vicina:- Viv ti prego... Se fai così potrei non rispondere delle mie azioni.- e la strinse di nuovo.
la ragazza poteva vedere il desiderio negli occhi di lui.
La cosa stranamente non le provocò la reazione che sperava.
Sovrapposti agli occhi grigi ardenti di passione di Benjamin Price, Vivien Hutton, la cugina del famoso centroavanti della New Team, Oliver Hutton, vedeva altri occhi: quelli neri e selvaggi di Mark Lenders, attaccante di punta della Toho F.C.

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-Grazie mille Patty di avermi prestato la tuastanza per farmi una doccia, prometto che domani tolgo il disturbo. Il mioappartamento dovrebbe essere pronto..."- disse Vivien gettando la borsasul letto di Patty e aprendo la valigia cercando accappatoio e ciabatte.
- Tranquilla, nessun disturbo. Ma come mai nonti fermi qui nel dormitorio e ti sei cercata un appartamento?- rispose l'amicaspazzolandosi i capelli davanti allo specchio.
- Per due semplici motivi. Primo: odio idormitori. Secondo: non studierò qui alla Nankatsu- rispose la prima
Patty era esterrefatta: - non studierai qui connoi alla Nankatsu? E dove allora?-
Vivien sorrise: - Alla Toho High School, miacara.- e senza dire altro si infilò in bagno, mentre Patty senza parole sisedeva sul suo letto balbettando : - Alla T -Toho? Ma che ti salta in mente?-


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Vivien accese l'acqua della doccia e iniziò aspogliarsi: gonna, maglietta, reggiseno, slip....
Si guardò allo specchio: sgranò gli occhi. Erapiena di lividi!! Due macchie violacee erano sulle coste e una molto vicinaall'inguine.
Ma cosa erano quei segni?
Non potevano essere che il segnale del passaggiodi Mark Lenders.
Sorrise. Si era accorta che quel ragazzo erastato parecchio " focoso", per usare un eufemismo, ma possibile cheavesse lasciato tutti quei segni indelebili sulla sua pelle? E soprattutto chelei non se ne fosse accorta? Che non avesse sentito dolore ma solo un immensosconfinato piacere?
Poi vide qualcos'altro, proprio all'altezza delsuo seno sinistro. Era un segno rossastro ma non era un livido.
Si avvicinò il più possibile allo specchio perguardare meglio, e si trattenne da scoppiare a ridere.
No, aveva ragione: quel segno non era un livido.Era un MORSO!
" il morso della Tigre...."Pensò mentre si infilava sotto la doccia.
Una vampata di calore l'avvolse... E non era ilcalore dell'acqua.

The eye of the TigerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora