NOTA DELL'AUTORE: In questo capitolo troverete, per esigenze narrative, due frasi in tedesco. Io non so il tedesco e per scriverle ho usato il traduttore di Google! Non ho idea se siano corrette o meno. Se qualcuno di voi parla tedesco e vuole correggermi, nessun problema! Buona lettura!
Durante il tragitto in macchina verso l'albergo di Tokio che avrebbe ospitato il ritiro della Nazionale Vivien pensò a molte cose.
Erano soli lei e Mark, nel pick-up nero di lui.
Lei guardava fuori dal finestrino, mentre il ragazzo guidava.
Mark non le chiedeva il perché di quel silenzio: era stata una giornata molto pesante per Vivien. Era ovvio che volesse stare un po' sola con i suoi pensieri.
Mentre guidava la guardava.
Dio, quanto era bella!
Cosa aveva fatto per meritarsela?
Lei sedeva composta stringendo la borsa in grembo.... Quella borsa marrone di un marchio che era noto perfino a lui, che di moda non ne capiva un accidente!
La prima a notare quella borsa era stata Clara che sbalordita le aveva chiesto:
-Che bella!! Ma è una Louis Vuitton originale?-
Vivien aveva annuito, dicendo che era il regalo di un amico.
"Sì certo, di UN AMICO..." aveva dedotto Mark con una stretta al cuore " ...E chissà chi è IL SUO UNICO AMICO che può permettersi un regalo simile!"
Lo Stronzo. Sempre di mezzo.
Mark avvertiva un complesso di inferiorità: lui non avrebbe mai potuto permettersi di regalare a Vivien un'oggetto del genere.
Non era giusto.
Ad un tratto la voce di Vivien, inattesa, lo distolse dai suoi pensieri:
-Contro chi giocate l'amichevole?-
Mark alzò gli occhi al cielo. Lui e gli altri non avevano parlato d'altro negli ultimi giorni e lei non aveva ancora capito chi erano gli avversari della partita imminente? Odiava il calcio, ok. Questo era chiaro. Ma non poteva almeno fare finta di interessarsi un pochino ad una cosa che per lui era molto più di una semplice passione?
Alzò le spalle rassegnato e rispose: - Con la Germania....-.
Vivien trasalì.
-Schneider?- chiese lei titubante.
-Sì certo.- confermò Mark: -Ci sarà anche Schneider! Perché?-
Lei rispose evasiva:- Non niente. E' solo che è tanto tempo che non lo vedo...-.
Ma come? Conosceva anche Karl Heinz Schneider, il fuoriclasse tedesco?
Poi un flash. Certo che lo conosceva. Price in Germania aveva giocato in squadra con il biondo attaccante fino a pochi mesi prima... e Vivien era stata la fidanzata di Price in quel periodo.
Rieccolo Lo Stronzo. Ma doveva sempre saltar fuori a rovinargli la festa?
Nello stesso momento nel cervello di Vivien frullavano pensieri molto simili.
Quando aveva accettato di seguire Clara e i ragazzi in ritiro, l'aveva fatto di getto, senza rifletterci troppo.
Ma adesso si rendeva perfettamente conto del casino in cui si stava ficcando: avrebbe rivisto Benji. E sarebbe arrivata sul posto come fidanzata di Mark.
La cosa la gettò nel panico.
Dopo quella famosa serata a casa sua dove i due ragazzi si erano quasi ammazzati, lei aveva chiamato Benji per chiarire la questione.
Il portiere, ovviamente, aveva chiesto spiegazioni sulla comparsa improvvisa di Lenders a casa sua.
Lei non aveva detto bugie: aveva detto a Benji che lei e Mark si frequentavano, ma niente di serio.
Insomma, un eufemismo per fargli capire che andavano a letto insieme ma tutto finiva lì.
Lui l'aveva presa maluccio... ma poi si era rassegnato. Probabilmente considerava quell'avventura solo un capriccio di Vivien.
Ma ora le cose erano diverse.
Per prima cosa i compagni Ed, Danny, Eddie e Clara che venivano con loro erano convinti che lei e Mark fossero fidanzati e secondariamente... le cose ora erano cambiate anche per lei. I sentimenti che provava verso il bruno attaccante della Toho erano cresciuti di giorno in giorno e poi, dopo quel pomeriggio, erano esplosi.
Adesso lei considerava il giovane che guidava silenzioso al suo fianco davvero il suo ragazzo.
E probabilmente anche Mark adesso...
No! Di questo non poteva essere certa.
E poi la situazione le sembrava già abbastanza complicata così, senza coinvolgere il Cuore della Tigre!
*******
Parcheggiarono nel posteggio privato del lussuoso hotel.
-Mamma che roba!- esordì Danny dando il gomito ad Ed e Eddie: - Ci sono dei vantaggi notevoli ad essere convocati.-
- Pensavo vi foste abituati ad essere trattati così!- disse Vivien: - Intorno al modo del calcio girano talmente tanti soldi! E' ovvio che vi riservino trattamenti esclusivi.-.
-Personalmente sono solo un ragazzo di provincia e a tutto questo lusso non mi abituerò mai.- ammise Mark.
Vivien sorrise. Sapeva che era vero. Mark era uno a cui piacevano le cose semplici.
Poi d'improvviso sentì delle voci maschili. Quattro ragazzi stavano parlando poco distanti in una lingua straniera. Uno di loro era inconfondibile: alto, biondo, spalle larghe...
-Was für eine Ehre! Der Kaiser des europäischen Fußballs unter 21! (Che onore! L'imperatore del calcio europeo under 21!)- disse la ragazza ad altissima voce.
I quattro si voltarono e il viso del più alto si illuminò in un ampio sorriso amichevole: -Vivien! Mein lieber! Ist das wirklich wahr? (Vivien! Mia cara! Sei davvero tu?)-
Le corse incontro e la abbracciò sollevandola da terra.
Vivien, sciogliendosi dal poderoso abbraccio teutonico, sempre in tedesco proseguì: -Ciao Karl! Come stai? E' passato un sacco di tempo...-
-Già...-confermò lui grattandosi la testa- Quanto sarà? Un annetto?-
- Un anno e mezzo.- puntualizzò Vivien.
La conversazione proseguiva in lingua.
I giapponesi, chiaramente, non capivano una parola.
" Non mi aveva mai detto di saper parlare tedesco..." pensava Mark.
Evidentemente c'erano ancora molte cose che non sapeva di Vivien.
Vivien e Karl Heinz Schneider continuavano a conversare.
Ad un certo punto "ll Kaiser" disse qualcosa che attirò l'attenzione di Mark:
-Ma se tu sei qui, come mai con te non c'è Benjamin?-
Ovviamente aveva parlato tedesco, ma il nome "Benjamin" giunse chiaro alle orecchie di Mark e fu sufficiente per far scattare un campanello di allarme.
Si avvicinò ai due.
Vivien accorgendosi della vicinanza di Mark, passò dal tedesco ad un più comprensibile inglese: - No Karl. Benjamin non è con me. Io e lui non stiamo più insieme. Stasera sono qui con altri amici e il mio nuovo ragazzo... che penso tu conosca già...- e così dicendo si voltò per introdurre Mark.
Lenders non era esattamente un fenomeno con le lingue, ma l'ultima frase di Vivien l'aveva capita e si sentiva molto meglio.
Tese una mano all'altro e disse freddamente: - Ben trovato Schneider.-
Superato il momento di shock per aver scoperto che il fidanzato di Vivien non fosse più il suo vecchio amico Price ma un ben più odiato personaggio, il tedesco rispose con un tono altrettanto glaciale, stringendo con forza la mano del giapponese: -Altrettanto Lenders.-
" Si ADORANO proprio, non c'è che dire!" pensò Vivien sconsolata.
Ma c'era qualcuno al mondo con cui Mark andasse d'accordo che non fossero i suoi compagni di squadra?
Ma doveva proprio andarsi ad impelagare con il più grande orso dell'universo?
- Ok.- tagliò corto la ragazza per evitare il peggio: - È stato un piacere rivederti Karl. Avremo occasione di parlare nei prossimi giorni. Adesso siamo un po' stanchi: siamo appena arrivati e dobbiamo ancora sistemarci nelle nostre stanze. Ciao ciao e a presto!-.. e trascinandosi dietro Mark lasciò solo Karl Heinz Schneider.
Attaccato al braccio di Vivien, Mark ebbe appena il tempo di chiederle: -Ma scusa, quante lingue sai parlare tu?-
-Compresa la nostra lingua madre?- chiese giocosa la ragazza.
-Comprendila pure, se vuoi...-rispose Mark basito e non capendo il perché di quella domanda.
-Ah ok. Allora sette: giapponese, inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano e un pochino di russo.- replicò Vivien con candore.
-S-sette l-lingue?- Mark era davvero senza parole.
-Già. Sette.- lo guardò e sfoggiò uno dei suoi sorrisi meravigliosi. Poi proseguì: - Ognuno ha i propri talenti!-.
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The eye of the Tiger
FanficSEQUEL DI "REALITY" Due ragazzi che si odiano da tempo. Una ragazza che arriva a complicare le cose. Un cugino ingombrante.... Il mio tributo ad un anime che ha accompagnato la mia ormai lontana infanzia. Anche questa storia ha moltissimi anni ed è...