EPILOGO

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Otto anni dopo...

Incise con il bisturi la pelle e la muscolatura toracica eseguendo un taglio verticale lungo lo sterno e due tagli obliqui all'altezza delle clavicole, come per disegnare una "Y".

Scollò l'epidermide, lentamente e in seguito la muscolatura.

Si spostò a lato per permettere a Ron di eseguire la sternotomia con la sega circolare.

Una volta che le costole furono libere inserì il divaricatore di DeBackey, per tenere aperta la gabbia toracica ed avere campo di azione.

La pleura sembrava integra...

La scollò lentamente per liberare i polmoni, poi incise la trachea e i bronchi principali: c'era acqua.

Ma non c'era schiuma.

Notò immediatamente che i bronchi più sottili e i bronchioli erano liberi. Quell'uomo non era morto per annegamento.

Tuttavia senza un esame istologico non era possibile trarre una conclusione definitiva. Prelevò un campione di parenchima polmonare e lo mise in formalina per mandarlo in laboratorio.

Spostò l'attenzione sul cuore: sotto il pericardio traslucido intravedeva una macchia bianco-grigiastra di circa un centimetro quadrato.

Tombola! Infarto miocardico.

Quel pover'uomo doveva essere stato stroncato sulla banchina del porto e solo successivamente era caduto in acqua.

Povero disgraziato: a giudicare dall'abbigliamento e dallo stato di denutrizione doveva essere un senzatetto.

Prelevò un altro campione, stavolta di tessuto cardiaco.

-Dottoressa Hutton? Sono le 17:15. Mi aveva chiesto di avvisarla.- era la voce di Ron, il tecnico di laboratorio.

Vivien alzò lo sguardo e guardò l'orologio sul muro.

Porca miseria! Era tardissimo: se non si sbrigava sarebbe arrivata in ritardo.

-Grazie Ron. Richiudi tu? Continuiamo lunedì...-

-Certo, vada pure: ci penso io.- rispose l'uomo.

Lei si sfilò i guanti in lattice e si tolse gli occhiali para-schizzi.

Incominciò a slacciarsi il camice, mentre si dirigeva sul retro dove c'era l'antibagno che fungeva da spogliatoio.

Si guardò allo specchio e sganciò la pinza che le teneva raccolti i capelli che ricaddero morbidi all'altezza delle spalle.

Mamma mia che faccia! Aveva delle occhiaie spaventose...

Proprio oggi che Mark sarebbe tornato dall' Italia per la pausa delle feste natalizie europee. Beh, magari non ci avrebbe fatto caso...

Si diede una ravvivata ai capelli: chissà se a lui sarebbero piaciuti così corti. Non l'aveva ancora vista con quel nuovo taglio.

Adesso però era proprio il caso di muoversi: doveva correre all'aeroporto a prenderlo, altrimenti non avrebbe fatto in tempo...

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Lo vide uscire dalle porte scorrevoli dell'area "Arrivi Internazionali" dell'aeroporto di Narita.

Immediatamente fu assalito da una folla di fans. Lo perse completamente di vista. Si spostò un po' più lontano per vedere meglio e subito notò la schiera di ragazze che si accalcavano intorno a Mark Lenders.

The eye of the TigerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora