Cap.1: L'inizio della fine.
-Jennifer.
<< Jennifer! >> << Jennifer! >>
Urla in lontananza disturbano il mio meraviglioso sonno, sono su una soffice nuvola rosa, sorvolando paesi e città, distesa a guardare il cielo.. sospiro di sollievo e..
<< JENNIFER ALZATI! >>
BOOM. Un tonfo. Apro gli occhi sono a terra.
<< Ma che diamine.. >> borbotto strofinando il palmo della mano sugli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza.
<< E' l'ultimo giorno di scuola sorellina, prima delle vacanze di Natale, alzati! Tu e quelle nuvole rosa, ma sei fissata?! >>
Alzo lo sguardo e mi ritrovo avanti un Jack divertito chino sulle ginocchia intento a non ridere.
Jack è mio fratello maggiore, ci somigliamo molto, sia caratterialmente che fisicamente, entrambi abbiamo i capelli castano chiaro ed una stessa corporatura, ciò che ci differenzia sono solo gli occhi.. i miei verde smeraldo i suoi ghiaccio, gelidi ma caldi allo stesso tempo. Siamo praticamente identici, ciò che non si potrebbe dire per George, entrambi sono più grandi di me, il primo 24 anni mentre il secondo 23, la sua particolarità sono gli occhi proprio come i miei.
E' difficile essere l'ultima della famiglia, a 18 anni ti trattano come una bambina, ma non posso dire di non essere circondata dall'amore dei miei cari. Jack morirebbe per me e lo ha dimostrato più e più volte, difendendomi da qualsiasi evento negativo e sorreggendomi in ogni situazione. Siamo molto legati, forse troppo, so che lui non mi nasconderebbe mai nulla e lo stesso vale per me. Siamo degli specchi, uno riflette ciò che prova l'altro. Inseparabili.
<< Hei! Ma che ti sei imbambolata? Forza >> mi prende per il braccio e mi tira su spingendomi in bagno.
<< Uff! Mi devi ancora spiegare come fai a sapere delle nuvole rosa! >> urlo sbuffando senza darci troppo conto.
<< Impara a tenere a freno i tuoi pensieri! >> risponde lui sorridendo sedendosi sul letto poco prima che io chiuda la porta.
<< Tze! Certe volte sembra che tu abbia la telepatia! >> continuo con voce alta per farmi sentire forte e chiaro, ma dall'altro vano non arriva alcuna risposta.
In pochi secondi mi lavo e mi vesto, stendendo un velo di trucco sul mio viso delicato. Lascio i capelli liberi sulle spalle, liberando le ondulazioni presenti sulle punte.
Esco di corsa scendendo le scale seguita da mio fratello. Al piano di sotto trovo George, mia madre e il mio patrigno intenti a fare colazione.
<< Sempre in ritardo! >> urla giustamente la donna,
<< Che posso farci, ho preso da mio padre! Oh perdonami non lo conosco nemmeno. >> rispondo stizzita.
Non ho mai avuto un bel rapporto con mia madre, ha cacciato via il mio papà biologico quando avevo si e no 3 anni, non ricordo il perché né ricordo come sia fatto. Stavo per uscire, ma sento una presa sul polso,
<< Hai preso le gocce ? >>
Mi giro e incrocio il suo sguardo << Non ce n'è bisogno non credo di avere allucinazioni di magia ogni secondo >> faccio per andare ma non mi lascia.
<< Meglio non rischiare >> con la mano libera prende il flaconcino e mi "costringe" quasi a prenderle. << Vai >> mi posa un bacio sulla guancia e mi lascia.
Sbatto la porta alle mie spalle e comincio a correre verso l'autobus. Questo farmaco ha un retrogusto amaro. Sono vincolata, devo prenderle a forza, da quando ho ammesso di vedere degli oggetti che svolazzano e di sentire delle voci nella mia testa. Credono che io sia sotto stress. Ma io non credo sia questo.
Salgo sul veicolo velocemente e dopo una decina di minuti finalmente arrivo all'istituto. Seguo le estenuanti ore di lezione e poi mi dirigo nell'atrio dove stupidamente mi ricordo che questa mattina era l'ultimo giorno per iscriversi ai corsi pomeridiani del nuovo anno. Cavolo. Se non è rimasto nulla sono fregata.
Corro verso le bacheche e noto tutti i posti già occupati,
<< No cavolo >> sussurro stringendo un pugno. Sorvolo velocemente tutti i fogli notando due caselle libere in un corso di nome "Rerekè" e una nel corso di recitazione, decisamente no.
Un ragazzo mi sorpassa e cerca di occupare il posto nel gruppo dal nome strano, prende la penna e scrive il suo nome, Tom. Non appena stacca la punta dal foglio il suo nome scompare come se fosse stato assorbito. Spalanco gli occhi strofinandomeli, ho le allucinazioni di nuovo?! Mi guardo intorno e dietro di me noto una ragazza dal ciuffo blu con la mia stessa espressione, quindi non sono l'unica. Il ragazzo prova a riscrivere ma dopo diversi tentativi ci rinuncia, urla per il nervoso e decide di iscriversi al corso di recitazione. Non appena va via, io avanzo. Prendo la pena tremando leggermente, non posso far altro che scrivere in quello spazio vuoto posto su quel foglio leggermente bruciacchiato quasi fosse una pergamena. Scrivo lentamente "Jennifer" scolpendo ogni lettera come fosse un'opera d'arte. Non appena allontano il braccio la scritta si illumina e praticamente si incide sul foglio. Scorro con un dito sul mio nome e noto che è indelebile. La scritta è indelebile. Cerco di non dare a vedere il mio stupore così mi allontano e faccio per andarmene, ma in realtà mi fermo a spiare la ragazza dietro di me costretta anche lei a quel corso. Anche il suo nome subisce quell'illuminazione. Tossisco leggermente e corro via, trovando subito fuori il cancello mio fratello Jack, vestito di tutto punto appoggiato alla macchina. Mi accoglie con un sorriso smagliante guardandomi negli occhi, il suo sguardo non me la conta giusta e nemmeno la sua presenza lì.
<< Prendo il pullman non c'è bisogno di accompagnarmi >> faccio una smorfia e giro l'angolo.
<< No, no no >> mi tira per lo zaino e mi abbraccia << Oggi voglio stare con te, non andiamo a casa >> mi costringe a sedermi nella macchina e mi allaccia stesso lui la cintura.
<< Come mai tutta questa premura? >> esclamo con un sorriso sarcastico.
Sale dal lato del guidatore e mi guarda << Shhh andiamo a mangiare fuori >>
a quell'esclamazione una lampadina si accende,
<< Andiamo a quel ..ristorante che mi piace tanto? >>
<< Ovvio! >> ride e a quel punto gli salto addosso e lo abbraccio << Grazie! >> urlo scompigliandogli i capelli.
<< Ma dopo devi andare a quel corso. >> dice serio partendo con la macchina.
<< Oggi? Ma è per l'anno prossimo Jack! >> esclamo spensieratamente senza chiedermi minimamente come faccia a sapere del corso.
<< No questo comincia oggi e tu ci andrai! >>
Spalanco gli occhi << Cosa!? >>
<< Hai sentito bene! Non voglio sentire ragioni.
Detto questo evito anche di controbattere, so già che mi costringerà come ha sempre fatto quando non avevo la minima voglia di far nulla.
Perché mai questo strano corso si tiene oggi stesso? Chissà poi a che ora.
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Opposition
FantasyJenny e Liz, due ragazze le cui vite saranno catapultate in un nuovo mondo fatto di eventi magici e paranormali. Le loro storie cambieranno da un momento all'altro e dovranno combattere se vogliono sopravvivere. Riusciranno a superare gli ostacoli c...