No no no.

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Jenny

Uscita dall'istituto comincio  a correre senza guardarmi dietro nemmeno una volta, senza chiedermi cosa faranno i miei fratelli, cosa devo fare io. Li ho lasciati lí con quel Lucas, non mi importa, non so chi sono né perché  sono qui. Il mio é un incubo non puó essere vero... É impossibile.

Non alzo lo sguardo  nemmeno per un secondo, non mi volto né tanto meno mi fermo, ho il fiatone e cerco di spingere  dentro le lacrime che premono per uscire, avrei voglia  di urlare, di tornare a casa e farmi sentire, costringere tutti a dirmi la veritá, a costo della mia stessa vita.. Ma no, non lo faró.. Sono schiava di un mondo che non mi appartiene, sono sottomessa  e non mi è concesso di ribellarmi, in preda a questi pensieri mi fermo di botto alzando lo sguardo, lascio che la pioggia scenda liberamente bagnandomi tutta, ma .. Il problema principale è come farò a mentire a mia madre? Lei saprà  sicuramente leggere nella mia testa.. Un blocco. Ho bisogno di bloccare i miei pensieri, devo riuscirci in un modo o nell'altro.

Arrivo fuori casa e noto la macchina dei miei fratelli giá parcheggiata sotto il lampione  illuminato,guardo l'orologio, sono  le otto e mezzo cavolo. Sono in ritardo. Prendo le chiavi e apro la porta trovandomi tutti seduti a tavola, non devo perdere la concentrazione altrimenti é finita.

<< Finalmente! >> esordisce Jack alzandosi dal tavolo << SEI TORNATA! ALMENO AD AVVISARCI CHE FAI TARDI NO!? >> praticamente urla lasciandomi basita, alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi che ora sono davanti ai miei, deglutisce e per un attimo cambia espressione.. Sta fingendo.

<< Jack ha ragione .. >> continua George,

<< Dai adesso basta .. >> mia madre si alza e mi viene vicino togliendomi di dosso il giubbino bagnato con un sorriso rassicurante, ricambio con insicurezza, devo parlare cavolo altrimenti mando all'aria tutto.

<< S-sono uscita con delle amiche .. E a-abbiamo fatto tardi.. >> tossisco mantenendo intatto il blocco che spero di aver creato,

<< Va bene tesoro non ti preoccupare.. Vieni  ora, mangia qualcosa >> continua mia mamma accompagnandomi vicino al tavolo. Sorrido al mio patrigno e in quell'attimo sento una fitta alla testa, un dolore lancinante come se qualcuno stesse cercando di penetrare con un oggetto nella mia testa. Qualcuno c'é. Sta cercando di leggere i miei pensieri. Devo far finta di niente.

<< Ho fame che c'é da mangiare? >> una volta pronunciate queste parole tutto cessa e io posso tornare tranquilla sotto gli occhi preoccupati dei miei due fratelli che fanno di tutto per inscenare un qualcosa che possa sembrare reale. Fino a quando non mi alzo dal tavolo.

<< Sono stanca.. >> sussurro stringendo i pugni << Ah mamma ... Mi hanno scelta p-per  partecipare  ad un c-campus invernale, d-devo partire domani, p-posso? >>

<< CERTO CHE PUOI! >> esclama sorridendo lei << Me ne hanno giá  parlato i tuoi fratelli, sono tranquilla ..sarai con loro >> mi abbraccia e incrocia  il mio sguardo  << Fa attenzione >>

Annuisco e corro al piano di sopra, chiudo la porta alle mie spalle e mi getto poco delicatamente sul letto, stringo il piumone e scoppio a piangere, la mia vita é tutta finzione,  tutta una finzione. Nessuno mi ha mai detto la verità e continuano  imperterriti..

Domani non andró a quell'istituto , Jack e George sono troppo impegnati  con gli altri ragazzi e con le loro famiglie per pensare  a me. Resterò qui, quando il mio patrigno scoprirà  che non é un campus non permetterà  che io venga portata via e forse é meglio  cosi, vivrò  la mia vita, qui in questa città  che tanto amo. Certo avrò sempre  un pensiero fisso nella mente che mi spingerà a cercare il mio vero padre, a cercare delle risposte, ma.. Forse.. Le gocce mi aiuteranno a dimenticare, per sempre.

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