"Ricordami un pò perché ti ho dato carta libera per decidere dove andare stasera?" chiese Elizabeth alla donna che le era di fianco sul sedile del guidatore.
"Perché badare alle mie due pesti 24/7 mi sta facendo sbarellare, cara la mia prof sexy e single!" rispose la bionda.
Hannah ed Elizabeth si conoscevano sin dai tempi delle elementari, migliori amiche alle medie ed inseparabili fino al liceo, quando Hannah andò a malincuore a vivere dal padre fuori città e la lasciò da sola per i primi tre anni a fronteggiare quel marasma da cui tutti volevano uscire il più presto possibile.
Hannah era l'unica persona di Twins con cui era rimasta in contatto. Era loro abitudine scriversi reciprocamente mail sugli argomenti più disparati, quell'appuntamento corrispondeva ad un'uscita tra amiche virtuale. L'amica, pur di non appoggiarsi dai suoi, le aveva proposto varie volte di stare da lei per un weekend - folle, a detta sua - ma erano anni che Elizabeth accampava scuse per non tornare in città. Hannah capiva perfettamente la sua riluttanza e tendeva a non insistere se dall'altro lato sentiva che non c'era la volontà: oltre a rispettare le sue scelte, Hannah era restia a farle pressione anche perché in città era tornato Adam, e lei questo non aveva avuto il cuore di dirglielo. Non si era accorta immediatamente di lui, perché vivevano lontani e Adam si univa raramente alla vita sociale di Twins: lo aveva incontrato al supermercato e, dopo averci scambiato qualche chiacchiera di circostanza, era stata assillata dal dilemma se raccontare tutto all'amica o farsi gli affari suoi. Scelse la seconda: Elizabeth aveva passato anni terribili, la conosceva, dunque sapeva che quello che le aveva lasciato intuire sul suo umore tramite corrispondenza, corrispondeva a un decimo della verità. Non se l'era sentita di sconvolgere la sua nuova vita, e anche se in passato aveva fatto le veci di cupido innumerevoli volte, stavolta abbandonò la nuvola e depose il suo arco in un ripostiglio.
Elizabeth l'aveva avvertita che sarebbe tornata in città molto presto e quando l'aveva telefonata, per poco Hannah non era caduta dalla sedia per la felicità. Come la sua migliore amica, il suo carattere non propriamente popolare e l'aver cambiato scuola non gli aveva fatto stringere molti legami duraturi al liceo, e nonostante si fosse fatta alcune amiche tra le altre mamme nel consiglio di classe, le due cose non erano paragonabili.
Hannah si voltò a guardare Elizabeth, avrebbe voluto darsi un pizzicotto per essere sicura che fosse davvero lì con lei, alla volta dello Stereo Punk, un locale che purtroppo non aveva più niente di punk, né di stereo.
"È davvero peggiorato così tanto lo Stereo?" chiese Elizabeth speranzosa.
"Non ne hai idea... Non ti aspetteresti mai quello che sono stati in grado di fargli - commentò l'altra profondamente indignata - ma ora lo vedrai tu stessa" le indicò l'insegna luminosa che spuntava come un faro in mezzo al buio che inghiottiva l'interstatale. Elizabeth notò che persino l'insegna era cambiata: l'originaria radio stilizzata da cui fuoriusciva un fulmine era stata rimpiazzata da un lettering dal design minimalista e freddo. Il parcheggio era abbastanza affollato di auto e moto, prima di scendere si diedero un'aggiustata veloce entrambe, specchiandosi; le vecchie abitudini sono dure a morire.
"Dì un pò, ma tu chi hai intenzione di accalappiare stasera? O meglio, quanti??" disse maliziosa Hannah.
"Sei sempre la solita maniaca Hann! È solo che mi sembra di non uscire da un sacco di tempo e non sapevo cosa mettermi"
"Certo, certo - rise - comunque stasera faresti passare dall'altra sponda anche un'etero come me, quindi rilassati, stai benissimo" le assicurò facendole l'occhiolino. Elizabeth sorrise.
Scesero dall'auto e aspettarono qualche minuto in fila prima di entrare finalmente nel locale: del vecchio Stereo Punk erano rimaste le posizione del bancone del bar, quella del palco e la postazione di Fred, il proprietario, che aveva il suo ufficio in una stanza al primo piano.
STAI LEGGENDO
Mislaid - smarriti
RomanceSe dieci anni prima le avessero detto che a trent'anni si sarebbe ritrovata sola, infelice e al buio nel suo appartamento di venerdì sera, Elizabeth non ci avrebbe mai creduto. Già, perché prima non aveva nessun dubbio riguardo a chi le avrebbe tenu...