Why don't you tell it like it really is?

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Kim non aveva toccato ancora nulla, quando si alzò dal suo posto poco dopo l'arrivo delle loro ordinazioni.

"Dove vai?" le chiese Adam, tornato da poco dal viaggio dei suoi pensieri.

"Te ne importa qualcosa?" domandò a sua volta, approfittando dell'iniziale silenzio di Adam per bere qualche sorso di alcol.

"Ma che vuoi dire? Ti ho portata fuori proprio perché avevo voglia di vederti" mentì, sforzandosi di essere il più convincente possibile.

"Vai davvero al diavolo, Adam" lo guardò con astio divincolandosi dalla mano di lui che le tirava un lembo della giacca. Si fece largo tra la folla ed uscì il più velocemente possibile dallo Stereo Punk.

Finalmente aria fresca. Cosa stava accadendo fra loro due? Fino a qualche giorno fa Adam era il solito vecchio Adam, non c'erano vuoti improvvisi come tutte le volte che lo aveva sorpreso con la testa tra le nuvole, né tantomeno attenzioni per la prima sconosciuta che ballava davanti a tutti in un bar. Questo non era l'Adam che aveva conosciuto, somigliava molto di più al suo ex marito. Non riusciva a crederci, il suo ragazzo lì dentro si era comportato come un ragazzino in piena tempesta ormonale.

"Aspetta! - sentì gridare alle sue spalle, l'uomo l'aveva raggiunta nel parcheggio in pochi secondi - Mi dici cosa t'è preso?"

Kim gli dava ancora le spalle, ora come ora non si meritava nemmeno di guardarla in faccia.

"Sei uno stronzo, ecco cosa m'è preso. Ma non è niente di nuovo, sono abituata al tuo genere, ormai non mi aspetto niente" disse in tono dispregiativo.

"Vuoi spiegarmi chiaramente di cosa stai parlando? Ho forse dimenticato il tuo compleanno?" le chiese, fingendo di non sapere che il problema aveva un solo nome, Elizabeth. Non voleva affrontare quel discorso con lei, sicuramente non in quel momento.

Inviperita, Kim si voltò e gli diede uno schiaffo "Io non sono un'idiota, e tu sei troppo cresciuto per fare il bambino con la prima sgualdrina che agita il sedere in un bar!"

"Lei non è una.." provò a dire mentre sentiva la rabbia montare dentro di lui.

'La tua ragazza ti sta facendo una scenata di gelosia e tu pensi ad irritarti se chiama la tua ex sgualdrina?'

"Ah! Addirittura, la conosci anche? Dio mio, ma che ci faccio qui?!" agitò le mani verso l'alto e velocemente compose il numero del radio taxi. Voleva mettere più distanza possibile tra lei e Adam prima di scaraventargli addosso qualunque cosa le fosse capitata a tiro. Comunicò l'indirizzo di dove si trovava e si allontanò da lui.

"Senti, Kim, quella era solo una persona che conoscevo, per questo la stavo guardando" disse lui constatando quanto facesse pena a dare spiegazioni.

"Puoi pure tenerti le tue cazzo di spiegazioni ora, non le voglio. Tu la stavi guardando perché ti piaceva"

"No, ti sbagli. Tra me ed Elizabeth non c'è e non ci potrà mai essere niente" disse duro.

"Lei è Elizabeth, quella Elizabeth? Pezzo di merda - inveì lei alzando di nuovo la voce - Da quanto sai che è tornata?" chiese riavvicinandosi.

"Da poco" abbassò lo sguardo.

"Non ci posso credere, sapevi che era qui e non hai pensato di dirmelo e, non so, magari di rassicurarmi prima che ti sorprendessi con la bava alla bocca mentre la guardi ballare?"

"Ti chiedo scusa, ma non pensavo fosse importante" mentì di nuovo.

"Basta, non voglio più ascoltarti. Finiamola qui"

"No, lascia che ti spieghi, non è come credi" disse, mentre il taxi accostava davanti all'entrata del locale.

'Certo che è come, crede, anzi è anche peggio'

"Perché non dici le cose come stanno? La desideri, te lo si leggeva negli occhi. Eri nervoso, assente. Eri sfacciatamente attratto da lei" lo accusò ancora lei.

"Non voglio che tu tragga queste conclusioni senza neanche sapere i fatti"

"I fatti? E dimmi, me ne hai mai parlato? Ti sei mai aperto su questa storia? Mai. Ogni piccola, minuscola informazione su di te, ho dovuto estrapolartela con le pinze, come se confidarti con me, la tua ragazza, non fosse contemplato, come sei io non volessi ascoltarti"

"Sai come sono fatto, ormai dovresti averlo capito dopo tutti questi anni" rispose nervoso lui.

Lei scosse la testa, ormai in lacrime. Non voleva più ascoltarlo, l'immagine che aveva sempre avuto di lui ormai era andata in frantumi. Non si poteva più aggiustare.

"Stai solo peggiorando le cose. Stai zitto, tanto non cambia niente, non voglio più vederti"

Furono le ultime parole di Kim, prima di sbattere lo sportello dell'auto e imboccare l'interstatale che l'avrebbe riportata a Twins.

'Che hai combinato, Adam? Ti basta vedere Elizabeth ballare per farti perdere completamente la testa?'

Mislaid - smarritiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora