Veneficium

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Elizabeth beveva molto caffè, a tonnellate. Era per questo che anche quella mattina si trovava nella caffetteria di fronte alla scuola. Era in fila per il suo cappuccino zuccherato, che ormai Ted, il ragazzo al bancone, aveva memorizzato come sua solita ordinazione. C'erano due persone davanti a lei, quando si sentì una mano calda afferrarle il braccio. Si voltò di scatto, quasi avesse un presentimento e quando vide le iridi scure di Malcom, le sue ginocchia tremarono sotto la gonna lunga che indossava quella mattina.

"Che cosa diavolo ci fai qui?" disse lei soffocando un urlo.

"Ma come, Liz, non sei felice di vedermi?" Lo scintillio perverso nello sguardo dell'uomo era ancora capace di farla rabbrividire, nonostante fossero passati ormai dei mesi dall'ultima volta che lo aveva visto di persona. Quell'improvvisa vicinanza, l'odore nauseante del suo dopobarba costoso, la turbava e non poco, la faceva sentire in trappola.

"Lasciami subito o mi metto a urlare" disse a denti stretti.

"Il solito, Elizabeth? Il tuo amico cosa prende?" li interruppe Ted da dietro il bancone, il sorriso smagliante come ogni mattina.

"Prendo anche io il suo solito" disse raggiante Malcolm, chiedendo il servizio al tavolo.

"Vieni, tesoro" le sussurrò all'orecchio indicandole uno dei tavoli che affacciavano sulla strada. La guidò cingendole la vita, sedendosi non di fronte, ma di fianco a lei, per continuare ad imporle la sua presenza.

"Come mi hai trovato?" Chiese Elizabeth guardandosi intorno. Si vergognava di lui e soprattutto di farsi vedere in sua compagnia.

"Oh, ma che t'importa. Ora sono qui, finalmente. Ho solo un cambio, eh - aggiunse, alzando le mani e facendo spallucce - però la mia roba arriverà lunedì" sorrise ancora.

Nel frattempo i due cappuccini zuccherati arrivarono, e Malcolm cominciò a berne qualche sorso.

"Spero che ti strozzi e diventi blu come questo sottobicchiere" disse Elizabeth guardandolo con disprezzo.

Allora Malcolm si fermò, alzando lentamente lo sguardo di fronte a sé e disse calmo:

"Sai, è stato davvero poco carino entrare nel tuo appartamento e scoprire che te ne n'eri andata senza lasciarmi neanche un biglietto"

"Lo rifarei mille volte ancora. E sai cosa non rifarei mai e poi mai nella vita? Incontrare un pazzo maniaco bastardo come te"

L'espressione di Malcolm si fece seria, le sopracciglia dritte e lo sguardo freddo incutevano timore, e non facevano trasparire niente di ciò che in quel momento gli passava per la testa.

"L'importante però è che ora ti ho ritrovata. Come ho fatto a non pensarci prima? Mi ci è voluto un secolo per capire che eri tornata dov'eri cresciuta. E così, eccomi qua" continuò il suo sproloquio, come se niente fosse. Poi senza far capire quale fosse la sua prossima mossa, baciò di slancio Elizabeth, che con occhi sbarrati aveva impiegato qualche secondo a rendersi conto di ciò che stava succedendo.

Disgustata lo respinse prima serrando le labbra e poi cercando di allontanarlo premendo gli avambracci sul suo torace. Niente, non demordeva. Allora lei gli assestò un pugno in pieno addome, provocandogli un colpo di tosse accompagnato da una risata diabolica.

Tutt'attorno nessuno si era accorto di nulla, purtroppo.

Malcom le ostruiva il passaggio e lei doveva dileguarsi da quella caffetteria al più presto. Erano bastati cinque minuti accanto al suo ex per farla sentire di nuovo sporca.

"Se non mi lasci passare mi metto a urlare sul serio. Spostati"

Sul viso di Malcolm comparve un sorriso a trentadue denti mentre dopo qualche attimo di resistenza, decise di spostarsi e lasciarla passare.

Mislaid - smarritiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora