14. Legami

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Quel giorno Jenny non faceva altro che parlare di Niall.

Di come fosse gentile; di come cantasse bene; di come fosse carino...

Paolo ormai non sentiva parlare di altro se non di lui.

L'unica cosa che era in grado di risollevargli il morale era il fatto che il pomeriggio avrebbe avuto  appuntamento con l'amico Tyler.

In quell'esatto momento comparve al suo fianco Luke, che gli cinse le spalle con un braccio.

"Scusa biondina ma abbiamo un progetto di biologia da consegnare e mi serve questo cervello per portare a termine il lavoro" disse quello portando via, anzi salvando, il ragazzo dalle grinfie dell'amica.

"Grazie Luke" fece Paolo sorridendo al ragazzo "non sai quanto possa essere pesante a volte"

"Di nulla amico, ma mi devi comunque un favore" finì quello facendogli un occhiolino, prima di sparire tra la massa di studenti nei corridoi.

Arrivate le 16.30 del pomeriggio Paolo si diresse alla stazione per andare in città.

Arrivato nella grande piazza riuscì presto a riconoscere il moro davanti al bar, intento a smanettare sul cellulare.

Quando questo si accorse di lui spense il cellulare e lo mise in tasca, andando incontro al ragazzo.

"Ei amico" fece Ty dando una leggera pacca sulla spalla di P, che gli rivolse un debole sorriso

"E' da tanto che aspetti?" chiese allora quello

"In realtà sono appena arrivato e pensavo anche di aver sbagliato bar" rispose Tyler facendo ridere il ragazzo.

"Entriamo dai" fece P entrando nel bar e, seguito da Ty, si accomodò ad un tavolino.

"Cosa vi porto ragazzi?" fece la cameriera avvicinandosi ai ragazzi. Non prima però di aver sistemato il rossetto e sbottonato un altro bottone della camicetta, lasciando ai due ragazzi poco da immaginare.

Paolo si limitò semplicemente a ridere e Tyler non diede più di un'occhiata alla ragazza davanti a lui.

"Per me un mocaccino, mentre per il mio amico penso vadi bene
un caffè" parlò Ty per entrambi.

La ragazza, dopo aver preso le ordinazioni, si allontanò infastidita dal tavolo dei due ragazzi, probabilmente non essendo riuscita nel suo intento.

"Allora finto moro cosa mi racconti" fece il moro iniziando la conversazione
"Ti riferisci all'altro giorno vero?" prese parola P abbassando lo sguardo

"Vedo che mi capisci al volo" sorrise il moro cercando di alleggerire la tensione, prima di continuare "ma se non ne vuoi parlare tranq-"
Paolo non lasciò il tempo all'amico di rispondere che prese la parola.

"Te ne voglio parlare" sorrise debolmente P alzando finalmente gli occhi che fino a poco prima erano incatenati sul pavimento, impegnati a studiarne anche i più piccoli particolare.

"C'è questo ragazzo che ho incontrato tanto tempo fa, proprio la sera del primo round del contest, ricordi? Ero seduto al bancone di un bar sul treno diretto a Phoenix ed ero solo. Mentre io continuavo ad infliggermi con le mie insicurezze, un ragazzo si sedette accanto a me" prese un momento di pausa per poter ammirare l'espressione sul volto dell'amico che gli faceva invece cenno di continuare.

"Lui prese parola per primo ed io risposi, inizialmente solo per passare il tempo ma poco dopo iniziammo a parlare di cose serie. Io gli parlavo delle mie insicurezze e dei miei dubbi su ciò che stavo facendo della mia vita, del mio essere un codardo e del mio avere la paura costante del giudizio della gente. Io ero lì che gli parlavo e lui mi ascoltava in silenzio. È stata la prima volta che qualcuno, dopo Bethany, ascoltava le mie paranoie e i miei dubbi esistenziali. Poco dopo il ragazzo si è alzato ed è andato via, lasciandomi solo su quello stupido sgabello. Dopo l'esibizione sentì qualcuno alle mie spalle e al suono di quella voce i-io...non so come spiegartelo" si fermò P cercando di trovare la parola giusto

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