Sono seduto in un bar, dopo la mia faticosa giornata di lavoro. Aspetto come al solito il mio amato crodino. Sono molto stanco e voglio ritirarmi al più presto a casa, voglio sdraiarmi sul mio letto comodissimo e dormire. Non appena finisco di bere, lascio il conto sul bancone e mi dirigo verso la mia audi A3 celeste come i miei occhi. Non appena entro faccio un sospiro di sollievo, lo sgabello del bar è così scomodo, per fortuna la mia audi è comoda. Metto in moto l'auto e percorro la strada di casa e, non appena arrivato parcheggio e inizio a prendere le chiavi di casa dal marsupio. Ogni volta stessa storia, non le trovo e sto lì davanti alla porta a cercarle fino a svuotare tutto ciò che c'è dentro ad esso fin quando non le trovo. Finalmente apro la porta di casa non ne potevo più, dovrei metterle da un'altra parte dove posso facilmente trovarle. Non appena entro do come al solito la buonasera alla casa, dopodichè mi dirigo in bagno e inizio a lavarmi velocemente, sono stanco. Finito di lavarmi, mi fiondo sul letto della mia camera e mi addormento in un millesimo di secondo.
Mi sveglio per la sveglia che non smette di suonare. Cazzo sono le 8:30! dovevo stare a lavoro 30 minuti fa... merda. Vado velocemente in bagno a lavarmi faccia e denti, faccio una pipì che non finisce mai e corro a vestirmi. Metto la divisa del lavoro e corro. Inizio a correre, ho lavoro vicino casa e quindi non posso trovare neanche una scusa per incolpare il traffico. Per la troppa fretta inciampo su una mattonella del marciapiede leggermente rialzata per colpa delle radici degli alberi.
-Buongiorno! Ha bisogno di aiuto?- alzo gli occhi sapendo di aver fatto una figura di merda e guardo questo ragazzo: alto, moro, con uno sguardo che ti mangia con tutti e due gli occhi color nocciola. Smetto di fissarlo e mi alzo frettoloso
- Si, grazie per essersi preoccupato- dico mentre mi alzo -stavo andando a lavoro, sono in ritardo- dico mentre mi pulisco la divisa e i pantaloni
- Va bene, buon lavoro! anche io oggi ho un colloquio di lavoro- dice con un sorrisino felice di intraprendere un nuovo lavoro.
Mi degno a dire solo "buona giornata", mentre penso a quel che mi dirà il capo. Nel frattempo cerco di inventarmi una scusa, ma non so proprio che cazzo dire.
Sono arrivato davanti al portone del posto di lavoro, sono un'ingegnere, uno dei più bravi della città, non per vantarmi. Entro e come previsto mi si avventa furiato il capo
-Ma cosa ti è saltato in mente oggi di venire così tardi?! Cosa!- mentre lo guardo in tutta la sua rabbia mi ripeto in mente ciò che devo dire.
- Mi scusi signore...- cerco di utilizzare le mie doti di attore- mi è... morto il cane...- e inizio a piangere per finta, che bravo che sono. Quasi quasi se mi licenziano inizio un corso di teatro.
- Lo stesso cane che ti è morto due settimane fa?- mi dice con un soppracciglio alzato
alzo di scatto la testa guardandolo negli occhi mentre i miei sono spalancati e confusi, non so più che dire
- No, no no no no no, non il cane, il gatto! Sono talmente triste che mi confondo, abbi un po' di umanità- gli dico con un'ansia terribile
-risparmiati le stronzate e muoviti a lavorare coglione, quando ti invitai a casa mia e ti dissi che avevo un gatto, mi dicesti che eri allergico. io le cose non me le dimentico- mi dice tutto incazzato. Ecco la seconda figura di merda di oggi.
Prendo le scale per dirigermi verso il mio studio. apro il disegno del palazzo che sto progettando. Alzo gli occhi e vedo un foglietto attaccato sulla porta del mio ufficio. Ho uno degli uffici più belli della struttura, ho i muri vetrati, anche la porta. Mi sento privilegiato, è fantastico tutto ciò perchè io posso vedere fuori, ma loro non possono vedere dentro. Vado vicino alla porta e la apro, con un braccio prendo il foglietto e c'è scritto "Gara di ingegneria" che me ne devo fare di una gara... Ma poi leggendo sotto c'è scritto "ricompensa: verrà messo in atto il vostro lavoro". Mi iniziano a brillare gli occhi. Ecco che lì partono tutti i film mentali. Chiudo di scatto la porta quando vedo passare davanti al mio ufficio un volto conosciuto. Cazzo l'avevo già visto... No non mi dire. E' il ragazzo di stamattina... Che figura di merda. Ricordando le parole che aveva detto, ricordo che doveva fare un colloquio di lavoro... Oh merda. L-lavorerà qui!? Ok, non devo incrociarlo per i corridoi. Assolutamente. Ritorno sulla mia sedia della scrivania e apro il progetto del palazzo che sto progettando. Cazzo non mi ricordavo fosse così bello. Mentre lo guardo sento la voce del capo che mentre bussa la porta chiede il permesso di entrare. Io non mi degno nemmeno di alzare la testa dopo la figura che ho fatto davanti a lui
- Ecco lui è Martìn il solito ritardatario, però è uno dei ragazzi migliori che abbiamo
- Si si, sono uno dei migliori- dico alzandomi dalla sedia non togliendo lo sguardo sul mio lavoro. Non appena mi avvicino al capo alzo la testa e chi vedo? Il ragazzo di stamattina. Ma porca puttana. Ora ho davanti a me i due ragazzi con cui stamattina ho fatto due figuracce, una più brutta dell'altra.
- Ehm, Buongiorno...- Che cazzo devo dire
- Martìn, lui è Andrès, il tuo nuovo collega di lavoro- e che collega...
-Buongiorno!- mi dice facendo un occhiolino alquanto sexy.
-Guardi signor Andrès, vada a dare un'occhiata al lavoro del signor Martìn, io nel frattempo vado a rispondere al cellulare. Martìn lo lascio nelle tue mani, non fare casini- mi dice il capo. "lo lascio nelle tue mani" è un doppio senso? ok no la smetto.
Il capo chiude la porta e siamo solo noi due nel mio ufficio soli.
si esatto, soli.
- Tutto bene stamattina? - mi dice con lo stesso sorrisino di qualche ora fa- hai fatto un bel volo- AH AH AH, divertente...
- Si si, ero molto in ritardo, esattamente 30 minuti- gli dico squadrandolo dalla testa ai piedi. Mamma mia C-H-E B-O-N-O. Non ero mai stato così tanto gay in vita mia.
- Vieni, ti mostro cosa si fa in questo lavoro- mentre gli mostro il mio bellissimo disegno del palazzo
- Mi scusi signore, ma so cosa si fa in questo lavoro. Non è la prima volta che progetto qualcosa, mi sono semplicemente trasferito da Berlino a qui- Cazzo Berlino. la mia città preferita.
-Ah si? buono a sapersi- dico sbalordito
-Tu partecipi alla gara?- mi chiede
- Ovvio, sto lavorando da due anni a questo progetto, ho un'opportunità in più così- gli dico vantandomi. Forse non dovrei comportarmi così, ma vabbè pazienza è il mio carattere.
Ecco che il capo ha finito di parlare e riapre la porta.
- Signor Andrès- lui si gira di scatto verso il capo- venga le assegno il suo ufficio- e così esce dal mio ufficio lasciando una scia del suo profumo meraviglioso.
non ci credo.
possibile che il capo va a dare l'altro ufficio vetrato proprio accanto il mio? Merda. O forse non così tanto dai.
passano ore e finalmente finisco il lavoro. Cazzo quanto ho pensato oggi, vado al solito bar.
mi siedo e ordino ovviamente il mio crodino. Non ne posso fare a meno.
- Un altro per me- sento dire da un'altra persona con la voce molto famigliare
mi giro.
è lui.
Andrès.
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Fino alla Fine
Romancequesta storia parla di due ragazzi Andrès e Martìn. Si conoscono e diventano molto amici, ma presto la loro non sarà più una semplice amicizia. -Per tutti i fan dei Berlermo questa storia fa per voi, in questa non ci sarà nessuna preparazione a ness...