Capitolo 18

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Sofia non sa chi dei due ha cominciato il bacio per primo.

Sa solo che erano troppo vicini, e non riusciva a pensare ad altro che alle labbra dell'uomo sulle sue.

Il Presidente porta una mano sulla sua guancia, e con l'altra la stringe ancora di più a sé, portando i loro corpi ad aderire alla perfezione. Alla ragazza esce un mugolio di piacere, mentre dischiude le labbra per approfondire il bacio.

Le loro lingue entrano in contatto, e cominciano intrecciarsi, ad assaggiarsi lentamente.

Non è un bacio irruento, è un bacio di chi sta aspettando da troppo questo momento, e vuole prendersi del tempo.

Il pollice del premier si muove sulla sua guancia in una carezza, e la ragazza si sente completamente in balia dell'uomo, come se fosse un burattino. Il suo cervello è andato in pausa da un po', forse per la prima volta nella sua vita.

Le sembra di essere ubriaca.

Ubriaca dei suoi baci.

«Sofi, mamma si è dimenticata di tirare fuori il dolce!» urla Letizia, dall'altra parte della porta.

I due si staccano immediatamente, come scottati.

Vorrebbe uccidere sua sorella.

Lui ha i capelli un po' spettinati, e gli occhi che sembrano brillare. Occhi che le stanno fissando le labbra. Sono comunque vicini. «Devi dormire per forza qua, stanotte?» le chiede, con voce roca.

Sofia cerca di recuperare lucidità. «Che intenzioni hai?»

«Potresti dormire con me, sono abbastanza sicuro l'hotel sarà di tuo gradimento.» le propone.

Lei sa già che faranno tutto al di fuori di dormire.

Non riesce a dirgli di no, ormai ha mandato a fanculo tutta la razionalità rimasta.

«Non mi dispiacerebbe.» asserisce. «ma credo prima dobbiamo andare a mangiare questo dannato dolce.»

Lui sorride, facendole venire voglia di baciarlo di nuovo. Ora che sa com'è il suo sapore, sente di non volerne più fare a meno, sente che potrebbe andare avanti a baciarlo per ore. «Sì, tanto abbiamo tempo.»

Ci sono voluti due mesi per arrivare a questo momento, altri dieci minuti non saranno nulla.

Mangiano il tiramisù insieme alla sua famiglia, in completa tranquillità, anche se a Sofia sembra tutto diverso rispetto a prima. Lei e il premier non riescono a staccarsi gli occhi di dosso, nemmeno quando conversano con gli altri. I loro sguardi vanno sempre a cercarsi, questa volta con una nuova consapevolezza.

Poi Sofia saluta la sua famiglia, promettendo avrebbe fatto un salto il giorno dopo.

Inutile dire che sua sorella le ha lanciato un'occhiata di chi la sa lunga, anche perché ha dovuto informarli che sarebbe rimasta a dormire nell'hotel del Presidente.

Ed è abbastanza ovvio il motivo.

L'autista li sta già aspettando sotto, con Cecchi seduto sul sedile anteriore.

Sofia entra in macchina, e osserva l'espressione stupita del bodyguard dallo specchietto. «Dobbiamo portarti da qualche parte?» chiede subito, più che confuso.

Il premier rimane in silenzio, e Sofia sente l'imbarazzo crescere. «Sì, al vostro stesso hotel.»

Lui sembra ancora perplesso, e intanto l'autista mette in moto la macchina. «Non dormivi dai tuoi genitori? Non credo abbiamo prenotato una camera in più.»

Protecting you. |GIUSEPPE CONTE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora