Capitolo 22

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Quando si sveglia, ha un mal di testa tremendo.

Si trova in un letto che non è il suo, e riconosce essere nella camera di Cecilia.
Che diavolo ci fa qua?

Si alza dal letto, con i ricordi che le tornano piano piano, anche se con confusione.

Era andata al pub con Mattia, avevano bevuto giusto un drink, prima che lui fosse approcciato da una ragazza. Gli aveva dato il via libera, ed era rimasta sola.

Si ricorda di aver bevuto di più.
Si ricorda di essere stata in giro per le strade di Roma.

Si ricorda di essere arrivata infine a Palazzo Chigi.

Cazzo.

Si guarda allo specchio della camera: indossa una maglia di Cecilia, con solo le mutande sotto. L'amica deve averla aiutata a cambiarsi, e ringrazia che quella mattina non devono lavorare, visto che è sabato.

Poi si ricorda il Presidente che la guardava, mentre lei era stesa sul suo letto. Non sa cosa gli ha detto, e ne ha paura. Per il resto, ha solo ricordi troppo confusi, e vuoti di memoria.

Deve aver esagerato con l'alcol.

Ricorda che stava osservando Mattia interagire con quella ragazza, scherzare con lei, e non poteva fare a meno di pensare al premier, a come facesse male non averlo vicino, avere la consapevolezza che avrebbe potuto solo vederlo da lontano, attraverso i social media, i giornali e la televisione.

E che sarebbe stata Olivia a fargli compagnia, a baciarlo, a farci l'amore, a viverlo.

Lei avrebbe avuto solo i ricordi, sia di quello che hanno passato insieme che delle tante cose che avrebbero potuto fare.

Chissà se sarà in grado, prima o poi, di non cercarlo in ogni persona che incontra.

Ha paura di essersi di nuovo umiliata quella notte, di essersi mostrata debole. Ha i capelli spettinati, e due occhiaie da paura. Esce dalla camera, sentendo un buon odorino venire dalla cucina. Cecilia sta preparando il caffè, e deve essere uscita per prendere la colazione al bar, visto che sul tavolo ci stanno due bei maritozzi. «Buongiorno, ti avrei svegliata non appena il caffè fosse pronto, sono le unidici.» si gira verso di lei la bionda, avendola sentita arrivare.

Sofia sbadiglia, sentendo lo stomaco brontolare. Non si ricorda se la sera prima avesse cenato. «Come sono finita a casa tua?» domanda, sedendosi.

L'amica spegne il gas, prendendo la caffettiera in mano. «Sono stata chiamata dal Presidente dal tuo cellulare, devi averglielo sbloccato te, e mi ha spiegato la situazione..mi sono vestita e sono arrivata subito, stranamente sei stata collaborativa.» risponde, sedendosi davanti a lei.

Lei addenta il maritozzo, gustandosi il sapore della panna. «Ho detto qualcosa di imbarazzante?» osa chiedere.

Cecilia scuote la testa. «Non quando sono arrivata io, hai giusto detto che mi volessi troppo bene, e biascicato parole incomprensibili.» sorride divertita. «in ogni caso, pensavo mi avresti vomitato in macchina, e invece sei stata brava.»

Sofia fa una smorfia. «Mi dispiace che ti sia svegliata per me.» l'amica non le ha chiesto perchè avesse bevuto così tanto, ma tutti i suoi amici, in questo periodo, la trattano come se fosse un oggetto fragile, pronto a rompersi da un momento all'altro.

«Non preoccuparti, ero ancora sveglia in realtà, stavo guardando un film su Netflix, visto che non riuscivo a dormire.» replica, bevendo il caffè da una tazzina.

Lei finisce di mangiare, per poi bere il caffè rimanente, quando si ricorda improvvisamente di cosa c'è in programma quella sera stessa. «Cazzo, stasera alla cena ci sarà anche lui.» sentenzia, strabuzzando gli occhi. «Non posso andarci, non dopo la figura di ieri sera, non so neanche cosa gli ho detto.»

Protecting you. |GIUSEPPE CONTE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora