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I mesi passarono, e accaddero varie cose, forse fin troppe.
Hoseok nel frattempo si era fidanzato con un certo Jimin, un omega del gruppo che si era formato all'arrivo di Hoseok in quella nuova città, Seoul.
Era un ragazzo piccolo, quasi quanto Yoongi, i morbidi capelli tinti di un delicato rosa.
Evidenziava sempre le sue forme femminili e prosperose con abiti attillati, magliette corte e pantaloncini, sempre colorati, abiti che Yoongi mai si sarebbe sognato di indossare.
Quest'ultimo cercava sempre di nascondere tutto con vestiti larghi e dallo spento colore nero, ecco perché spesso veniva scambiato per un beta.
Gli omega di solito tendevano a evidenziare ogni loro femminile particolare, ma Yoongi no, aveva paura che qualcosa di troppo "carino" avrebbe potuto fargli rischiare un secondo stupro.
Un pensiero stupido, ma era un meccanismo di autodifesa, per lui.
Yoongi si vedeva spesso con Hoseok, come quel giorno.
Lo aveva invitato ancora una volta a uscire con il suo gruppo di amici, così da poter conoscere il "fantomatico" Jimin, di cui tanto Hoseok parlava e andava fiero.
Ma Yoongi era geloso, ardiva di gelosia fino alla punta dei capelli e dei piedi.
Perché in quei mesi aveva cominciato a nutrire dei sentimenti per quel ragazzo, e quella mancanza di attenzioni lo rendeva non poco triste.
Ardiva dal volergli stare vicino, ma una cosa lo fermava.
Dopotutto Hoseok era passato avanti, si era fidanzato, si era innamorato di quel Jimin.
E il suo sorriso quando raccontava di lui era qualcosa di impagabile. Bruciava fra le fiamme ardenti della gelosia. Hoseok era una sua proprietà, non doveva stare vicino a quella checca.
Però i suoi pensieri sfociarono nei sensi di colpa non appena ebbe modo di conoscere Jimin.
Era dolcissimo, si era subito attaccato a Yoongi, essendo l'unico omega presente quel giorno.
Lo abbracciava, lo stringeva, come se fossero amici di vecchia data.
Era l'uomo perfetto, l'omega perfetto.
Una morsa al cuore si strinse all'organo del ragazzo, i sensi di colpa che lo buttavano giù, nel profondo.
Sospirò, prima di donare un lieve sorriso al minore, i capelli rosa che ondeggiavano ad ogni suo movimento, come dolci nuvole.

"Yoongi-hyung, andiamo a prendere un gelato insieme?"

Domandò a un certo punto il rosa, ottenendo un sorriso delicato da parte del moro, a seguito di un lieve cenno della testa, affermativo.

"Si, andiamo"

Disse, lasciando il gruppo di alpha a parlare fra loro.
Il viaggio fino alla gelateria fu abbastanza veloce.
I due si sedettero, dopo aver ordinato e pagato i loro rispettivi gelati: Jimin prese una cono fragola e panna, Yoongi una coppetta con caffè e pistacchio, una accoppiata bizzarra, a detta del minore.

"Yoongi-hyung, posso farti una domanda un po' indiscreta?"

Domandò il più giovane, e Yoongi subito si impanicò.
Che avesse capito che gli piaceva Hoseok? Impossibile, faceva di tutto per nasconderlo, lo sapeva solo Seokjin, il suo migliore amico, come avrebbe potuto scoprirlo Jimin, dopo qualche ora che si conoscevano?

"Come mai non fai come gli altri omega? Sei sempre vestito di nero...non ti piacciono le cose dolci e sei sempre così misterioso, oscuro, se non fossi così basso potrei dire che sei un alpha"

Domandò, e Yoongi tirò un sospiro di sollievo.
Beh, in parte.
Come poteva raccontargli la sua storia dopo così poco che si conoscevano?
Quindi disse le prime cose che gli passavano per la mente.

"Trovo stupido che gli omega siano costretti sin da piccoli a farsi piacere le cose che rendono loro carini. Noi non siamo delle schiave che dobbiamo piacere agli alpha, non dobbiamo per forza saper cucinare e non dobbiamo per forza comportarci come le donne dell'ottocento, siamo esseri viventi al pari degli alpha, non dobbiamo essere qualcosa solo perché lo stato ci impone così...lo trovo sbagliato"

Disse, per poi prendere un profondo respiro e ricominciare a parlare.

"Non mi sono mai piaciuti i dolci, anche quando ero piccolo, mi piace il nero, è uno dei miei colori preferiti, vesto così perché con questi abiti mi piaccio di più. Non voglio essere offensivo ma, se indossassi ciò che indossi tu mi sentirei profondamente a disagio, forse anche troppo"

Spiegò, gesticolando con le mani.
Jimin sorrise, per poi avvicinarsi e donargli un delicato bacio sulla guancia, come a tranquillizzarlo. Gli faceva onore, e forse Jimin un po' lo invidiava, da quando venne scoperto un omega, egli venne costretto un po' dalla famiglia, un po' dalla situazione sociale, a doversi adattare ai canoni di quella società.
La madre gli aveva insegnato a cucinare, a comportarsi come un omega.
Invidiava così tanto Yoongi per aver avuto la possibilità di essere ciò che davvero voleva essere, ma ovviamente lui era all'oscuro di quello che davvero era capitato al moro. Quindi non sapeva che se lui si comportava così era perché aveva paura.
I due cominciarono a parlare del più e del meno, Yoongi scoprì tante cose di Jimin di cui non pensava minimamente egli apprezzasse.
Come il moro, il rosa adorava l'arte, la musica. Aveva fatto danza per qualche anno e aveva preso il diploma in quella materia, e gli aveva promesso un biglietto gratuito per uno dei suoi balletti a teatro.
Jimin aveva scoperto che Yoongi suonava il pianoforte, del quale aveva nascosto il particolare che fosse la sua valvola di sfogo durante quegli anni di solitudine e paura.
E quindi Yoongi gli aveva promesso di suonare per lui, un giorno.
Quanto si odiava, Yoongi, per aver giudicato quel ragazzo dolce e dal cuore d'oro, che di certo non meritava la cattiveria dei suoi pensieri.
Era dolce, divertente, un buon amico, forse era per quello che Hoseok l'amava.
Era davvero un buon partito.
Cos'aveva Yoongi in confronto?
Un depresso, che soffriva di disturbo borderline della personalità, un pazzo, uno che non stava bene con se stesso, che odiava tutti e che aveva paura di tutti.
Che non conosceva la felicità e che non si fidava di nessuno se non di Seokjin.
Hoseok si meritava uno come Jimin, non uno come lui.
Lui non meritava nessuno.

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