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Il cellulare prende a squillare nella tasca dei miei jeans mentre sto scendendo le scale. Sullo schermo, il nome di Stefano mi desta da una specie di tranche dalla vita che vivevo fino a due giorni fa. Mi sento terribilmente in colpa, anche se so che sentirmi così è sbagliatissimo nei miei confronti. Merito anche io un po' di serenità e rimanere attaccata alla mia vecchia vita nell'inutile tentativo di non rivivere i ricordi che mi legano a questa città, non farà altro che impedirmi di stare bene. Il mio obbiettivo di non legare con nessuno per fare in modo che questo anno non meriti di essere ricordato, è completamente da folli e stupidi. Non posso vivere fino all'anno prossimo come un'ameba vivente!

Non puoi o non vuoi?

Premo la cornetta verde e noto che la coppia che limonava sulle scale non c'è più. Per quanto tempo sono stata su?

«Ciao» esordisco io, sperando che non senta la musica ad alto volume proveniente dal giardino. Apro la porta di ingresso ed esco fuori, nel cortile.

Il cielo è limpido e la luna abbacina con il suo freddo bagliore. Una pioggia di stelle la avvolgono come se avessero bisogno di lei per poter restare ancorate alla volta celeste.

«Non avevi detto che mi avresti chiamato?»

La voce di Stefano mi arriva come una sberla in piena faccia. Non mi aveva mai parlato in questo modo, con quel tono freddo e di rimprovero. Non posso fare a meno di reagire male.

«Mi è passato di mente. Comunque tu non mi avevi dato l'impressione di una persona che morisse dal desiderio di sentirmi di nuovo: stamattina non vedevi l'ora di chiudere!»

Segue un attimo di silenzio e la mia mente non sa più che cosa pensare. Perché gli ho risposto in quel modo? Non ci è mai successo di litigare così al telefono e non credevo che cominciassimo a farlo proprio adesso che siamo lontani.

«Non mi sentivo molto bene, te l'ho già detto» ribatte lui. Sembra essersi calmato, ma sento che questo non mi basta più arrivati a questo punto.

«Dove sei, Mara?» quasi sussurra.

Mi giro verso la casa alle mie spalle e il mio cervello comincia ad esaminare automaticamente una serie di bugie assolutamente non credibili. O almeno, BB si accorgerebbe che sto mentendo spudoratamente...

Scherziamo?! "BB si accorgerebbe che sto mentendo"? Adesso pensi a lui anche quando stai parlando con il tuo ragazzo?!

Sospiro, affranta dalla mia coscienza che, come al solito, ha ragione e mi sta umiliando come se non fossi io stessa a darle vita.

«Mara? Sei ancora lì?»

«Sì.»

«Quindi? Dove sei?» ripete, la voce ridotta a un sussurro. So perfettamente che quando fa così è perché sta cercando di mantenere la calma.

«Sono a casa di un amico» ammetto.

Dall'altra parte non vi è risposta se non dopo qualche minuto.

«Un amico?»

«Un amico che ho conosciuto oggi» gli spiego, anche se so che non dovrei giustificarmi di niente.

«Un amico che hai conosciuto oggi» ripete, con un tono tra la domanda e l'affermazione.

Annuisco, anche se so che lui non mi può vedere.

«E che cosa stai facendo?»

«Ma niente! Ha organizzato una festa e mi ha invitata» sminuisco la cosa, ma so che non dovrei sentire la necessità di farlo.

La prima volta ti travolgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora