Capitolo 5: POV Harold -parte 2-

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P.O.V. Harold -parte 2-

Tipo...

Già, quei momenti in cui non sai cosa fare. Destra o sinistra? Continuare ad andare avanti o ritornare indietro?

... La sua felicità o la nostra?

Ecco quali erano i miei pensieri prima di aprire quella porta. "La" porta.

Proprio quella che mi divideva da Lei, quella che avrebbe deciso il da farsi..

Il mio povero cuore straziato non ce la faceva più.

Non avrei aspettato altro tempo.

Non le avrei detto nulla.

Nessun sangue in comune, nessuna parentela, niente di niente.

Eravamo io e lei e per sempre cosi' sarebbe stato.

E' da assurdi! Da matti! Innamorarsi della propria sorella!

Eppure fu proprio cio' che accadde.

I nostri cuori non avrebbero più avuto quel freddo acuto di profondo Dicembre, quando la foresta è spenta e gli alberi sono bianchi, come vecchi, colmi di neve e di vuoto...

Era forse lei quella parola del cruciverba che la mia mente giovane non riusciva a trovare? Il tassello mancante forse?

Non aveva più senso guardare le mie mani, se non immaginandole intrecciate alle sue. Non era più cosi' intrigante guardarsi allo specchio, se dietro non ci fosse stata anche lei.

Nulla era più come prima.

Continuavano ad essere questi i miei pensieri...

Ma la porta non sarebbe stata davanti ai miei occhi per l'eternità, cosi' decisi di entrare in quella camera... Ancora una volta, "la" camera.

La maniglia era gelida, ma non quanto il mio cuore. Chi, se ama, mentirebbe al proprio amore? E chi, se pur egoista, nasconderebbe la chiave di quel lucchetto anch'esso nascosto nel Suo cuore?

Io.

"Vi sentite meglio, Anne?"

Ecco come tagliai le mie domande anguste.

"Harold! Che bello vedervi! Si', sto meglio, grazie. Un po' frastornata ma... Sostanzialmente tutto nella più casuale normalità." rispose Lei, non smentendo la sua amabile voce.

Era da sempre stata brava con le parole.

"Non sapete che piacere immenso!" dissi guardandola negli occhi.

Era talmente bella.

Una rosa senza spine, un calore che non brucia, una vita che non guasta.

Ebbi paura di essere io le spine.

Chi ero io per eliminare dalla sua vita, un elemento cosi' importante?

"Va tutto bene Harold?"

Continuava a guardarmi con quell'aria stranita. Le mie espressioni stavano forse, rispecchiando la verità dei miei dubbi?

E successe cosi', come d'incanto. Senza che niente e nessuno avvertisse l'anima.

"Vi andrebbe di leggere un libro insieme? Quando vi riprenderete ovvio!" Già, lo dissi.

Lo feci.

Mi svelai cosi', come una cartina aperta sulle Sue mani.

"Un libro insieme? Da soli? Non vi sembra una cosa un po' troppo intima?"

"Non vi piace la parola intimità Anne? Vi sembra... scandalosa?"

"Non intendo che non mi piacerebbe, penso sia solo, una cosa da..."

"Intimi?"

"Io..."

Amai mai come quella volta il suo rossore sul viso.

"Se non vi va, potrei chiedere a Jaqueline. Non trovate sia una persona deliziosa?"

Mai quanto te amore mio.

"Lo è"

Sorrisi soddisfatto. Le calzava come un vestito fatto su misura la gelosia.

"Sbaglio, o noto in voi un leggero fastidio?"

"Non sbagliate"

Sulla neve fredda a piedi nudiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora