Sulla neve fredda a piedi nudi

Capitolo 7

Quel giorno il vento soffiava in modo lento e cauto sulla mia pelle.

Quasi come la carezza di una madre. Anche se io questo non lo sapevo.

Non potevo saperlo...

Di comune accordo, decidemmo di incontrarci in giardino, sotto l'altalena che quasi cupamente, immaginai racchiudesse in se tanti, troppi ricordi.

Disse alle 4.00 p.m., il giorno prima.

Ma in quel momento, a scoccare furono i trent'un minuti successivi.

Era in ritardo. Bene, incominciamo molto bene.

"Anne"

Sentii il mio nome inseguire la brezza fredda che mi raggiungeva.

Era H.

Lo vidi correre verso un'unica direzione: la mia.

Con le braccia teneva stretto un libro dalla copertina color senape, in cartone, consumata un po' ai lati.

"Vedo che non vi siete perso fra i rovi dei vostri capelli..." dissi con una punta di rimprovero.

"Dite che il mosso dei miei capelli sia paragonabile a dei rovi?"

Come faceva ad uscirsene sempre con quella frase a braccio? Ma soprattutto, quel maledetto sorriso ironico.

"Io dico solo che siete in ritardo e che se intendete proseguire questa 'avventura' con me, dovete rispettare gli accordi presi, come ad un buon gentiluomo converrebbe fare."

"Sì, anch'io penso che sia una magnifica idea leggere su di un' amaca, peccato che questa sia un'altalena... Ma non preoccupatevi, sarà ugualmente una bellissima... Come avete detto? Avventura?"

Maledetta la sua lingua che pronunciò quelle maledetti parole, che maledettamente uscirono dalle sue maledette labbra rosa.

Maledizione.

"Ci rinuncio" dissi lasciando sfuggire via l'idea di un possibile litigio.

"Avete portato il libro?" chiesi poi, anche se già ero al corrente della risposta.

"Avete davvero dei begli occhi" scandì bene dopo.

"Io..."

Silenzio...

"Sapete, anche il silenzio ha un rumore. Gli occhi stessi fanno rumore. Il problema è riuscire ad individuarne il significato. Poteste guardare i vostri adesso..."

"Cosa dicono?"

"Vogliono una chance".

Chance...

.

.

.

.