Capitolo 11

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-sei odioso da quando sei ritornato da chissà dove dalla festa, e sono passati due giorni- disse Viktor a Caleb cercando di capire cosa avesse il castano.

-non sono odioso, ma normale- rispose a tono Caleb.

-dove sei stato? Sei sparito all'improvviso-

-in giro-

-CALEB! Non mentirci. È successo qualcosa e lo sappiamo tranquillamente dal tuo comportamento quindi dicci cosa è successo- disse Brenda incrociando le braccia al petto e ponendosi impetuosa davanti al castano che sospirò sapendo di non poter tenere niente nascosto alla ragazza.

-io e Varus siamo andati a letto insieme- cacciò fuori alla fine il ragazzo facendo sgranare gli occhi ad entrambi i biondi.

-e quando volevi dircelo? Ma è una cosa bellissima perché hai quel muso lungo?- iniziò Brenda tutta felice e contenta mentre Viktor non sembrava tanto convinto della cosa.

-perché lui se ne andrà tra due settimane, molto probabilmente anche meno e io ho interrotto tutto prima che iniziasse- rispose il castano sospirando. Aveva fatto una cazzata? Si. Aveva ferito a morte Varus? Si.

-vi sareste lasciati comunque visto che lui non verrà mai a Sinfade con te- gli disse Viktor alzando le spalle e ricevendo un'occhiataccia da parte di Brenda.

-lo so, credo che la mia sia stata solo rabbia che mi ha fatto scoppiare in quel modo. Non dovevo gridargli contro-

-parlatene. Digli quello che è successo e fate pace- disse Brenda sorridendo -da quanto speravi che Varus ti notasse?-

-da troppo tempo- sussurrò il castano con un mezzo sorriso sulla faccia.

-allora non basta che scusarti con lui e spiegargli le tue ragioni-

-come se fosse così semplice- disse Viktor alzandosi dal divano per stiracchiarsi. Poi si incamminò verso la sua stanza, era stufo di sentire i discorsi mielosi di Brenda e aveva anche assolutamente bisogno di fare una corsetta. Non si allenava da tantissimo tempo e non era una cosa buona. Come li avrebbe battuti i Marton se non si fosse allenato? E poi sentiva ancora tanto la pesantezza di stomaco dopo aver mangiato tutto quel cibo alla festa. Non si era minimamente controllato e quello era il risultato.

Si cambiò velocemente indossando una maglia termica e dei pantaloncini e corse subito fuori dall'abitazione senza dare minimamente il tempo ai due guardiani di accorgersi della sua assenza. Sapeva che non era tanto saggio farlo da solo visto che Marton giravano a piede libero in quella città, Viktor si chiedeva ancora come Caleb e Brenda non fossero ancora riusciti ad individuarli, ma non poteva fare altrimenti visto che non li voleva tra i piedi anche mentre correva.

-allora com'è andata con Caleb?- chiese Dalia a Varus che era appena entrato nella camera della ragazza. Il giorno prima l'aveva chiamata, ma la ragazza non aveva avuto il tempo materiale di parlare con lui e quindi gli aveva chiesto, o meglio imposto, di andare da lei il giorno dopo.

-uno schifo- disse lui in un sussurro.

-ma come? Siete spariti insieme!- disse la ragazza mettendosi le mani sui fianchi. Sapeva perfettamente quello che aveva visto.

-si siamo spariti insieme e sarebbe andato tutto bene se solo non gli avessi rivelato che me ne andrò-

-e tu perché non hai combattuto per farlo restare al tuo fianco?- chiese la ragazza che se conosceva il moro anche un poco sapeva perfettamente che il ragazzo non aveva mosso un dito per fermare il castano.

-e cosa dovevo fare? Lui non vuole una relazione a distanza e di sicuro non riuscirò a convincere i miei a restare qui- Varus sospirò prima di guardare la rossa negli occhi -devo dirti anche un'altra cosa-

-cosa?-

-non ridere però- la ragazza annuì non capendo perché il ragazzo le avesse detto quella frase visto che il suo viso si era fatto ancora più serio di prima. -ieri mentre mi facevo la doccia l'acqua ha iniziato a muoversi di sua spontanea volontà e quando io provavo a toccarla si spostava. Sono stato costretto ad aspettare due ore prima di riuscirmi a fare la doccia-

-mi stai prendendo in giro?- chiese la ragazza che ci stava mettendo tutto il suo impegno per non scoppiare a ridergli in faccia.

-sto dicendo seriamente Dalia. È stato bruttissimo- disse il ragazzo sospirando. Per sua fortuna non era successo nuovamente quella mattina, ma sapeva perfettamente quello che aveva visto era vero.

-dammi una prova di quello che hai detto allora!-

-e come faccio?- chiese il ragazzo confuso.

La rossa si alzò e prese il bicchiere d'acqua che aveva sulla scrivania e lo buttò in faccia al ragazzo davanti a lei. Se era come aveva detto Varus doveva riuscire a fare qualcosa no?

Il ragazzo come riflesso involontario mise le mani davanti alla faccia per non bagnarsi la faccia, ma l'acqua non arrivò mai alle sue mani. Il ragazzo confuso spostò le mani per capire e sgranò gli occhi vedendo che l'acqua era rimasta ferma a mezz'aria. Alzò il suo sguardo azzurro verso Dalia e la vide che sembrava sconvolta quasi quanto lui.

-okay questo non è un sogno e tu hai appena bloccato l'acqua- disse la ragazza guardandolo sconvolta. -ma questo che significa? Hai poteri sovrannaturali dei quali non sapevi l'esistenza?-

-possibile? Ma se fosse così voglio sperare di non essere l'unico anche perché non so minimamente come controllarlo- e proprio in quel momento l'acqua ferma a mezz'aria decise di attenersi alle leggi della gravità e cadde precisamente sui pantaloni di Varus che imprecò.

Dalia dal canto suo si mise a ridere per quello che era successo e Varus le tirò un'occhiataccia che la fece ridere ancora di più.

-dai è divertente- disse lei dopo un po' con un sorriso sulle labbra per poi abbracciare il ragazzo di colpo. -grazie per avermelo detto- gli sussurrò all'orecchio mentre Varus la stringeva se.

-avevo bisogno di parlarne con qualcuno, se me lo fossi tenuto dentro molto probabilmente sarei scoppiato- sussurrò a sua volta il ragazzo.

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