4. Cool out

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Cool out, cool out

Just before I go
Yes I know that I'm losing control, yeah
I wanna take things slow, put my mind cruise control
I know I'm always pacing
And I blame it on the pressure I'm facing
I wanna take things slow, put my mind cruise control

-non perdere il controllo, potresti pentirtene...-

Sempre la solita dannata voce. Delle ombre le danzavano davanti gli occhi, confondendola più di quanto già non lo fosse.
Tastò il pavimento attorno a lei: non vi era nulla, stava fluttuando nel vuoto.
Delle figure umane sfocate le si parlarono davanti, stavano parlando tra loro. Man mano si fecero sempre più nitide. Uno sfondo si formò dietro di loro, era una foresta, o almeno sembrava questo.
Stavano tutti intorno a qualcosa, e guardavano quella cosa con disperazione. C'era chi piangeva, chi urlava e chi ancora stava zitto.
Iris si avvicinò a tentoni a quelle figure. Stava per posare una mano su una spalla di una di quelle, ma questa la attraversò, come fosse uno spirito. La ragazza spalancò la bocca inorridita, osservandosi le mani. Distolse la sua attenzione da quell'avvenimento, e si concentrò sulla cosa che stavano guardando le persone: un cadavere, di una ragazza dai capelli scuri, e la carnagione pallida stava riverso sul terreno con un enorme foro ad aprirle il petto.
Ancora il dolore lancinante al petto, come se le stessero portando via il cuore.
Sentì una voce maschile pesante, uguale a quella dell'altro sogno.
-NO IRIS!!-

..................................

Io ricordo.

Iris si risvegliò in un bagno di sudore, ancora con i suoi vestiti indosso.
Si precipitò sulla sua valigia, per cercare le sue pillole; non c'erano. Lanciò l'oggetto sul pavimento, che emise un tonfo sordo a contatto con il suolo.
Appoggiò la schiena al freddo muro, e si lasciò scivolare lungo la parete, fino a toccare il pavimento con il sedere e le mani. Respirò profondamente, tentando invano di reprimere l'ansia crescente.
Fece scorrere le dita magre tra i capelli scompigliati e bagnati dal sudore. Gli occhi puntati a terra esprimevano terrore puro, mentre in mente le tornava vivida l'immagine dell'uomo senza volto.

Flashback.

L'Uomo Alto fece oscillare pericolosamente i suoi tentacoli neri, mentre tutti quello che gli andavano contro lo circondavano mirando a sconfiggerlo.
Una ragazza alta e magra, dai lunghi capelli castani raccolti in delle trecce alla francese, si calò un passamontagna nero con dei disegni bianchi sul viso. Iris lanciò un'occhiata d'intesa ad un ragazzo bassolino, con i capelli biondi, totalmente vestito di verde.
La creatura alta, inclinò la testa di lato e lasciò andare un tentacolo nella direzione di un ragazzo con una maschera bianca e nera.
Pochi secondi, e nessuna seconda possibilità in quell'impossibile gioco.
Iris si gettò a capofitto nello spazio tra l'estremità del tentacolo e il petto del ragazzo.
Dolore. Fu tutto quello che sentì, una fitta lancinante.
E l'energia lasciarla in un battito di ciglia, la sua temperatura diminuire vertiginosamente.

Fine flashback.

-i-io mi ricordo di loro.- balbettò mentre un dottore entrava nella sua camera, probabilmente attirato dal rumore prodotto dalla ragazza. -io mi ricordo tutto!-
-di cosa parla, signorina?- le chiese l'uomo che la osservava attonito. Iris scattò in piedi, reggendosi comunque alla parete bianca.
-io mi ricordo di loro, mi aspettano!- disse con un enorme sorriso sulle labbra.
Il dottore uscì dalla stanza in fretta, dopo aver lanciato sguardi veloci all'ambiente disordinato che lo attorniava. L'uomo tornò poco dopo, scortato da due guardie che si avvicinarono minacciosamente all'esule figura della ragazza. Uno la placcò per le spalle, mentre l'altro cercava di iniettarle una sostanza, probabilmente sedativo, con una siringa. Iris continuò a dimenarsi, fin quando non sentì un lieve pizzicore sul collo. La punta della siringa le trapassò la pelle, e la sostanza trasparente le entrò velocemente nelle vene.
Sentì le voci del medico e delle guardie, lontane, ovattate.
-portatela nella cella numero 13.- sentenziò l'uomo in camice.
Il corpo di Iris venne preso di peso da una delle guardie, fino ad arrivare davanti una porta in metallo. Le spalle della ragazza vennero rivestite da qualcosa, in una sorta di abbraccio. Poi realizzò, una camicia di forza. Davvero l'avevano presa per pazza? Si chiedeva costantemente.
Venne gettata all'interno della stanza che si celeva dietro l'anta metallica; aveva le pareti imbottite. Erano arrivati anche a questo?

Origins {creepypasta} 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora