9. Digital

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You know how we do

I wanna a new world without the order
I wanna resurrect and live a little shorter
I want it heavy
I want the fury
I want to be like the judge and the jury

Tim aprì gli occhi, trovandosi disteso a terra, sull'erba. Mise a fuoco le figure dei suoi amici, poco distanti da lui. La figura scarna e alta dell'Uomo Alto stava poco lontana da lui, i tentacoli neri ancora in posizione d'attacco, tranne uno.  Uno che stava tornando ad affiancare gli altri, ricoperto da una sostanza scura, del sangue. Ci stette poco a capire che il sangue non era suo.
Più in là, riversa sul terreno, stava la figura minuta di una ragazza dai  capelli scuri.
Tim si catapultò su quel piccolo corpo, ormai senza vita. Le scostò le ciocche di capelli che le coprivano i lineamenti dolci.
-no Iris! -

Timothy cominciò a dimenarsi, a scalciare come per cercare di liberarsi da quelle visioni passate che lo attorniavano.

Le posò una mano tremante sulla guancia, che era ormai terribilmente fredda.
-Iris, non andartene.- si sforzò di non guardare il grosso buco che le apriva il petto. Cominciò a scuoterla per le spalle, facendo muovere tutto il corpo esanime.

La testa di Tim compì diversi movimenti bruschi, girando a destra e a sinistra, prima di riuscire a fermarsi centralmente. Il sudore gli imperlava la fronte r i capelli castani si andavano appiccicando ad essa.

Smise di muovere il cadavere della ragazza, mentre la testa smetteva gradualmente di ondeggiare, rimanendo ciondolante indietro. Lui la prese tra le mani, e la poggio sulle sue gambe, sotto lo sguardo impotente e triste degli altri.

Timothy continuò a dimenarsi, cercando di liberarsi dalle catene che lo tenevano legato a quell'inferno che si portava sottopelle da quando ne aveva memoria.

Avvicinò la sua fronte sudata a quella della sua Iris, e diede, a distanza di anni, il permesso di scendere alle lacrime.
-no Iris, non andartene, ti prego. Avevamo tanti sogni non lasciarli solo a me.-

Finalmente, riuscì a svegliarsi, e con uno scatto del busto si mise a sedere sul materasso malconcio.
-dinuovo quello stupido sogno.- sibilò ancora confuso, scese dal letto e si incamminò a tentoni verso la vecchia e inutile scrivania di faggio. Il massimo per cui la usava era per tenerci riverse sopra la maschera, le pillole e, raramente, la pistola e i proiettili.
Prese un flaconcino color arancio acceso, semitrasparente, e fece scivolare sul palmo della mano un paio delle compresse che vi erano contenute. Le ingerì, deglutendo il grosso groppo che gli si era formato in gola dopo quel ricordo rivissuto ogni volta che la sua mente malata aveva voglia.
Si diresse al letto, si sedette e indossò le scarpe. Poi, con la maglietta nera e i boxer del medesimo colore, che usava per dormire, uscì in corridoio, portando con sé solamente l'accendino e il pacco per metà finito di sigarette. Più e più volte aveva provato a smettere di fumare, ma alla fine aveva scoperto che non aveva né la voglia né la forza. Istintivamente, passando davanti la camera di Iris, aprì la porta stando attento ad ogni minimo rumore, e sporse la testa. Vide la ragazza distesa sul letto, dormiente, mentre l'unico segno di vita che dava era l'espandersi e ritrarsi della sua cassa toracica. Richiuse la porta, e riprese a camminare verso la sua meta originale.
Spinse le ante rovinate del portoncino che portava al terrazzo. Passo dopo passo, si avvicinò alla ringhiera arrugginita, facendo scricchiolare le assi di legno che componevano il pavimento.
Posò i palmi delle mani sull'inferriata, cominciando a osservare il piccolo pezzo di prato che circondava la fatiscente magione.
-a che pensi?- una voce, delicata, giovane e appena udibile come un soffio, gli giunse le orecchie. Timothy si voltò, per incrociare degli occhi azzurri che emanavano un bagliore di sinistra tristezza. Le sclere nere come la pece attorniavano le iridi, che sembravano fatte d'acqua e cielo talmente erano limpide. I capelli blu della ragazza non erano minimamente toccati dal vento, che invece si insinuava tra quelli scuri di Tim.
Osservò la minuta figura della ragazzina appena quattordicenne diventare materiale, per poi sedersi sul corrimano.
-non penso a niente.-  prese una sigaretta dal pacchetto che stringeva in mano, portò l'oggetto alla bocca e strinse tra le labbra il filtro. Fece scattare la fiammella dell'accendino, e la coprì impedendo così al vento di spegnerla. Ripose il piccolo oggetto vicino al pacchetto. Inspirò, e sentì il fumo invadergli i polmoni.
-allora stai pensando a qualcosa. Anche il niente è qualcosa esprimibile con il vuoto.- disse lei. Timothy poté giurare di vedere un'ombra di sorriso su quel visino dai lineamenti spigolosi striato di nero.
-questa l'hai inventata tu o te l'ha suggerita Jack?- chiese abbozzando un sorriso divertito. Era proprio un piccolo genio, ad avere la capacità di dire cose così ingegnose alla sua età.
-una mia invenzione, per mettere a disagio la gente.- ribadì inclinando la testa di lato, mentre osservava la persona al suo fianco. Era un vizio comune, suo e di Eyeless Jack, quello di soffermarsi a fissare le persone, o studiarle, come preferivano dire loro.
-ci sei riuscita alla grande, vuoi?- porse il pacco alla ragazza. Ormai fare quella domanda era un'abitudine,  ma a quella ragazzina, o meglio fantasma, non l'aveva mai chiesto. Lei scosse la testa.
-sono troppo piccola per fumare.- disse la ragazzina dai capelli blu, che adesso ondeggiavano giocosamente al vento.
-ma tu sei morta...- provò a obiettare Tim, evidentemente confuso dall'affermazione del fantasma.
-appunto. Non cresco, anche se a quest'ora dovrei avere... ventun'anni. -disse alzando gli occhi per calcolare la sua stessa età.
-allora sei più grande di Jack. -disse lui, che si confondeva spesso riguardo l'età di quello strano e misterioso ragazzo mascherato.
-no. Lui ha ventitré anni.- rispose dopo una brevissima riflessione. Giusto, si disse Tim. Ora che ci pensava, erano rare le volte in cui parlavano, lui e il ragazzo, s'intende. Jack era in grado di tenere una conversazione duratura solo con June; entrambi avevano trovato un completamento l'uno nell'altra: nell'aspetto e nel carattere. Entrambi taciturni, silenziosi, enigmatici quando aprivano bocca.
-mh...- Tim annuì e mugugnò una vaga affermazione, mentre si apprestava a spegnere il mozzicone di sigaretta sulla ruggine della sbarra di ferro vecchio.
-se tu potessi rinascere, e anche scegliere un'ipotetica altra dimensione in cui andare a vivere, come la vorresti?- chiese lei, spostando lo sguardo neutro sul cielo stellato.
Secondo Tim, non c'era nessuna domanda così complicata, in quel momento. Sorrise in modo sghembo, e si apprestò a riflettere a quella questione.
-un mondo senza tutta la feccia umana e non. Pieno solo di persone che hanno voglia e possibilità di vivere  normalmente.- rispose alla fine, dopo una breve ma accurata riflessione.

Origins {creepypasta} 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora