12. Love

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It's been a long time coming, coming
Seeming like we all been running, running
Feeling like the wild west, gunning, gunning
Listen to our elders shunning, shunning
Flipping on the news, be talking, talking
All about the problems, shocking, shocking
We put on our headphones walking, walking
We put on our headphones

Iris scalciò, cercando di impedire all'individuo di piantarle un coltellino svizzero nello stomaco. Mentre lui caricava in colpo per infiozaremla lama nello stomaco della ragazza, lei si spostò di lato, facendo conficcare l'oggetto tagliente nel tronco del cipresso alle sue spalle.
Lui aumentò la presa che la teneva incollata all'albero, mentre Iris si dimenava, ottenendo solo un forte strattone da parte di Masky. Continuò a combattere, tentando invano di liberarsi.
Poi non fu più necessario dimenarsi, lui per un qualche oscuro motivo allentò la presa sulle sue braccia fino a mollarla.

Tim si concentrò, sforzandosi di andare contro ai pensieri negativi che gli affollavano la testa. Ricordò il giorno in cui aveva trovato il suo amico Brian sul piano scuro della scrivania, nella casa che condividevano quando tutto era normale; era lì perché aveva visto un ragno sulla parete di fronte il letto - un ricordo risalente a molti molti anni prima -.
Tra le risate e gli insulti tirati da Brian, lui aveva scacciato l'insetto per poi tornarsene da dove era venuto. Il sorriso che gli increspava le labbra lasciò il posto alla visione di Brian, dolorante appena caduto dalla finestra , prima di essere trascinato via da uno strano ragazzo con degli occhialoni gialli. Non si lasciò demoralizzare, deciso com'era a riprendersi il suo corpo. Si lasciò alle spalle quel ricordo passato, e si sforzò di pensare a qualcosa di felice; ripensò a quando nella quiete della stanza disordinata di Iris, le aveva rubato un bacio. Sorrise, e quella volta la sua felicità non venne spazzata via come polvere. Si sentì più libero, come se una parte di lui si stesse risvegliando dallo stato comatoso in cui era caduto. Pensò a tutte le volte in cui Brian e Lorraine, ridendo sotto i baffi, lo avevano trattenuto dal tirare un pugno in faccia a Toby, per tutte le volte che aveva interrotto la sua tranquillità con delle inutili grida o con frecciatine sarcastiche.
Ormai si sentiva padrone del suo corpo, e sentì al tatto del tessuto, come quello dei giubbotti. Lasciò gradualmente la presa sulla qualunque cosa stesse stringendo e si allontanò di scatto. Prese una generosa boccata d'aria, prima di mettere bene a fuoco cosa lo circondava; era ancora mel bosco, e retta in piedi davanti a lui, stava la figura di Iris, che lo scrutava con sospetto. Tim ricambiò lo sguardo, mentre un'espressione attonita si faceva spazio sul suo viso pallido e scavato. Lui si alzò, reggendosi contro il tronco di un albero al suo fianco. Sentiva ancora lo sguardo della ragazza, bruciare contro la sua pelle, aspettando che tornasse a guardarla. Quando Tim riportò i suoi occhi in quelli di lei, il suo sguardo si addolcì. Un timido sorriso lasciò le labbra di Iris, che capì al volo cosa era successo.
Istintivamente, Iris, avvicinò le sue labbra alla guancia di Tim, e gli scoccò un bacio veloce, prima di aiutarlo a reggersi in posizione eretta.
Lui dal canto suo, non fece trapelare oltre la pelle nessuna emozione, mentre dentro si sentiva scoppiare.

Iris, con i ragazzo  ancora intontito sottobraccio, si avviò a passo lento verso la vecchia casa.
Non sapeva neanche lei il significato preciso del suo gesto, solamente sentiva di averne bisogno.
Giunsero alla porta di casa, e Tim le lanciò un sorriso sghembo per farle capire che era tutto a posto. Lei annuì in risposta, mentre le ritornava alla mente il pensiero del suo Mp3 abbandonato sul fogliame del bosco. Sospirò con un'espressione scocciata in volto, facendo dietrofront verso il punto in cui le era caduto l'apparecchio.

Lo raccolse, mise ancora una volta gli auricolari, sentendo così il ritornello della canzone che stava venendo riprodotta.
Tornò sui suoi passi, concedendosi una calma passeggiata.

Spinse la maniglia arrugginita della porta della catapecchia, ritrovandosi così nell'atrio in cui aveva fatto ritorno solo la notte prima.
Entrò nella cucina, e crollò su una sedia fatta di scricchiolante legno marcio. Continuò ad ascoltare la musica, con una cuffietta nell'orecchio e l'altra pendente davanti al petto. Il ragazzo biondo, Ben, la guardò in modo ostinato prima di aprire bocca.
-questa canzone fa strano in una casa di assassini. -le disse, chiaramente riferito a Love. Sì una canzone che parla d'amore non è proprio adatta a un luogo come quello, ma secondo Iris erano solo dettagli; la canzone era bella, contava questo.
-come darti torto... - ripose lei, sorridendo mentre giocava con un auricolare.

Origins {creepypasta} 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora