Capitolo 4: Millenia

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Da quella prospettiva Millenia mi sembrò esattamente come la più classica delle città fantasy. Era una specie di grande rettangolo, dove i lati erano delle mura altissime che delimitavano i confini cittadini con ad angolo di ogni lato una torre di guardia, che dava una visuale completa su chi entrava e usciva; non riuscì a vedere nulla di quello che poteva aspettarmi all'interno di quelle mura a causa dell'altezza delle stesse, ma dopo quel momento cominciai pian piano a mettere da parte il mio scetticismo: " Non so cosa mi aspetta, perché sono qui, se è reale, ma sono abbastanza convinto che sarà una figata!" pensai. Con lo sguardo ancora catturato da quello che stavo vedendo davanti a me, parlai: <<Quindi è questa Millenia... sembra bellissima.>> << Oh, lo è! Vedrai, ti troverai bene. Adesso andiamo, da qui c'è un sentiero che ci porterà direttamente al cancello d'ingresso>> disse Selkie; con il sole che picchiava sulle nostre teste e un caldo che iniziò a farsi sentire, cominciammo a seguire quel sentiero in silenzio, fin quando, evidentemente presa da una grande curiosità, Selkie iniziò a farmi domande: <<Come si chiama il posto dove vivevi, Miles?>> << Vivevo in America, in una città chiamata New York>> << America (?)>> rispose lei con sguardo perplesso:<< che tipo di posto è? La gente che vive lì è tutta come te o siete diversi?>> mi chiese; <<Alcuni di noi hanno delle particolarità diverse da altri, ad esempio ci sono popoli che hanno gli occhi detti "a mandorla" chiamati cinesi o giapponesi oppure ci sono persone che hanno il colore della pelle diverso dal mio, ma pur essendoci moltissimi popoli differenti, la razza è una sola, quella che noi chiamiamo, razza umana.>> << Oh wow, sembra interessante! Essendo che siete un'unica razza andrete tutti d'accordo, vero?>> <<Tse, è l'esatto opposto>> dissi con tono sarcastico, per poi continuare: << La mia razza non ha fatto altro che dichiararsi guerra sin dall'alba della sua nascita. Per acquisire più potere, controllare nuove terre o anche solo per motivi economici, la razza umana è stata la causa dei più grandi massacri che il mio mondo abbia mai visto. La mia razza non sarà mai in pace, sono tutti ciechi. Pensano solo a loro stessi, non si rendono conto del dolore che infliggono agli altri, accecati dalla ricerca della loro gloria personale. Anche le grandi invenzioni sono spesso usate in modo sbagliato, non per fare del bene. Il mio mondo è popolato da idioti>>; mentre pronunciavo quelle parole, mi tornarono in mente i ricordi dell'omicidio di mia madre, di tutti gli insulti scolastici, della mia vita che era andata in pezzi. <<Anche tu sei un'idiota allora, tu sei uno di loro, un umano>> disse Ignis con tono severo; <<Si, è vero, sono un umano anch'io, e probabilmente sono anche idiota, come dici tu. Tuttavia, a differenza degli altri, io non ho mai fatto male a nessuno. Odio la mia razza per quello che mi ha fatto passare, e si, mi odio in quanto essere umano>>; Ignis rispose con un ghigno, senza dire nessun'altra parola. <<Da come lo descrivi, il tuo luogo di origine deve essere davvero terribile. Comunque... eccoci qua!>> disse Selkie. Davanti ai miei occhi si ergeva un grande cancello spalancato, con creature che non avevano nulla di umano, entrare e uscire dalla città, prese dalle loro faccende. <<Molto bene, avviciniamoci e ti spiegherò come entrare>> disse Selkie; <<Spiegarmi come entrare...? Non stanno entrando e uscendo tutti normalmente?>> dissi, provando ad osservare con più attenzione l'entrata, ma non notando nulla. Una volta avvicinati, Ignis mi disse: <<Se credi di poter entrare normalmente, coraggio, prova>>; dubbioso, provai a varcare quella soglia d'ingresso, ma appena misi un piede appena oltre il cancello, qualcosa si attivò scaraventandomi via, facendomi fare un volo all'indietro di almeno 2 metri. Fortunatamente non mi feci male, anche se non so per quale miracoloso motivo, e mentre cercai di rialzarmi faticosamente, Selkie iniziò a ridere di me: <<hahaha, credevi davvero potessi entrare in città così facilmente? Su coraggio, vieni, ti mostro come si fa>>; "Maledetti! Si prendono anche loro gioco di me? Non bastava già la vita da comune essere umano per quello?" pensai, ma non dissi nulla. Mi rialzai e mi riavvicinai alla porta: <<Dunque, adesso ti spiego. Vedi quel riquadro nero sulla destra del cancello?>> disse Selkie; girai la testa e lo notai, anche se non avevo idea di cosa fosse; <<Si, l'ho visto>> << Bene, per entrare in città tutti gli stranieri devono usarlo. Quel marchingegno è uno strumento magico creato per chi non è abitante di Millenia. Quando vuoi entrare qui ma non ci abiti, devi registrarti lì inserendo la mano in quella fessura che ved...>> << Tutto apposto laggiù?>> urlò qualcuno dall' alto della torre, probabilmente una guardia; <<Si, è tutto ok! Lo straniero non sapeva come si entrasse in città>> rispose Selkie; << ah Selkie, sei tu! Lo straniero?? Quindi esiste? È tutto vero?>> disse la guardia << Certo! Il nostro re sarà pure uno stupido, ma sai quanto ci tiene a quella premonizione. Stai tranquillo, è tutto ok.>> Dopo un cenno d'intesa alla guardia, Selkie si voltò dietro di me con aria minacciosa, dicendomi: << Non osare dire al re Yami che ho detto questo, sennò sarai morto ancor prima di arrivare al suo palazzo>> <<V- va bene...>> risposi intimorito; <<Stavamo dicendo... ah si! Dovrai registrarti li inserendo la mano in quella fessura, dicendo chi sei, da dove vieni, la tua razza, che sei venuto a fare e quanto tempo intendi restare. Una volta fatto, ti verrà impresso un marchio sulla mano, e potrai entrare e uscire come e quanto vorrai dalla città. Il marchio è temporaneo, scadrà allo scoccare del tempo che hai detto di dover restare. Se mai dovessi trovarti ancora in città al suo scadere, verrai teletrasportato immediatamente fuori dalla città. Al termine del tempo previsto inoltre il marchio che hai sulla mano sparirà. Vedi il mio?>> disse Selkie mostrandomi la sua mano sinistra dove teneva il suo, un cerchio con delle linee particolari al suo interno, tutto di verde; <<Questo è il marchio, la forma è uguale per tutti. La differenza rispetto a te è che il mio è permanente essendo abitante della città, quindi posso entrare e uscire quando voglio senza dover passare da quel meccanismo. Ogni volta che entri o esci dalla città la barriera magica ti indentifica grazie ad esso, registrando quando sei entrato ed uscito. Ecco perché non sei riuscito ad entrare poco fa, è stata la barriera che ti ha respinto. Tutto chiaro, Miles?>> <<B-beh... credo di si>> dissi con tono stupito e confuso, mentre l'idea di trovarmi realmente in posto del genere stava finalmente prevalendo rispetto a quella che fosse tutto un sogno, e devo ammettere che mi piaceva. <<Un'ultima cosa, per entrare ti serviranno dei soldi, tieni, ti do 2 monete d'oro MC, con queste potrai stare 3 giorni>> <<Monete d'oro MC (?)>> chiesi a Selkie; <<Si, nel nostro mondo le monete si dividono in 3 tipi: bronzo, argento e oro: 50 monete di bronzo sono equivalenti a 1 moneta d'argento, 10 monete d'argento ad una d'oro. Il nome della moneta è uguale per tutte le città per favorire il commercio e lo scambio. Il suo nome è Millennium coin, MC. Adesso prendi le 2 monete d'oro e vai verso quel marchingegno a registrarti. Come penso avrai capito guardandoti attorno, qui non siamo come nel tuo mondo, non esiste un'unica razza, ma tu non fai parte di nessuna di esse. Se ti stai chiedendo come entrare, basta dire "sono lo straniero", le guardie sono già state avvertite, come hai potuto notare prima, capiranno.>> Recepite tutte queste nuove (e aggiungerei strane) informazioni, presi le monete che Selkie mi aveva gentilmente dato e le misi in tasca (si, anche se non ve l'ho detto prima, io mi ero catapultato in quel mondo in pigiama, con quello di King of Fantasy! Evidentemente essendo straniero non ci fecero molto caso, forse neanche sapevano cosa fosse un pigiama ma ecco com'ero combinato! Fortuna che non mi ero ancora tolto le scarpe che uso per stare in casa, immaginate cosa avrei dovuto patire ad attraversare quella foresta con le ciabatte!) mi avvicinai lentamente ed anche con po' di ansia a quel marchingegno nero, inserì la mia mano sinistra con il palmo rivolto verso il basso, anche se un po' tremolante, e iniziai a parlare: << Mi chiamo Miles, sono lo straniero, vorrei restare qui per 3 giorni e sono stato portato qui da Selkie e Ignis per poter incontrare il re Yami>>; Improvvisamente l'interno della fessura si illuminò, lasciandomi nello stupore, mentre una voce quasi meccanizzata mi disse: << inserire 2 monete d'oro prego>> Tolsi la mano, presi le due monete d'oro dalla mia tasca e le posizionai dentro la fessura ancora illuminata, tenendo comunque la mano lì dentro; dopo qualche secondo, la voce meccanica parlò di nuovo: <<Benvenuto a Millenia, Miles! Il marchio è stato completato e registrato con successo, potrai rimanere qui 3 giorni. Buona permanenza!>> La luce si spense, ed io tirai lentamente fuori la mano dalla fessura, notando sulla mia pelle il marchio: "WOOW...CHE FIGATA!" pensai. Mi voltai verso Selkie e Ignis, compiaciuto per quella piccola cavolata come se avessi uccido il drago di cui mi avevano parlato, accennando un timido sorriso:<<Fatto, sono pronto ad entrare!>> <<Ma che bravo! Dopo di te, Miles.>> Varcai quella soglia con una strana emozione in corpo, non sapevo cosa mi sarebbe accaduto, ma qualcosa dentro di me diceva che sarebbe stata l'esperienza più bella della mia vita. Rimasi ancor più sbalordito di prima: vidi razze molto diverse tra di loro camminare, correre, parlare e andare di fretta in una grande piazza, che faceva da ospite a quello che noi umani chiamiamo comunemente "mercato"; sulla sinistra vi erano diverse "bancarelle", se così possiamo chiamarle, piene di cibo di ogni tipo, mentre sulla destra notai dei piccoli negozi che vendevano armi, armature e attrezzature di ogni tipo.

"Sembra quasi di essere in King of Fantasy! È incredibile... so per certo di non essere all'interno del gioco, riconoscerei la città, su quel gioco non c'è nulla di tutto ciò."; <<Beh, che ne pensi, Miles? Ti piace?>> mi chiese Selkie; << Si... è fantastico>> dissi con tono meravigliato, mentre continuavo a girare la testa a destra e sinistra ammirando tutto ciò che mi circondava. <<Bene, vedi quel ponte davanti a te? Dobbiamo attraversarlo. Su, andiamo!>> Ci incamminammo verso quel ponte, ma notai nella confusione generale che più di uno sguardo si posò verso di me: <<Come mai mi guardano tutti?>> chiesi a entrambi; <<Beh, tu non guarderesti qualcuno che è vestito in maniera totalmente inusuale, di una razza che non hanno mai visto e che è stato chiamato prescelto dal proprio re?>> mi disse Selkie; <<P-PRESCELTO? Non me lo avevi detto nella foresta! Cos'è questa storia?>> <<Te l'ho già detto, ti dirà tutto re Yami>> rispose. Arrivati al ponte, notai l'acqua sottostante scorrere come in una specie di canale, e preso dalla curiosità chiesi a Selkie:<<Ma questa è l'acqua del fiume?>> << Si. Sfruttando il fiume che scorre nella foresta, siamo riusciti a costruire un canale apposito in modo che l'acqua arrivi direttamente in piazza>> mi rispose. Attraversato il ponte, ci ritrovammo in una grande strada, con una grande fila di case sulla destra e sulla sinistra. << Dobbiamo raggiungere quell'enorme palazzo alla fine della strada, è lì che abita re Yami>> disse Selkie. Ci misimo almeno 40 minuti per percorrere tutta quella strada, mentre io cercai di dare un'occhiata più approfondita alle case e alle varie strutture presenti; avete presente quelle classiche case di legno dei mondi fantasy? Ecco, erano proprio così quelle; tra una casa e l'altra notai anche strutture più grandi come locande, armerie, e piccole vie che probabilmente portavano ad altre zone cittadine. Ad attenderci una volta arrivati nei pressi del palazzo, vi era una porta sorvegliata da 2 guardie: una di esse sembrava in tutto e per tutto un essere umano maschio, anche se dalla statura molto bassa e con delle orecchie a punta, ma più piccole di quelle da elfo di Selkie, mentre l'altro era un bestione di almeno 2 metri con il colore della pelle grigia e senza capelli, con degli occhi chiari e dei disegni sul volto, con un'ascia sulla mano sinistra poggiata sulla sua spalla. <<Bentornati ragazzi! L'avete portato vedo>> disse l'energumeno dalla pelle grigia; mi spaventai e iniziai a deglutire nervosamente; "Quel bestione mi fa davvero paura! Ma che creatura è?" pensai, mentre Ignis rispose: <<Avevi forse dei dubbi, Guhk?>> << Beh, in effetti si, li aveva!>> disse ridacchiando l'altra guardia>> <<E chi ti ha interpellato, eh Vad? sottospecie di nano?>> disse con tono ironico Ignis; <<oooh, il nostro mago di fuoco si sente sicuro di sé! Vuoi forse essere avvelenato?>> rispose quella guardia di nome Vad; <<Su avanti, provaci!>> disse Ignis; <<ma insomma! È possibile che voi 2 dobbiate sempre litigare? Va bene così, rinviate la vostra lotta per dopo, adesso dobbiamo fare incontrare lo straniero a re Yami. Ci fate passare per favore?>> disse Selkie, con tono scocciato; Vad e Ignis sogghignarono, come se si stessero dando "appuntamento per dopo" per risolvere la loro questione, mentre la guardia dalla pelle grigia, che da adesso in poi vi nominerò con il suo nome, dato che ve l'ho già presentata, mi guardò attentamente per alcuni secondi, per poi dire: <<Sembra quasi un Halfling, ma un po' più alto e senza le orecchie a punta.>> <<Uno della mia razza, dici? Beh, in effetti un po' mi somiglia, ma quelle orecchie mi danno fastidio>> rispose Vad; "Un Halfling? So cosa sono, e in effetti quello sembra proprio far parte di quella razza, ma io? Uno di loro?" pensai; decisi di prendere la parola, anche se ancora intimidito da Guhk: <<Un Halfling? Io? Davvero?>> dissi, riferendomi a Vad; <<Ah, ma allora parli! Comunque, beh, in effetti mi somigli, non posso negarlo, anche se, ripeto, quelle tue orecchie mi danno fastidio>> mi rispose. << ADESSO BASTA! DOBBIAMO PASSARE! ABBIAMO FRETTA!>> disse Selkie; <<Va bene, va bene... prego, entrare pure>> disse Vad scocciato, portando entrambe le mani all'altezza del torace a come volerle indicare di calmarsi, per poi aprire il portone insieme a Guhk; <<Grazie!>>, rispose, per poi voltarsi verso di me sorridendo: << Andiamo, Miles!>> Le feci un cenno con la testa e passammo finalmente quel cancello, non prima però che le due guardie mi salutassero con un "ci vediamo". 

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