Mi svegliai il giorno dopo, con un leggero sbadiglio e la luce di quello che Goruza chiamò "sole primario" che illuminava la mia stanza. Provai ad alzarmi lentamente dal letto, ma alla fine rimasi seduto con le mani incrociate e un leggero mal di testa, iniziandomi a domandare quale mirabolante novità mi riservasse quel giorno: "Dunque... oggi dovrebbero portarmi in quella...come l'hanno chiamata?... Ah sì! Stanza del cammino celeste. Chissà cosa mi aspetta... ma non nego di essere preoccupato. Sono sempre stato un fallito nella vita, pensare che adesso il destino di un intero regno dipenda da me..."; mentre continuavo a pensare, il mio cervello mi ricordò che, preso dalla stanchezza e da tutto quello che accadde il giorno prima, dimenticai qualcosa di "importante": "Ma... io ieri non mi sono tagliato! Com'è possibile che me lo sia dimenticato?" pensai, stringendo i pugni dalla rabbia e contorcendomi il volto in un'espressione di rabbia; So che può sembrarvi assurdo, ma come vi ho già detto, quella strana abitudine era un modo per ricordarmi di mia madre e delle mie colpe, già precedentemente citate. "Devo rimediare... non appena pot..."; il suono di qualcuno che bussò alla porta interruppe il mio pensiero, ma non me lo fece certo dimenticare, non stavolta. <<Salve, signor Miles! Sono Goruza, le ho portato il latte per colazione! Può aprire per favore?>>; esitai qualche secondo a risponderle, cercando di ristabilire la calma dentro di me, tornando ad avere un'espressione normale:<<Si, arrivo>> dissi, per poi alzarmi definitivamente dal detto, indossare le scarpe, e andare alla porta ad aprile: <<Buongiorno signor Miles! Come sta? Si sente nervoso? >> mi disse, mentre trascinava un carrello con sopra diversi bicchieri con dentro del latte; <<B-Buongiorno, Goruza. Sto bene... solo un po' preoccupato.>> <<La capisco, ma andrà tutto bene, vedrà. Adesso beva questo, la signorina Selkie si sta già preparando, mi ha detto di riferirle che deve farsi trovare fuori dalla sua stanza tra 15 minuti>> mi disse, porgendomi gentilmente il bicchiere. Lo presi, bevvi tutto in un sorso, la ringraziai restituendole il bicchiere e rientrai in camera, sfruttando quei 15 minuti per rifarmi il letto e lavarmi velocemente. Uscì dalla stanza e la chiusi a chiave; in quello stesso istante, Selkie aprì la porta e uscendo, mi osservò compiaciuta, per poi dirmi: <<Vedo che sei puntuale, ottimo. Su forza, oggi abbiamo da fare>> <<Buongiorno anche a te>> risposi con tono ironico. Uscimmo dal corridoio e andammo in giardino, dove tutti erano al lavoro esattamente come il giorno prima, intenti a curarlo nei minimi dettagli, oltre che sistemarlo visto la confusione che Ignis e Vad lasciarono il giorno prima. <<Bene, ti spiego cosa faremo oggi. Ogni città del regno ha una stanza molto speciale, chiamata stanza del cammino celeste. Ogni creatura sin da piccola sviluppa una particolare connessione con uno di questi elementi: Fuoco, acqua, veleno, elettricità, ghiaccio, buio, luce e buio, vento. La connessione non è derivata dalla natura della creatura, né dalla razza, ma bensì dall'anima>> <<Dall'anima? In che senso? >> le chiesi;<< Ogni anima è particolarmente affine a un elemento, che cresce dal desiderio della creatura stessa. Il mio elemento ad esempio è il vento, perché sin da piccola amavo le sensazioni che mi provocava, ma sapevo bene che era solo una faccia della medaglia. Il vento può anche essere fonte di distruzione, ma paradossalmente m'interessò anche quell'aspetto. Capisci adesso cosa intendo?>> <<Credo di si... quindi l'elemento non è connesso a quello dei genitori, ho capito bene?>> <<Si, esatto.>> <<Può capitare che i genitori forzino i figli verso un determinato elemento?>> le chiesi; <<Non si dovrebbe, ma è possibile. Tuttavia, alla fine, l'elemento di una creatura sarà sempre quello che desterà maggiore interesse, o per meglio dire, quello con cui svilupperà maggiore connessione e desiderio, non importa quanto i genitori forzino i figli. Ora, la natura dell'elemento si sviluppa da piccoli, a prescindere dalla longevità della creatura, dai 4 ai 6 anni, ma ovviamente, solo col tempo e un allenamento costante si potrà imparare a controllarlo e farlo proprio. Ognuno cerca di sviluppare il proprio elemento come meglio crede, quindi potrai trovare utilizzi differenti, ma la base è una sola, saperlo controllare.>> Non nego che rimasi abbastanza confuso inizialmente, ma continuai a fare domande cercando di capirne di più: << Cosa significa saperlo controllare?>> chiesi; <<Beh, lascia che ti dia una dimostrazione pratica.>> Selkie mi osservò con un ghigno soddisfatto, mostrando un'espressione seria sul volto.
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Il privilegio di sentirsi sbagliati
FantasiIl privilegio di sentirsi sbagliati è una storia fantasy che racconta la particolare avventura vissuta da Miles Clark, una ragazzo americano come tanti che si ritrova da un giorno all'altro con una vita devastata da un'evento terribile. Durante la...