Capitolo 1

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"Io penso di odiarti", dissi d'un tratto tornando nella nostra camera abbastanza scocciata.
Lia si mise a ridere, era riuscita a convincermi per sfinimento ad accompagnarla al concerto del fatidico Rkomi dal quale era ossessionata da mesi.
Era davvero una testa calda, ostinata come lei non c'era nessuno.
Era la mia coinquilina da ormai due lunghi anni e, per quanto io possa esagerare e farla passare di tanto in tanto per una pazza furiosa che smuoverebbe questo e quell'altro mondo una volta impuntata, le voglio un gran bene e la considero ormai parte fondamentale di me.
Quella mattina era iniziata in un modo piuttosto strano, mi svegliai come sempre sul filo di una crisi nervosa in preda al panico per un esame che avrei dovuto dare da lì a poche ore, Lia invece era uscita per recarsi al lavoro. Faceva la cameriera in un bar accanto alla nostra università, ma iniziava molto presto per poter staccare ad un orario consono che le permettesse di organizzare anche la sua vita da universitaria.
Io studiavo lettere, lei invece mediazione linguistica, ma nonostante i corsi differenti anche la nostra vita da studentesse fuori sede era in simbiosi.
Ci trasferimmo entrambe due anni fa a Milano, io da Genova e lei da Torino.
All'inizio fu piuttosto complicato abituarsi a quella dimensione frenetica Milanese e ora che ci penso bene probabilmente non mi ci sono mai abituata del tutto, nemmeno ora.
Avere avuto affianco Lia è stata una salvezza.
Dopo varie sveglie rinviate, decisi di alzarmi con una vitalità pari a quella di un bradipo e, una volta in cucina, osservai mugugnando i biglietti del concerto di Rkomi appoggiati sul tavolo.
Lia aveva un problema con quel tipo, non passava giorno che non mettesse a palla qualche sua canzone e mi aveva tartassato ogni giorno per convincermi ad accompagnarla al concerto qui a Milano.
Io non ero proprio in vena, non sapevo nulla di questo cantante e soprattutto pochi giorni dopo la data dell'evento avrei avuto un esame molto importante.
Era un periodo davvero tosto e non solo a causa dell'università.
Mi mancava tanto Genova, la mia famiglia, i miei amici.
Vivevo quasi in apnea, mi sembrava di essere sospesa in una dimensione senza tempo che non sentivo più mia da ormai troppo tempo.
Avrei preferito stare a casa, ma alla fine dovetti cedere: non avevo cuore di mandarla da sola ad una serata così speciale per lei.
Ricordo ancora la felicità nei suoi occhi quando le diedi la conferma.
Quel pomeriggio andammo a fare compere, Lia aveva architetto un piano per "far cadere nelle sue grinfie" il suo cantante del cuore e io la sostenni moralmente in questa impresa, o in parole più semplici: ero stata costretta a tenere tutti i vari sacchetti dei negozi che svaligiava avidamente.
Ero fuori da un camerino ad attenderla, quando un ragazzo scendendo dalla scala mi urtò accidentalmente facendo cadere i sacchetti che avevo in mano.
"Cazzo", imprecai sottovoce io.
Il ragazzo si precipitò ad aiutarmi premuroso senza che chiedessi il suo aiuto.
"Scusami sono mortificato, aspetta che ti aiuto", disse chinandosi verso di me.
Io cercai di mascherare il nervoso sbrigandomela con un semplice "No figurati, ero io in mezzo" in maniera molto confusa e poco decisa.
"Sono molto di fretta, non ti avevo vista" disse con un tono davvero dispiaciuto.
"Davvero, non c'è problema tranquillo".
Si tirò su e quasi ebbi la sensazione che si bloccò a fissarmi.
Sensazione trasformata in certezza quando il suo amico gli diede un rapido colpo sul fianco per richiamare la sua attenzione.
In quel momento credo di essere andata a fuoco dall'imbarazzo.
Finì di raccogliere le ultime cose e lo ringraziai, mentre dallo specchio di fronte continuai ad osservarlo incuriosita intento a parlare con il suo amico riguardo un paio di scarpe.
Mi soffermai involontariamente su alcuni suoi particolari, come se ne fossi attratta in automatico.
Aveva i capelli castani, corti e un po' sbarazzini sull'alto.
Gli occhi erano di un verde oliva brillante, enormi.
Quasi sorrisi, mi ricordava un peluche.
Il ragazzo si accorse che lo stavo fissando, cercai di distogliere lo sguardo il più velocemente possibile e, dato che il commesso che stava servendo lui si era momentaneamente liberato, colsi la palla al balzo per chiedere informazioni totalmente a caso giusto per uscire dallo stato di imbarazzo precedente.
Mi ritrovai a provare delle scarpe di cui non mi interessava nulla fingendo si fosse realizzato il sogno della mia vita, circa.
"Belle, ti stanno bene. Fossi in te le prenderei nere. Sembri più una tipa da scarpe nere", sentii dire mentre mi guardavo ridicolamente allo specchio indossando un paio di scarpe bianche.
Mi girai abbastanza impietrita e quel ragazzo era ancora lì.
"Oh io sto aspettando che mi portino le mie scarpe, non ti sto stalkerando o cose simili",
disse impacciato.
Sorrisi e risposi: "Avevo immaginato, grazie del consiglio comunque, ma non penso di prenderle".
"Perché? Ti stanno bene, davvero", disse con un' espressione simile ad un cucciolo di foca bisognoso di attenzioni.
"Sono Mirko comunque", disse allungando la mano verso di me per presentarsi.
"Ah che maleducata vero, perdonami. Sono Alice", risposi.
Arrivarono le sue scarpe e sparì alla velocità della luce accennando un sorriso.
Lia uscì dal camerino subito dopo e, finalmente, ci incamminammo verso casa.
La notte, prima di dormire, mi misi a cercare qualcosa su questo Rkomi e provai ad ascoltare una sua canzone.
Mi sembrava il minimo, dato che avrei dovuto passare una serata in compagnia della sua voce.
Guardai una foto per pura curiosità e stentavo a crederci una volta messa a fuoco la sua immagine.
Il telefono quasi mi cadde sulla faccia: era identico al ragazzo di oggi, non era possibile. Mi alzai dal letto, corsi in cucina a bere un bicchiere d'acqua e realizzai a mente lucida cosa fosse successo: il ragazzo che mi ha urtata e mi ha fatto degli pseudo-complimenti era Mirko Martorana, in arte Rkomi e io sarei andata a vederlo in concerto con Lia la sera dopo.

• Hii :3 premetto che non sono una scrittrice abile come alcune figure presenti qui su Wattpad quindi, se doveste iniziare ad appassionarvi alla storia e voleste continuare a leggere, sappiate che il tutto nasce da una semplice passione che coltivo sia per la scrittura che, naturalmente, per Mirko.
Se avete voglia fatemi sapere ogni tanto che ne pensate, scrivetemi suggerimenti o qualsiasi cosa abbiate voglia, anche per scambiare due chiacchiere!
Sono completamente spaesata qua sopra e mi farebbe piacere interagire con qualcuno, spero di riuscire a farvi passare un po' di tempo leggendo qualcosa.
Ogni tanto comparirò in questo "spazio autrice" per aggiornare e commentare con voi la storia.
Love u :)
A.

Mirko o Rkomi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora