Capitolo 17

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"Non posso crederci che abbia fatto una cosa simile, capisci?", disse Mirko camminando avanti e indietro per l'appartamento.
"Non puoi o non vuoi?", dissi guardandolo
"Che vorresti dire?"
"Dico solo che mi sembra tu ti sia fatto un'idea completamente sbagliata di lei e che ne stia pagando le conseguenze con un peso maggiore perché ancora ci tieni", risposi con un velo di tristezza.
"Spero tu stia scherzando"
Scossi la testa
"Non te ne sto facendo una colpa, sto solo dicendo che sotto sotto speravi di poterti fidare ancora di lei. È normale"
Lui si fermò al centro del soggiorno, quasi come se avesse avuto un'illuminazione
"Probabilmente hai ragione", sussurrò dopo.
"Vuoi parlarne?"
"E cosa dovrei dire? È colpa mia alla fine se ogni volta finisce così con tutti. Io mi fido, loro si prendono gioco di me, io crollo e loro spariscono"
I suoi occhi iniziarono a farsi più ludici
"È per questo che con te.."
"Non aggiungere una parola", dissi zittendolo.
"Non finirà allo stesso modo. E lo sai anche tu.
Devi imparare a fidarti di chi ha avuto il privilegio di conoscere Mirko", aggiunsi.
"Capirai che privilegio"
Sbuffò appena e poi si lanciò sfinito sul divano portando la testa tra le gambe.
"Dovresti smetterla di sottovalutarti in questo modo"
"Da che pulpito", affermò lui.
"Non sarò l'esempio migliore, ma con te accanto è tutta un'altra storia"
Lui mi guardò con i suoi occhi brillanti, si alzò e poi mi diede un lento bacio.
In quel momento il mondo attorno a noi sembrò bloccarsi, si sentivano solo i nostri respiri e quella dolce passione che ci stava cullando in quella casa.
Mi portò in camera e, sdraiati sul letto, mi avvolse lentamente tra le sue braccia.
Tra un bacio e l'altro prese fiato
"Ci pensi mai a come tutto questo è iniziato?"
disse intrecciando la sua mano con la mia
"Intendi dire dal giorno in cui mi hai quasi travolta mentre scendevi le scale del negozio?"
Sorrise leggermente per poi scuotere la testa
"Se non fossi stata lì non ti avrei mai incontrata"
"O forse ci saremmo incontrati prima o poi"
"Si forse si, sei la mia persona. In un qualche modo il caso ci avrebbe fatto conoscere"
"Credi nel destino?"
Si fermò un attimo a pensare
"Credo che esistano persone destinate le une alle altre e credo che noi rientriamo perfettamente in questa categoria"
"È una cosa bella"
"Tu sei bella" rispose sfiorandomi la punta del naso con il dito.
Da quella prospettiva potevo osservare ogni suo minimo particolare: la barbetta pungente che gli avvolgeva il viso, le labbra appena appena screpolate di un rosa intenso e le lunghe ciglia nere che inquadravano perfettamente quegli occhietti vispi e luminosi.
"Vorresti vivere con me?"
Quella sua domanda mi riportò al mondo reale, ancora una volta un filo di innocenza si palesava nella sua voce e io non feci altro che rimanerne incantata così come ogni volta che i suoi occhi si perdevano nei miei.
Perché alla fine è questo quello che accade con Mirko: ti perdi in lui.
È un senso di disorientamento positivo però, ti porta felicità.
"Si mi piacerebbe, è un'idea straordinaria", risposi.
"Guarda che io non scherzo mica eh"
Aggrottò la fronte in modo buffo e un'espressione seria fece capolino sul suo viso.
Cercava di mantenere una certa compostezza per farmi notare davvero quanto fosse serio, ma io gli credevo.
Gli credevo eccome.
"Tra un mese mi laureo, direi che un nuovo inizio ci sta tutto alla fine"
Ed ecco nuovamente quel sorriso imbarazzato
"Sei il mio nuovo inizio"
"Dovrò avvisare Lia"
"Oh ma per quello c'è tempo"
"Mirko"
Allungò il braccio sopra la mia testa per spegnere la luce, poi con un bacio mi zittì
"Mirko dico sul serio", cercai di dire tra una risata e l'altra.
Passammo il resto della sera così, tra baci e carezze.
La mia testa sul suo petto che seguiva il ritmo del suo respiro, le dita della mia mano intrecciate con le sue e le sue labbra morbide ovunque.
"Pensi che sarà davvero un nuovo inizio?"
chiesi senza spostarmi da quella posizione
"Lo credo si. A me basta averti vicina, sei tutto quello di cui ho veramente bisogno"
"Non mi hai mai detto perché tra le tante possibilità che hai avuto hai fatto proprio di me la tua certezza"
Questa volta lui si spostò leggermente invitandomi a fare lo stesso, in questo modo potevo guardarlo negli occhi.
Si sdraiò sul fianco e iniziò.
"L'ho sentito. Quando mi hai guardato, quella prima volta, ho sentito di aver trovato la mia esatta metà. Non ti ha mai tradita quella luce che hai nei tuoi occhioni ogni volta che mi guardi. Io me ne accorgo, sai? E sono felice come un bambino che scarta i regali. Perché tu sei così pura Alice, così vera che io mi sono innamorato di te giorno dopo giorno, sempre di più e così sarà fino a quando deciderai di volermi accanto a te"
Non risposi, non trovavo parole che potessero sufficientemente tenere testa a quanto avevo appena sentito.
Semplicemente gli lasciai un bacio sulla fronte per poi sussurragli
"Ti ci voglio per sempre accanto a me".

Mirko o Rkomi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora