"Cioè quindi vorresti dirmi che lo hai baciato? Mirko? Lo stesso tipo che qualche ora prima ti ha bellamente detto in faccia di non impicciarti nella sua vita? Proprio lui? Quel Mirko?"
"Si Lia, proprio lui", risposi sedendomi sul divano del nostro appartamento.
"Io lo vado a prendere lo stesso il gelato però, non sarà di certo questo gesto romantico a togliermi il privilegio di affondare il cucchiaino nel variegato alla nutella", disse guardandomi.
Risi e alzandomi dissi: "So che non ti fa impazzire l'atteggiamento di Mirko, però ti giuro che non riesco a fare a meno di lui. Lo sento troppo vicino a me, non mi è mai capitato con nessuno prima d'ora"
"Lo so tesoro e sono felice per questo, davvero. Solo che non voglio tu ci rimanga male, diciamo che avendolo seguito da un po' di anni mi sono fatta una certa idea su di lui e non mi sembra proprio il tipo da relazione seria"
"Questo lo dici perché ti basi sulla sua immagine"
"Bhe si", rispose lei dubbiosa.
"Ti assicuro che Mirko è molto diverso da Rkomi, non penso di aver mai incontrato un'anima così dolce"
"Fatto sta che ancora ti deve delle spiegazioni"
"Non me lo ricordare", dissi buttandomi nuovamente sul divano con la faccia sul cuscino.
"E invece te lo ricordo, anzi, io sarò la voce della tua coscienza che ti avviserà ogni volta che ti perderai tra le nuvole. Ti conosco e hai bisogno di qualcuno che ti riporti con i piedi per terra ogni tanto donzella", disse lei accarezzandomi il braccio.
"Bhe se adesso vuoi andare a prendere il gelato, non mi dispiaceva come idea il variegato alla nutella", dissi alzando di poco la testa.
Lei sorrise e uscì di casa per prendere quanto stabilito poco prima.
Intanto io controllai il telefono, sperai di trovare un messaggio di Mirko anche solo un banale 'ciao' , ma non fu così.
Dopo quel bacio calò il silenzio tra noi, lui ricambiò per poi salutarmi e andarsene.
Poi zero, nulla.
Erano passate diverse ore da quell'episodio, magari aveva solo bisogno di realizzare cosa fosse successo.
Iniziarono a venirmi le peggio paranoie, non volevo credere a quello che Lia sosteneva, anche se sotto sotto lo temevo moltissimo.
Rimasi senza parole quando mi disse quel ti amo, ma chi potrebbe mai darmi la certezza che non sia una sua prassi con le ragazze? D'altronde mi pare ne abbia avute parecchie, io potrei essere perfettamente l'ennesima. Uguale a tutte quelle precedenti, senza nulla di interessante, utile finché non si stanca di me.
La porta improvvisamente si aprì e una Lia carica di vaschetta e cucchiaini mi venne incontro in modo buffo
"Dammi una mano per favore"
"Subito my lady", dissi alzandomi per andarle incontro.
Ci posizionammo davanti al computer, azionammo il film e iniziammo a mangiare.
Verso mezzanotte più o meno andai a dormire, prima di spegnere la luce presi il cellulare e vidi il messaggio che aspettavo da ore'Non so esattamente cosa scriverti, ci ho pensato tutto il pomeriggio, ma non ho trovato le parole giuste. So solo che mi manchi già e che sono fortunato ad averti con me. Domani colazione?'
'Mi manchi tanto anche tu! Certo, va bene. Solito posto e solita ora?'
'Ok benissimo. Buonanotte meraviglia'
'Notte Mì'
Mi addormentai con il sorriso sulle labbra, una sensazione che avevo dimenticato ormai da tempo, ma che restava la migliore in assoluto.
La mattina seguente, dato che non avevo lezione, decisi di prendermela con comodo per poter fare tuto con calma.
"Lia io esco, quando vai al lavoro avvisami comunque!", dissi dandole un bacio sulla fronte
"Certo va bene, chiedigli spiegazioni!", mi urlò lei mentre ero quasi fuori dalla porta.
Annuii con la testa portando gli occhi al cielo e poi mi avviai al solito bar.
Appena lo vidi mi assalì un forte senso di imbarazzo, non sapevo come avrei dovuto comportarmi. Non eravamo una coppia tecnicamente, o almeno, non ancora ufficialmente.
Lui sorrise appena si accorse di me, si alzò e mi venne incontro abbracciandomi
"Buongiorno occhioni", mi disse
"Buongiorno a te", risposi.
Ci sedemmo al tavolino e intanto iniziammo a parlare
"Sono piuttosto certo che tu voglia farmi una domanda", disse lui
"Forse, cioè, anche più di una in teoria"
Lui sorrise scuotendo la testa
"Ci avrei scommesso, dimmi tutto"
Mi sentii le guance andare a fuoco dall'imbarazzo.
Il giorno prima lo avevo baciato e adesso fatico a mettere insieme due parole in croce.
"Cosa siamo esattamente ora io e te? Non una coppia oppure si, come vuoi, se tu lo vuoi, non ti obbligo, non lo so in realtà cosa dovrei dir-"
"Si lo voglio", disse lui interrompendomi
"Oh, oh ok. ", dissi tirando un sospiro di sollievo
"No okok, perfetto", aggiunsi.
"E ma tu lo vuoi? Non vale se lo voglio solo io", disse ridacchiando lui
"Si certo, ovvio che si"
"Bene, già sono più sollevato", disse lui rilassandosi sulla sedia e guardandomi sorridendo mentre teneva le braccia piegate dietro la nuca.
"Aia, perché ho come l'impressione che non sia finito qui quello che volevi chiedermi?", aggiunse iniziando a tirare fuori le cartine e il tabacco.
"Potrei avere un'altra domanda, ecco...", dissi spostando lo sguardo verso terra.
"Sara è la tua ex, giusto?", chiesi subito dopo
Lui sospirò, mise le mani sul tavolino, mi guardò per un attimo e rispose
"Si, Sara è la mia ex. La ragazza di cui ti parlai in macchina, proprio lei"
Fece una specie di sorriso forzato, era un sorriso amaro e fu straziante vederlo così anche per pochi secondi.
"Senti, a me dispiace averti trattata in quel modo. Ci sono certe cose della mia vita che vorrei davvero dimenticare, per quanto possa risultarti folle, io voglio cancellare completamente il mio passato. Amici, conoscenze, ragazze, scenari vari, tutto. Voglio ripartire da zero e me lo sono ripromesso, quindi lo farò. Non sono pronto ad arrivare così in fondo a me stesso per condividere quella parte di Mirko con qualcuno.
Tu sei meravigliosa sotto ogni aspetto, mi fai bene, sto bene con te ed è questo quello di cui ho bisogno"
Lo guardai e capii davvero che necessitasse di una tregua.
"Non ti devi preoccupare, capisco bene.
Mi dispiace per essermi intromessa insistendo, ma avevo paura per te. Non succederà di nuovo, te lo prometto", dissi portando la mia mano sulla sua e stringendogliela.
Lui la portò istintivamente al suo viso e la strinse ancora di più, mimando un grazie.
Finimmo di fare colazione e iniziammo a fare una lunga passeggiata per le vie più nascoste e verdi di Milano.
"Ricordo che quando lasciai Genova per me fu terribile ambientarmi in questa città", dissi sorridendo per rompere il silenzio.
Lui mi prese per mano e intanto mi guardò divertito
"Ah non fatico ad immaginarlo. Milano o la ami o la odi, non ci sono vie di mezzo. Raccontami un po' di te, anche tu sei bella misteriosa sai?", rispose
"Non credo di essere molto interessante, per questo non mi sbilancio più di tanto"
"Sbagli, dovresti smetterla di sottovalutarti così tanto. E comunque apprezzo questa cosa, ma se dovessi mai aver voglia di parlare di te io ti giuro che potrei stare anche ore ad ascoltarti senza fiatare."
Sorrisi
"Furbacchione", risposi spingendogli lievemente la spalla.
Lui ne approfittò per prendermi all'improvviso per i fianchi iniziando a farmi il solletico.
"No ok, il solletico no, è il mio punto debole, mettimi giù" dissi con la voce spezzata dalle risate
"Ah ma guarda, chi l'avrebbe mai detto che soffri così tanto il solletico", disse continuando.
La sua risata si sovrappose alla mia e finimmo entrambi per cadere sul prato come dei bambini.
Io sopra di lui che ridevo spensierata e lui che mi abbracciava sorridendo non curante della terra sottostante.
Capovolse la situazione e in pochi secondi mi ritrovai i suoi occhi verdi sopra al mio viso, si avvicinò cautamente a me e mi baciò.
"Senti ma, non è che ora che ti ho fatto ricordare di Genova ti è venuta la malinconia e mi abbandoni qui, vero?", mi chiese improvvisamente interrompendo il bacio.
Risi e continuai a baciarlo per poi dire "Mi manca tanto la mia città, ma non ti lascerei mai"
"Ecco ora sono più tranquillo, dove eravamo rimasti?" , disse tra un sorriso e l'altro.
Mi strinsi tra le sue braccia il più possibile.
Ecco, quella sensazione era molto vicina alla mia idea di casa.
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Mirko o Rkomi?
Fanfic"Ripenso a quando sei entrata nella mia vita. Con quel tuo modo buffo di atteggiarti, quegli occhioni curiosi e la tua sbadataggine. Questa volta mi sento amato, mi sento completo, mi sento Mirko."