Capitolo 20

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Mirko's pov

(...) "Alice, torna su cazzo!"
Presi a calci quella dannata porta dalla quale vidi uscire la sua sagoma sfocata.
La testa mi stava scoppiando, era troppo pesante e non riuscivo a pensare in quel momento.
Chiusi gli occhi per qualche istante e caddi sul divano non riuscendo più a muovermi.
Non ero in grado di fare mezzo passo e mi batteva forte il cuore più per lei che per me, come sempre del resto.
Avrei voluto seguirla, fermarla, urlarle che avevo solo bisogno di stare tranquillo.
La verità è che avevo bisogno di una pausa da tutto.
Non stavo riuscendo a dare il massimo da nessuna parte, era tutto un grande buco nell'acqua e non volevo di certo che ciò finisse con il ripercuotersi su Alice, o almeno non in questo modo.
Non so cosa mi sia preso, ammetto mi sia scappata un po' la mano con il fumo nell'ultimo periodo, ma era l'unico modo per trovare sollievo d'altra parte.
Che cosa potevo fare?
Non era facile tornare a casa ogni notte sempre più tardi e vedere Alice agitarsi nel sonno.
Sussurrava il mio nome in preda al panico e ogni tanto allungava il braccio alla sua sinistra, quasi come se avesse avuto il bisogno di trovarmi lì e stringermi.
E io?
Io non c'ero mai e mi sentivo uno schifo.
Troppa pressione, troppe cose da fare.
Tutto stava diventando troppo e io avevo bisogno di rallentare.
"Mirko, devi iniziare a tagliare fuori qualcosa dalla tua vita se vuoi stare dietro seriamente al lavoro di Rkomi.
Non stiamo scherzando qui ed è evidente che non ce la stai facendo.
È ora di scegliere: o Mirko o Rkomi"
Quante volte mi avevano ripetuto quella frase al lavoro negli ultimi giorni.
Così tante volte che alla fine ci ho creduto.
"Simo, non so più che cosa fare", dissi al mio migliore amico disperato.
Ero arrivato al culmine, mi trovavo in saletta con il magone e una canna in mano.
"Intanto smetti con questo, non hai bisogno di altra merda in sto periodo", rispose lui tirandomela via dalla mano.
"E poi prendi davvero una cazzo di decisione. Tu per me sei un fratello Mirko e vederti così mi sta facendo a pezzi. Non sei felice, di questo passo finirai con il rovinare tutto e non solo al lavoro"
"Cosa intendi dire?", chiesi confuso.
"Lo sai benissimo. Da quanto non passi una serata con Alice? Sei sempre qui in studio e se sei fuori lavoriamo sempre: foto, firma copie, tour"
"E cosa devo fare secondo te? È il nostro lavoro", risposi scrollando le spalle.
"Nella vita non esiste solo questo, c'è bisogno di un equilibrio e tu lo stai chiaramente perdendo"
"Non riesco a stare dietro a tutto"
"Molla qualcosa"
Mi alzai di scatto
"No questo mai"
"Mirko.."
"Mirko un cazzo. So bene a cosa ti stai riferendo, o meglio, a chi.
La risposta è no, io Alice non la lascio"
"Non sei in grado di darle quello che si merita in questo momento, facendo così le farai solo del male e lo sai anche tu"
"Ma cosa ne vuoi sapere tu di cosa ha realmente bisogno lei?"
"Ti sta distraendo"
"Menomale che sei il mio migliore amico, ti pare il caso di dire una cosa del genere?"
"Mi hai chiesto un consiglio e io ti ho detto la mia"
"Si, per il lavoro. Non per sentirmi dire che sono un fidanzato di merda"
"Sono sincero con te, lo sai. In questo momento non sei in forma e non ti servono altre distrazioni"
"Te lo ripeto, lei non è una distrazione"
"Va bene Mirko, allora fai come vuoi.
Io sono sempre stato dalla tua parte, ma adesso non ti riconosco più e questa storia sta diventando assurda.
Non vuoi sentire ragioni e io non so che dirti, chiamami quando avrai voglia di fare sul serio con la tua carriera"
Fine della litigata.
Io a pezzi da solo lì dentro e lui fuori dallo studio.
Nei giorni successivi evitai di chiamarlo e di andare a lavoro.
Passavo i miei pomeriggi a fumare a casa di Mario con qualcosa da bere e tanta tristezza addosso.
Ma alla fine Simone aveva ragione, la reazione di Alice alle mie condizioni era stata una chiara risposta.
Per quella sera lasciai perdere, ma il giorno dopo sarei andato da Lia.
Sicuramente l'avrei trovata lì.

Nonostante il malessere residuo, con la testa ancora dolente, mi avviai da Lia il prima possibile trascinandomi sulle gambe deboli.
"Che ci fai tu qui?", mi disse la bionda con un tono freddo mentre apriva la porta.
"Lei dov'è?"
Non rispose e iniziai a perdere quel poco di pazienza che mi ero ripromesso di mantenere.
"Lia, voglio sapere se Alice è da te e sta bene"
"È qui. Ma tu non entrerai in questa casa, chiaro?"
"Lia, per favore, so di essermi comportato da stronzo e mi dispiace. Ti prego, fammi solo parlare cinque minuti con lei"
"Non devi scusarti con me, io non c'entro nulla. Come te voglio il suo bene e tu in questo momento non rappresenti un bene per lei, ha bisogno di spazio. Non soffocarla Mirko"
Annuii silenzioso a testa bassa.
Aveva ragione su tutto.
In questo momento non ero in grado di darle la giusta dose di amore che si meritava, non volevo farle del male e forse era arrivato il momento di lasciarle davvero il suo spazio e non fare più cazzate.
L'avrei persa?
Probabile, ma sarei stato pronto a correre questo rischio se questo fosse stato l'unico modo per saperla serena.
"Puoi farmi solo un favore?", chiesi poi con un filo di voce
"Quando si sveglia dille che sono passato e che la lascio libera di scegliere. Se avesse voglia di tornare da me..le chiavi le ha e sa dove abito"
"Va bene. Adesso torna a casa però e rimettiti al più presto. Chiama qualcuno, non stare solo"

Mirko o Rkomi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora